Sclerosi multipla. Per curarla bisogna resettare il sistema immunitario
La ricerca italiana pubblicata su Brain dà indicazioni promettenti per una possibile cura della sclerosi multipla. L’idea è quella di azzerare il sistema immunitario, per poi ricostituirlo. Dimostrato anche il coinvolgimento del microbiota dell’intestino nella disfunzione del sistema immunitario alla base della Sclerosi Multipla.
07 AGO - Nonostante le cause della sclerosi multipla non siano ancora chiare, la comunità scientifica è concorde: si tratta di una malattia autoimmune. Ciò vuol dire che sono le stesse cellule del sangue che proteggono dalle infezioni e dai tumori ad aggredire il tessuto nervoso, portando alla distruzione del sistema di trasmissione degli impulsi nervosi, e quindi ai sintomi neurologici. Sintomi per i quali non c’è cura. Ma oggi arrivano indicazioni promettenti da una ricerca innovativa sulla malattia realizzata dall’Imperial College di Londra in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia IRCCS. Lo studio pubblicato su “Brain”.
L’idea è quella di sradicare le cellule autoreattive e di azzerare il sistema immunitario, per poi ricostituirlo ex novo con cellule staminali del paziente stesso. Questo nuovo studio è stato ideato e coordinato da
Paolo Muraro dell’Imperial College di Londra, per studiare le risposte immunitarie prima e dopo il trapianto di midollo osseo in un gruppo di pazienti che non avevano risposto alle terapie convenzionali.
Daniela Angelini e
Luca Battistini, coordinatore del Laboratorio di Neuroimmunologia della Fondazione Santa Lucia IRCCS, hanno effettuato parte degli studi mediante la metodica della citofluorimetria policromatica.
Le cellule “impazzite” costituiscono la grande famiglia dei globuli bianchi, composta da sottopopolazioni cellulari con funzioni molto diverse. Il mantenimento del nostro stato di salute richiede la cooperazione di tutti gli organi del corpo, e anche i microbi che abitano l’intestino, ricoprendolo in ogni microscopica piega, partecipano di questo sforzo comune. I globuli bianchi tengono a bada l’universo di batteri, funghi, e virus intestinali (chiamati nel loro complesso “microbiota”), e in condizioni di equilibrio i benefici che scaturiscono da questa convivenza sono una delle fondamenta dello stato di salute. Tuttavia, il microbiota non è innocuo, e cambiamenti nella composizione delle specie batteriche o fungine, dovute ad esempio all’uso di antibiotici o a una dieta ricca di grassi animali e povera in fibre, possono portare al sopravvento di organismi dannosi, che stimolando oltremodo i globuli bianchi li inducono a un’attivazione inappropriata che può “confonderli” e portare alle malattie autoimmuni, anche in organi distanti dall’intestino come il cervello. Tra le sottopopolazioni di globuli bianchi impegnate nel controllo del microbiota ci sono le cellule MAIT (Mucosal Associated Invariant T cells), dotate di potenti munizioni immunologiche che se dirette contro tessuti dell’organismo ne possono determinare la distruzione. In alcuni casi di sclerosi multipla particolarmente aggressiva è stato effettuato con successo il trapianto di cellule staminali emopoietiche, lo stesso trattamento utilizzato per i pazienti con leucemia.
Gli scienziati stanno ora lavorando a questa idea innovativa, di “reset” del sistema immunitario stesso: dimostrando che le cellule MAIT spariscono dal sangue dei pazienti, particolarmente di quelli che ricavano maggiori benefici dal trapianto, gli scienziati hanno rivelato il coinvolgimento di queste cellule, e quindi del microbiota, nella disfunzione del sistema immunitario alla base della Sclerosi Multipla.
07 agosto 2013
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