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Parkinson. Con la "Gondola" si cammina meglio


Di tratta di un dispositivo per la foot mechanical stimulation che ha dimostrato di migliorare del 27% la velocità di cammino dei pazienti. Al via uno studio multicentrico con le Università di Genova, Salerno, Ancona e gli Irccs San Camillo di Venezia e San Raffaele di Roma e Cassino.

30 SET - A quasi un anno dalla prima pubblicazione riguardante gli effetti della Foot Mechanical Stimulation su pazienti parkinsoniani, un nuovo studio clinico controllato placebo valutato in doppio cieco su 20 pazienti - condotto dal Prof. Fabrizio Stocchi, Direttore del centro di Ricerca sul Parkinson e sui disturbi motori dell’Irccs San Raffaele di Roma - ha verificato l’efficacia della terapia di stimolazione meccanica plantare erogata tramite il dispositivo medico Gondola.

In particolare si è osservato un globale miglioramento della sintomatologia e dei parametri del cammino misurati sia con l’osservazione clinica sia con la Gait Analysis, in collaborazione con l’Ing. Manuela Galli, Professore Associato del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.

La FMS, Foot Mechanical Stimulation, è una terapia di riabilitazione messa a punto da un team di ricercatori svizzeri che si basa su una stimolazione del sistema nervoso periferico mediante impulsi meccanici controllati in specifiche aree dei piedi.

La terapia viene erogata con un dispositivo medico chiamato Gondola sviluppato per l’utilizzo domiciliare direttamente da parte del paziente.

“I risultati di sintesi dello studio – spiega Stocchi – hanno fatto registrare un miglioramento pari al 25% delle performance misurate con la scala UPDRS parte III (la sezione motoria della scala di valutazione dei sintomi del Parkinson); l’incremento della velocità di cammino pari al 27% rispetto alle condizioni di partenza; l’allungamento del ciclo del passo pari a circa il 15%. Inoltre abbiamo misurato un miglioramento dello ‘slancio’ del passo, cioè della velocità delle gambe durante la camminata, e - in alcuni pazienti - una maggiore qualità del movimento, cioè della cinematica”.

“I risultati dello studio - prosegue Stocchi - sono stati molto interessanti, anche per quanto riguarda la ripetibilità dei risultati. La maggior parte delle misurazioni dopo le stimolazioni efficaci ha infatti mostrato significatività statistica, mentre dopo le applicazioni placebo non abbiamo riscontrato miglioramenti. Appare poi che, grazie alla stimolazione erogata con il dispositivo Gondola, i pazienti siano in grado di assorbire meglio le cure farmacologiche. Visti i risultati ottenuti -  conclude Stocchi - abbiamo proposto ad altre importanti strutture di partecipare a uno studio multicentrico su una popolazione di 120 pazienti”.

A breve partirà quindi un nuovo trial che vedrà coinvolti la Clinica di Neuroriabilitazione dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona, il Centro di Cura e Prevenzione per il Parkinson del San Raffaele Cassino, l’Ambulatorio per la Malattia di Parkinson del Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica dell’Università di Genova, il Centro Parkinson e Disturbi del Movimento del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno, il Dipartimento di Neuroriabilitazione dell’Irccs San Camillo di Venezia oltre all’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma.

Lo studio clinico ha invece riguardato pazienti in off farmacologico, ovvero con cura farmacologica sospesa per poter misurare l'efficacia del trattamento erogato dal dispositivo Gondola senza interferenza dei farmaci.

I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo ha effettuato sei trattamenti con Gondola nell’arco di tre settimane (due a settimana), seguiti da tre settimane di pausa (wash-out) e quindi da un ulteriore ciclo di sei stimolazioni placebo in tre settimane (Sham Gondola). Il secondo gruppo ha seguito un iter identico ma inverso, iniziando con le stimolazioni placebo e concludendo con le stimolazioni effettive dopo una pausa di tre settimane tra il primo e il secondo ciclo. Le valutazioni cliniche e lo studio computerizzato del cammino (Gait Analysis) sono stati eseguiti all’inizio e alla fine di ciascun ciclo di 6 stimolazioni da osservatori in cieco rispetto al trattamento effettuato.
Le valutazioni sono state effettuate presso i laboratori di analisi del movimento dell’Irccs San Raffaele Pisana, dove opera il Prof. Fabrizio Stocchi, e San Raffaele Cassino, sotto la supervisione della D.ssa Francesca De Pandis.

Gli effetti sono stati misurati non solo con l’osservazione clinica, ma anche utilizzando la tecnologia della Gait Analysis in collaborazione con il Laboratorio di Analisi della Postura e del Movimento Luigi Divieti del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, che ha curato la raccolta e l’analisi dei dati.

“Al fine di quantificare la limitazione funzionale motoria associata a determinate patologie e studiarne il recupero a seguito di trattamenti riabilitativi specifici – spiega Manuela Galli, responsabile del Laboratorio Luigi Divieti - la medicina riabilitativa ha a disposizione l’esame di analisi computerizzata del cammino o Gait Analysis. Tale metodica permette di fornire parametri oggettivi di valutazione delle prestazioni motorie di una persona attraverso l’analisi computerizzata dei movimenti che compie. Nel caso specifico, i dati raccolti sui pazienti relativi alla velocità del cammino, alla lunghezza e larghezza del passo, alla mobilità delle varie articolazioni, alle forze esercitate e all’attività muscolare, sono stati messi a confronto con quelli di un campione di persone sane presente nei nostri database, per valutare in modo oggettivo gli effetti. Questi dati consentono di integrare in modo efficace le valutazioni compiute sulla base delle scale cliniche”.

“I risultati di questo nuovo studio e l’avvio di un trial multicentrico - afferma Francesco Cecchini Manara, Amministratore Delegato di Ecker Technologies, la società svizzera che ha sviluppato la Terapia FMS - confermano il crescente interesse della comunità medico-scientifica nei confronti di approcci riabilitativi che si integrano con le cure farmacologiche. Siamo fiduciosi che i prossimi studi consentiranno di confermare ulteriormente l'efficacia del dispositivo Gondola. Credo sia anche importante sottolineare - prosegue Cecchini - come i professionisti coinvolti, stimati a livello internazionale, stiano operando in modo indipendente dalla nostra azienda, a ulteriore garanzia di trasparenza e imparzialità nella valutazione dei risultati”.

 

30 settembre 2013
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