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Scienziati a Lorenzin: “Protocollo ‘Stamina’ sia reso pubblico. Non esiste ragione di segretezza”

di Andrea Ballabio e altri

La richiesta dai massimi esperti italiani della ricerca sulle cellule staminali. “Non si tratta di un trial clinico sponsorizzato da un'industria; né di un protocollo protetto da brevetto; non si tratta di un protocollo di cui esista traccia nella letteratura scientifica se non due articoli ucraini sconosciuti come valore scientifico”. La lettera integrale.

05 AGO - Signor Ministro, 
È stato detto per mesi a tutto il Paese che un esclusivo e originale «metodo» di produzione di cellule nervose da cellule staminali ossee permetteva guarigioni e miglioramenti spettacolari in malattie incurabili. Il Parlamento ha imposto di scoprire le carte. Vorremmo ora poter vedere quel «metodo» originale e le cellule nervose da sperimentare nei pazienti. Vorremmo sapere se il protocollo consegnato all'ISS coincide con quel metodo Stamina già nel dominio pubblico (domande di brevetto, dichiarazioni). Vorremmo sapere se descrive quanto è stato a lungo fatto nel preparare cellule da somministrare ai pazienti.
 
Chiediamo che il protocollo di isolamento, coltura, differenziamento, e inoculo di cellule consegnato ieri da Davide Vannoni all'ISS sia reso pubblico integralmente
Non esiste infatti ragione di segretezza. Non si tratta infatti di un trial clinico sponsorizzato da un'industria; né di un protocollo protetto da brevetto; non si tratta di un protocollo di cui esista traccia nella letteratura scientifica se non due articoli ucraini sconosciuti come valore scientifico. 
La sperimentazione del «metodo Stamina» è promossa per legge e finanziata dallo Stato come conseguenza di circostanze eccezionali di disinformazione di massa e compromissione dell'ordine pubblico; è condotta allo scopo di rendere noto al pubblico in che cosa consista e che effetti abbia un «metodo» tenuto segreto e tuttavia incredibilmente praticato in ospedali pubblici, e presentato al pubblico con amplissima risonanza. 

Non esiste ragione di segretezza. Non esiste documento che comprovi al Ministero che il protocollo consegnato da Vannoni Davide sia proprietà intellettuale o commerciale di Vannoni Davide. Non esiste documento disponibile al Ministero che il protocollo consegnato non sia magari proprietà intellettuale o commerciale di altri. Non esiste documento che il protocollo consegnato rifletta quanto praticato ai pazienti in precedenza. 
Non esiste documento di alcuna innovazione biologica di interesse clinico da sperimentare nei pazienti. Potrebbe essere un protocollo qualunque, perfino coperto da brevetti altrui, perfino preparato da altri e consegnato a loro insaputa. Né la legge 57 né il DM attuativo prevedono o prescrivono contatti personali extraprotocollari e ripetuti tra Vannoni Davide e organi tecnici del Ministero; né prevedono la partecipazione stabile di Vannoni Davide e di persone da lui scelte alle sedute della Commissione; né prevedono che Vannoni Davide imponga le sue regole. Né prevedono la secretazione del protocollo. 
 
Altri hanno fornito al pubblico l'evidenza che il «metodo Stamina», tenuto segreto al pubblico, ma praticato in ospedali pubblici, sia gravato da frodi e plagi. Il Governo deve chiarezza. Deve alla comunità scientifica chiarezza e rispetto. Deve ai pazienti chiarezza, rispetto e tutela della salute.

Andrea Ballabio, direttore IstitutoTelethon di genetica e Medicina (TIGEM) Napoli 
Paolo Bianco, ordinario di Anatomia Patologica, direttore Laboratorio Cellule Staminali Dir Medicina Molecolare, Sapienza Univ. Roma 
Andrea Biondi, ordinario di Pediatria,
Elena Cattaneo, ordinario di Farmacologia, Direttore Centro di ricerca Unistem, Univ. Milano 
Daniele Condorelli, ordinario di Biochimica, Univ. di Catania 
Giulio Cossu, ordinario di Istologia e Embriologia, Univ. Di Milano e professore di Biologia delle cellule staminali umane. University College London 
Michele De Luca, direttore Centro di Medicina Rigenerativa «Stefano Ferrari», Univ. di Modena e Reggio 
Pier Paolo Di Fiore, ordinario di Patologia Generale, Univ. Di Milano e IFOM, Milano 
Fabio Facchetti, ordinario di Anatomia Patologica, Univ. di Brescia 
Luigi Frati, Rettore Sapienza Univ. di Roma 
Silvio Garattini, direttore Ist. di Ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs 
Martino Introna, direttore Laboratorio di terapia cellulare «G. Lanzani» Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo 
Luigi Notarangelo, ordinario di Pediatria e Patologia, Harvard Medicai School, Boston 
Piergiuseppe Pelicci, ordinario di Patologia Generale, Univ. di Milano e co-direttore scientifico leo, Milano 
Graziella Pellegrini, dir. Unità di terapia cellulare Centro di medicina rigenerativa «Stefano Ferrari», Univ. di Modena e Reggio 
Vincenzo Perciavalle, ordinario di Fisiologia, Univ. di Catania 
Alessandro Rambaldi, direttore Ematologia eTrapianto midollo osseo. Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo 
Carlo Alberto Redi, ordinario di Zoologia, Univdi Pavia 
Ferdinando Rossi, ordinario di Neuroscienze, direttore dip. Neuroscienze Rita Levi Montalcini, Univ. di Torino 
Fulvia Sinatra, ricercatore in Biologia applicata, Univ. di Catania


05 agosto 2013
© Riproduzione riservata

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