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Controllo glicemico globale: l’obiettivo di Saxagliptin


È stato presentato a Roma il nuovo farmaco frutto della joint venture tra Bristol-Myers Squibb e Astra Zeneca, indicato come terapia aggiuntiva per il trattamento del diabete di tipo 2 negli adulti che non riescono a controllare i valori della glicemia e con livelli di emoglobina glicata oltre il 7%

17 SET - Raggiungere il controllo glicemico globale: è questo l’obiettivo che si sono proposti Bristol-Myers Squibb e Astra Zeneca nello sviluppare e mettere a punto saxagliptin, nuovo principio attivo indicato quale terapia aggiuntiva per il trattamento del diabete di tipo 2 negli adulti che non riescono a controllare i valori della glicemia e vedono i livelli di emoglobina glicata salire oltre il 7%. Com’è stato sottolineato nel corso della presentazione del nuovo farmaco ( in vendita con il nome commerciale di Onglyza® ) avvenuta questa mattina a Roma, il controllo glicemico è riferito non solo all’emoglobina glicosilata ma anche alla glicemia a digiuno e alla glicemia post prandiale. Il controllo di tutti e tre questi i parametri consente di prevenire le conseguenze provocate a lungo termine dall’alterazione dei valori della glicemia. Senza dimenticare che saxagliptin favorisce in modo fisiologico il rilascio di insulina, senza indurre ipoglicemia e con un effetto neutro sul peso corporeo.Gli esperti che hanno preso parte alla conferenza di presentazione, hanno inoltre rilevato come oltre la metà dei pazienti adulti combatta senza successo per mantenere lo zucchero nel sangue entro livelli accettabili: il mancato controllo dei valori glicemici comporta per loro il rischio di serie complicanze (retinopatie, nefropatie, neuropatie oltre alle malattie cardiovascolari, cioè infarto e ictus). Una testimonianza in questo senso viene anche da un recente studio realizzato dall’Istituto Mario Negri di Milano sui dati di prescrizione e ospedalizzazione di circa 9 milioni di cittadini. Ne è emerso che il numero di ricoveri che coinvolge pazienti diabetici rispetto alla popolazione generale è circa 2 volte maggiore per le complicanze cardio-vascolari e cerebro-vascolari, ma diventa addirittura 6-8 volte maggiore per quanto riguarda le amputazioni e 3-4 maggiore nel caso delle complicanze renali.
Il rischio di complicanze può quindi essere evitate mantenendo il valore dell’emoglobina glicata mediamente inferiore al 7%. E in pazienti giovani e con diagnosi recente di diabete, la glicemia dovrebbe avere valori ancora più bassi e prossimi alla normalità, con un livello di emoglobina glicata inferiore al 6,5%.
Proprio per questo il meccanismo di azione di saxagliptin favorisce una più lunga durata d’azione degli ormoni che stimolano la secrezione di insulina, permette un controllo glicemico prolungato e globale. In associazione con metformina, saxagliptin ha dimostrato un’efficacia sostenuta nel tempo, fino a 102 settimane (2 anni), paragonabile a quella delle sulfaniluree, una delle classi di farmaci più usate per la terapia del diabete di tipo 2. È stato infine ricordato che il trattamento con saxagliptin – che peraltro presenta un ottimo profilo di tollerabilità – va avviato precocemente, non appena si manifesta la perdita del controllo glicemico. Sarà così possibile scongiurare l’attivazione del circolo vizioso della malattia, con l’aumento della resistenza all’insulina e l’inevitabile aggravamento del diabete.
“Il diabete rappresenta un’area di bisogno medico ancora insoddisfatto, in quanto numerosi pazienti diabetici non riescono a ottenere un effettivo controllo di questa malattia cronica nel corso degli anni” – ha affermato Pierluigi Antonelli, presidente e amministratore delegato di Bristol-Myers Squibb Italia – “Con saxagliptin mettiamo a disposizione dei medici un farmaco che permette il controllo glicemico sui 3 parametri fondamentali, e offriamo ai pazienti una soluzione ad elevata tollerabilità, che evita le crisi ipoglicemiche, causa di per sé di gravi danni alla salute del paziente e pericolose nello svolgimento delle attività quotidiane”.
Gli ha fatto eco Nicola Braggio, presidente e Ad di AstraZeneca Italia, affermando che “Saxagliptin è il primo traguardo di un nuovo percorso comune nell’area del diabete dell’Alliance AstraZeneca e Bristol-Myers Squibb. Grazie al suo innovativo ed efficace meccanismo di azione, rappresenta un valido aiuto per quelle persone che, nonostante la dieta e le terapie standard, non riescono a mantenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue. Inoltre, è una compressa molto maneggevole che il paziente può assumere una volta al giorno e nel momento della giornata più favorevole”.
In Italia saxagliptin è disponibile in classe A su prescrizione specialistica, piano terapeutico, e inserito nel Registro di monitoraggio AIFA.
 

17 settembre 2010
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