Il gene dei golosi
di Maria Rita Montebelli
Scoperta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge, una mutazione del gene MC4R, responsabile del craving per i cibi ‘appetitosi’ come la cioccolata, che contribuisce a determinare una condizione di obesità anche in giovane età
06 AGO - Uno studio pubblicato in ‘
early release’ su
Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism (JCEM) ha dimostrato che la mutazione del gene per il recettore della melanocortina 4 (MC4R), presente in almeno l’1% delle persone affette da obesità ereditaria, inducendo una risposta ‘esagerata’ alla vista di cibi appetitosi, contribuirebbe a determinare un marcato aumento di peso, già in giovane età.
L’obesità, patologia che interessa ormai un adulto su tre, è una condizione derivante da un eccesso di assunzione di calorie, scarsa attività fisica e assetto genetico. È in particolare l’assunzione di cibi appetitosi e ricchi di calorie a determinare l’aumento di peso; il consumo di alcuni alimenti, come ad esempio la cioccolata, induce a livello cerebrale una risposta di gratificazione e marcata soddisfazione (
reward), che può indurre a consumare questi cibi in maniera esagerata. I segnali di
reward sono processati in aree cerebrali dove sono presenti neuroni dopaminergici e finora non era noto se queste aree specifiche funzionassero in maniera diversa in alcuni individui con sovrappeso o obesità.
Agatha van der Klaauwe colleghi del
Wellcome Trust-MCR Institute of Metabolic Science presso l’
Addenbrooke’s Hospital di Cambridge (UK) hanno messo a confronto tre gruppi di soggetti: 8 obesi con mutazione del gene MC4R, 10 individui obesi o in sovrappeso, senza mutazione del gene e 8 persone normopeso, sottoponendoli a risonanza magnetica funzionale (fMRI), per valutare il grado di attivazione dei centri cerebrali di r
eward alla vista di cibi appetitosi (es. torta al cioccolato), rispetto alla vista di cibi quali riso o broccoli o alla vista di oggetti (es. una cucitrice).
Ne è risultato che i soggetti portatori della mutazione MC4R e i normopeso, alla vista di cibi appetitosi, mostravano un’attivazione dei centri
reward decisamente maggiore rispetto agli individui obesi/in sovrappeso senza la mutazione di MC4R.
“Per la prima volta – ha commentato la dottoressa
der Klaauw – abbiamo dimostrato che il
pathway del MC4R è coinvolto nelle risposte cerebrali di
reward al cibo; approfondire lo studio di questo
pathway potrebbe dunque portare ad individuare degli interventi mirati ad arginare il consumo esagerato di cibi altamente palatabili e ricchi di calorie, che portano all’aumento di peso”.
Maria Rita Montebelli
06 agosto 2014
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