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Ecco perché i tumori non rispondono ai farmaci


Uno studio condotto da ricercatori delle università di Verona e Trieste e pubblicato su Plos One ha messo a punto un modello per spiegare i meccanismi di resistenza ai trattamenti radio e chemioterapici.

14 DIC - Perché alcune forme tumorali resistono ai trattamenti chemio e radi terapici? Dopo diversi anni di ricerche una risposta potrebbe arrivare da un modello computazionale della crescita dei tumori messo a punto da Roberto Chignola, ricercatore del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona ed Edoardo Milotti, docente del dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste. Lo studio è stato illustrato su Plos One.Il modello ,che permette lo studio quantitativo dell’evoluzione di un tumore e del suo microambiente a partire da una cellula, ha portato a identificare nuovi possibili meccanismi di resistenza ai farmaci antitumorali.
La ricerca è stata finanziata dal Gruppo V dell’istituto nazionale di Fisica Nucleare dell’Università di Trieste.La resistenza dei tumori ai trattamenti chemio e radioterapici dipende sia da fattori genetici sia da fattori non genetici legati al microambiente tumorale. Ma, mentre i fattori genetici possono essere studiati con le moderne tecnologie molecolari, i secondi, che coinvolgono le interazioni dinamiche tra cellule diverse e spazi extracellulari, sono di difficile analisi per la carenza di tecnologie non invasive ad adeguata risoluzione spazio-temporale. Questa difficoltà può tradursi nell’impossibilità di studiare masse tumorali molto piccole, con dimensioni spaziali cioè al di sotto del limite diagnostico. Ora, il nuovo modello, potrebbe permettere di studiare anche questo aspetto finora quasi sconosciuto.
“I risultati ottenuti sin qui promettono di svelare aspetti della patologia tumorale mai osservati in precedenza, che potrebbero chiarire i meccanismi di resistenza ai trattamenti antitumorali”, ha spiegato Giovanni Vallini, direttore del dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo. “Quando si osservano a scala microscopica, i tumori si manifestano come una patologia estremamente complessa, dove cellule ed elementi non cellulari determinano una intricata rete di interazioni dinamiche la cui interpretazione risulta assai difficile, se non addirittura”.
La ricerca conferma che la necessità di “sviluppare nuove strategie di analisi che vadano oltre le tecniche tradizionali della ricerca biomedica”, ha concluso Vallini. “Ma per fare questo è necessario mettere assieme contributi derivanti da aree tematiche apparentemente lontane tra loro quali la fisica, la matematica computazionale, la biologia e la medicina”. 

14 dicembre 2010
© Riproduzione riservata

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