Staffilococco aureo. Dopo anni senza nuovi farmaci arriva la cefalosporina efficace contro il superbatterio
Il rischio paradossale di tornare indietro all’era pre-antibiotica si fa concreto in Europa, per via di un uso scorretto degli antibiotici, e al conseguente sviluppo da parte dei batteri di resistenza ai farmaci. La situazione è preoccupante anche in Italia, ma da oggi nel paese arriva un nuovo farmaco: ceftarolina fosamil, cefalosporina di nuova generazione efficace contro ceppi batterici resistenti e difficili da trattare.
20 NOV - L'allarme è stato nuovamente lanciato in prossimità della Giornata europea dell'antibiotico: Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae sono tra i batteri che continuano a mettere paura in Europa e in Italia perché capaci di sviluppare resistenze ai principali antibiotici, diventando così pericolosi e di difficile gestione. Anche perché, questi “superbatteri” o “batteri killer”, sviluppano nuove resistenze più velocemente dell’introduzione di nuove molecole. Tuttavia oggi - dopo molti anni senza novità terapeutiche - arriva in Italia un antibiotico di nuova generazione efficace contro ceppi batterici resistenti e difficili da trattare: ceftarolina fosamil è la prima cefalosporina efficace anche contro MRSA, lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina. Un batterio che in Italia è considerato un vero problema di salute pubblica; ha un’incidenza del 38% (doppia rispetto alla media europea) e provoca ogni anno più di 52 mila casi di infezioni complicate della cute. Approvato per il trattamento delle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli (cSSTI) e per la polmonite acquisita in comunità (CAP), ceftarolina fosamil è uno dei pochi nuovi antibioticiautorizzati negli Stati Uniti e in Europa negli ultimi 5 anni ed è il primo lanciato dopo l’iniziativa “10 x 20” della Società americana per le malattie infettive (IDSA), ideata proprio per supportare lo sviluppo di almeno 10 nuovi antibiotici entro il 2020.
Ceftarolina fosamil scardina un assioma dopo 50 anni: è infatti la prima cefalosporina efficace contro lo Staphylococcus aureusresistente alla meticillina (MRSA) e, grazie alla sua azione battericida, agisce distruggendo i batteri che possono causare gravi infezioni come le infezioni complicate della cute e dei tessuti molli (cSSTI) o la polmonite acquisita in comunità (CAP). Il farmaco si lega einibisce specifiche proteine leganti la penicillina (PBP), coinvolte nella sintesi e riparazione della parete cellulare dei batteri. Questa inibizione riduce la replicazione e causa la morte cellulare, bloccando la diffusione dell’infezione.
“In un momento storico in cui la salute pubblica è minacciata dal fenomeno della resistenza antibiotica - dichiara Gilberto Riggi, VP Medical di AstraZeneca Italia - c’è bisogno di una risposta immediata e responsabile da parte di tutto il Sistema Salute”.
Il problema infatti è di tutta la Sanità, a partire dai medici che prescrivono troppi antibiotici, ai pazienti che li usano in maniera non corretta, all'utilizzo sugli animali. “I batteri sono sottoposti a un vero e proprio bombardamento di antibiotici - spiega Ercole Concia, Professore Ordinario di Malattie Infettive dell'Università degli Studi di Verona - imputabile a una concomitanza di tre fattori: il largo uso di antibiotici da parte della classe medica, la scorretta autoprescrizione da parte dei pazienti, l’uso massiccio che se ne fa in ambito veterinario. Questo abuso di antibiotici si rivela controproducente, perché permette una selezione di popolazioni batteriche antibiotico-resistenti, creando un grave problema di sanità pubblica e andando a ridurre la possibilità di debellare infezioni insidiose. Occorre diffondere una politica di controllo dell’uso degli antibiotici e auspicare lo sviluppo di nuove molecole come ceftarolina fosamil, un nuovo antibiotico battericida che agisce distruggendo i patogeni gram positivi comunemente all’origine delle infezioni complicate della cute e della polmonite”.
L’Italia è tra i Paesi europei con i livelli più alti di antibiotico-resistenza. “Nel nostro Paese la presenza di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) - dichiara Giovanni Gesu, Direttore Struttura Complessa di Microbiologia e Virologia Ospedale Niguarda Cà Granda - è doppia rispetto alla media europea. Si attesta infatti poco al di sotto del 40%, contro una media europea inferiore al 20%. Eppure, la diffusione del batterio Staphylococcus aureus è molto più elevata in altre zone d’Europa, come nei Paesi scandinavi dove, tuttavia, il batterio è molto raramente un MRSA. Questa eccezionale concentrazione delle resistenze in Italia si spiega, da una parte, con una scarsa attenzione alle misure di prevenzione e, dall’altra, con l’abuso o il cattivo uso degli antibiotici: non è un caso, infatti, che nel nostro Paese 1 antibatterico su 5 è usato in modo inappropriato e che l’Italia è tra i maggiori consumatori di antibiotici dopo la Grecia”.
In Italia vengono contratte ogni anno circa 160 mila infezioni complicate della cute e dei tessuti molli (cSSTI), infezioni difficili da trattare che costituiscono un grave problema sanitario, possono causare la distruzione progressiva del tessuto e, in caso di lesioni cutanee gravi, l’eventuale amputazione degli arti. In 1 caso su 3 le infezioni complicate della cute e dei tessuti molli sono dovute aStaphylococcus aureus meticillino resistente (MRSA), con oltre 52 mila casi stimati nel nostro Paese. I batteri resistenti agli antibiotici sono responsabili anche del 10% di tutte le infezioni dovute a polmonite acquisita in comunità (CAP): un’infezione acuta dei polmoni che colpisce ogni anno 585 mila italiani.
“Il progressivo invecchiamento della popolazione e i continui progressi della medicina, che permettono di cronicizzare patologie anche molto gravi, contribuiscono all’aumento di quelle ‘popolazioni fragili’ - commenta Massimo Giusti, Direttore Struttura Complessa di Medicina Interna, Ospedale San Giovanni Bosco-Nord Emergenza di Torino - per definizione più soggette sia alle ospedalizzazioni, sia alle infezioni ospedaliere. Negli ultimi anni il fenomeno delle resistenze si è allargato alla maggior parte dei reparti di un ospedale, non intaccando più solo le aree ad alta intensità di cura (come ad esempio la rianimazione e la terapia intensiva): così oggi nei reparti di Medicina Interna la meticillino-resistenza dello Staphylococcus aureus si attesta stabilmente intorno a quote superiori al 70%, confermandosi un problema reale implicato in molte sindromi cliniche, soprattutto polmoniti, infezioni della cute e dei tessuti molli, infezioni urinarie. È quindi utile avere oggi a disposizione un nuovo antibiotico, come ceftarolina fosamil, che appartiene alla classe dei beta-lattamici, con un buon profilo di maneggevolezza: una soluzione importante per pazienti anziani e polipatologici, particolarmente sensibili agli effetti collaterali e alle possibili interazioni con altri farmaci”.
20 novembre 2013
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