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Differenze di genere. Individuato come gli ormoni sessuali regolano il sistema immunitario


I sistemi immunitari di uomini e donne differiscono per alcuni aspetti. Un team di ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma e dell’Imperial College di Londra ha approfondito la questione evidenziando come il testosterone  e la riduzione dei livelli di estrogeni alterino l’equilibrio tra due due “sistemi” dii segnalazione immunitaria: l’interferone di tipo 1 (IFN-1) e i segnali pro-infiammatori come il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α).

09 SET - Uno studio condotto da scienziati del Karolinska Institutet di Stoccolma e dell’Imperial College di Londra ha evidenziato, per la prima volta, quali aspetti del sistema immunitario sono regolati dagli ormoni sessuali e gli impatti che questo fenomeno ha sullo stato di salute di uomini e nelle donne. Lo studio è stato pubblicato da Nature.

È noto che le malattie possono colpire uomini e donne in modo diverso, probabilmente a causa di piccole differenze nei sistemi immunitari dei due sessi. Per approfondire questo aspetto i ricercatori del Karolinska Institutet hanno reclutato 23 uomini transgender, registrati come “femmine” alla nascita e che successivamente si sono sottoposti a trattamento con testosterone.

Il team ha raccolto campioni di sangue dai partecipanti prima del trattamento e, successivamente, dopo tre mesi e un anno di terapia, per analizzare eventuali differenze nelle cellule immunitarie e nelle proteine nel sangue. Una volta identificate queste differenze, i ricercatori hanno confrontato i campioni di sangue raccolti con quelli di 11 donne donatrici per appurare se le differenze fossero direttamente collegate all’aumento di testosterone o indirettamente alla riduzione degli estrogeni.

L’analisi ha evidenziato che l’aumento del testosterone e la riduzione dei livelli di estrogeni alterano l’equilibrio tra due “sistemi” di segnalazione immunitaria che hanno implicazioni dirette su come il sistema immunitario risponde a infezioni e malattie: l’interferone di tipo 1 (IFN-1) e i segnali pro-infiammatori come il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α).

Secondo Petter Brodin, autore senior della ricerca, “lo studio può avere un impatto significativo non solo sulla comprensione di come le malattie colpiscono in modo diverso uomini e donne, ma anche nell’ottica di sviluppare nuovi trattamenti per malattie immunitarie e tumori”.

Fonte: Nature 2024

09 settembre 2024
© Riproduzione riservata

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