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Decreto Stamina. L’Accademia dei Lincei si unisce al coro di no


Il Decreto legge sulle terapie basate su cellule staminali non deve passare, perché divergerebbe dai principi contenuti nelle norme del mondo occidentale a solo favore di chi commercializza i trattamenti. Questa la posizione dell’importante istituzione scientifica italiana, che si aggiunge ai no già arrivati da personalità del mondo accademico ed enti regolatori.

13 MAG - Anche l’Accademia dei Lincei si unisce alle numerose realtà istituzionali e di ricerca – comprese AIFA ed EMA – che hanno chiesto al Parlamento Italiano di non approvare il Decreto legge n. 24 del 25 marzo 2013, attualmente in discussione, che consentirebbe l'utilizzo di terapie basate su cellule staminali in modo gravemente divergente dai principi contenuti nelle norme del mondo occidentale (Europa e Nord America), marcando una clamorosa incongruenza delle norme italiane da quelle comunitarie. La vicenda parte dal caso Stamina: trattamento mai testato scientificamente (come si fa di solito con tutte le terapie) e ritenuto dalla comunità accademica potenzialmente pericoloso, ma il cui utilizzo su alcuni pazienti è stato avallato dal Ministero a seguito di un tam tam mediatico e della pressione dell’opinione pubblica, nonostante le forti proteste di personalità del mondo della ricerca. 

L’accusa più feroce che arriva dal mondo accademico è quella che il Parlamento italiano stia tentando di bypassare le regole tramite la scusa delle cure compassionevoli e della terminalità dei pazienti cui viene somministrato il trattamento. Il provvedimento in discussione al Parlamento classificherebbe infatti le terapie basate su cellule staminali come "trapianti di cellule o tessuti", sottraendole così al controllo degli specifici organi nazionali e comunitari (AlFA, EMA). “In questo modo diverrebbe del tutto impossibile vigilare sulla produzione di cellule infuse in esseri umani, sulle finalità del trattamento e sui suoi esiti”, ha spiegato l’Accademia dei Lincei in un comunicato. “Viene pertanto a mancare I'onere inderogabile di una sperimentazione ragionevole, trasparente e controllabile”. 

Secondo l’importante istituzione scientifica, la legge incoraggerebbe pratiche che si stanno rapidamente diffondendo per esclusivi fini commerciali. “Governo e Parlamento hanno ignorato l'allarme lanciato dall'intera comunità scientifica nazionale e internazionale, dal premio Nobel Yamanaka (a lui assegnato per le sue ricerche sulle cellule staminali), dalla Società Internazionale per la Ricerca sulle Cellule Staminali, dalle riviste scientifiche più prestigiose del mondo, dalla European Medicines Agency”, hanno spiegato. 
Concludendo poi: “Invitiamo il Parlamento e il Governo a tenere invece in debito conto la voce della comunità scientifica. Il caso italiano espone i pazienti a rischi gravi e li rende vittime di un trattamento non convalidato che sfrutta la disperazione dei pazienti e suscita ingiustificate speranze. Il caso italiano espone le istituzioni del Paese a una gravissima perdita di credibilità scientifica, morale e politica”.

13 maggio 2013
© Riproduzione riservata

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