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Telemonitoraggio nel diabete: il documento di consensus di Sid e Amd


Le società diabetologiche italiane hanno individuato, in un documento di consenso, i requisiti e le modalità operative per l’idoneità e l’appropriatezza del telemonitoraggio in diabetologia. Fra i concetti chiave emerge la necessità di integrazione del dato di misurazione della glicemia con il profilo clinico contenuto nella Cartella Clinica Elettronica. IL DOCUMENTO

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La diabetologia può rappresentare un modello apripista, rispetto a tutti gli altri ambiti, nel telemonitoraggio, grazie alla dotazione tecnologica già ampiamente diffusa nella popolazione con diabete. Le società diabetologiche italiane Sid (Società Italiana di Diabetologia) e Amd (Associazione medici diabetologi) hanno messo a punto un documento di consenso che funga da guida per tutti coloro che lavorano nell’ambito della diabetologia, su come mettere in atto le attività di telemonitoraggio nelle proprie strutture.
“La possibilità di rilevare i dati degli strumenti che monitorano la glicemia e di trasferirli, attraverso una piattaforma da remoto, a un team di diabetologi per l'analisi, rappresenta un’opportunità non solo per migliorare l'assistenza alla persona con diabete - che non ha più necessità di spostarsi - ma anche e per l’organizzazione: il telemonitoraggio consente di ridurre il numero di accessi nelle strutture diabetologiche e quindi di ridurre il carico di lavoro e le liste d’attesa”, spiega Riccardo Candido, Presidente di Amd.

Inoltre, gli studi sul diabete hanno dimostrato come i sistemi di telemedicina riducano significativamente i costi di gestione e agiscano positivamente sul controllo metabolico, osserva Angelo Avogaro, Presidente della Sid. “I sistemi di telemedicina e telemonitoraggio portano a un risparmio significativo nei costi sanitari, in particolare nell’ambito delle malattie croniche come il diabete, che è una patologia paradigmatica, in cui il monitoraggio è assolutamente importante”, dice Avogaro. “Uno studio condotto dall'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica su 872 visite, ha stimato risparmi rilevanti per quanto riguarda il telemonitoraggio, pari a circa 20 euro a visita rispetto a una visita tradizionale. Se un paziente viene da un Comune diverso, tale risparmio può aumentare fino a 76 euro”. A questo risparmio va aggiunto quello dei costi indiretti, come quelli legati allo spostamento dei pazienti che si fanno visitare in ospedale.

L’esperto ricorda che il telemonitoraggio in diabetologia è un elemento essenziale nella gestione del paziente, anche grazie agli investimenti fatti nell’ambito della Missione 6 del PNRR, in cui la Telemedicina assume un ruolo primario per un migliore supporto ai pazienti cronici nella riorganizzazione dell’assistenza territoriale.

Il documento di consenso si concentra sulle principali aree di applicazione nell'ambito della gestione del diabete, in particolare il diabete di tipo I, il diabete gestazionale e il diabete di tipo II in persone, anziane, fragili, che hanno difficoltà a muoversi dal proprio domicilio. Come nota Avogaro, è importante fornire, attraverso il telemonitoraggio, un quadro clinico completo: oltre alla glicemia possono essere monitorati altri parametri, come riduzione del filtrato glomerulare che caratterizza il 30% dei diabetici, o la titolazione dell’insulina, sopratutto negli anziani.

Fra i concetti chiave del documento emerge l’importanza di integrare il dato della misurazione parametrica della glicemia con il profilo clinico e la storia clinico-terapeutica di ogni singolo paziente contenuti nella Cartella Clinica Elettronica in ottemperanza a quanto previsto dal DM del settembre 2022, quadro normativo alla base del PNRR Missione 6 Componente 1 | 1.2.3 Telemedicina. “Il documento definisce la necessità di ‘avvisi’ (advice nel documento) da far arrivare alla struttura di diabetologia per segnalare situazioni anomale nell'ambito dell'andamento glicemico. Gli avvisi vengono correlati all'andamento clinico della persona con diabete, con l'opportunità di un link diretto alla Cartella Clinica informatizzata utilizzata nelle diabetologie”, nota Candido. “A nostra conoscenza si tratta del primo (e unico, al momento) documento a disposizione dell'Istituzione su come effettuare nella pratica clinica l'attività di telemonitoraggio che, come diverse attività di telemedicina, è ampiamente declinata dal PNRR e dai nuovi modelli organizzativi come strumento fondamentale per migliorare l'assistenza alle persone con diabete e per migliorare l'organizzazione in ambito diabetologico”.

Avogaro conclude osservando che: “il telemonitoraggio, unito al Fascicolo Sanitario Elettronico e alle Cartelle Cliniche informatizzate, rappresenta un'opportunità unica per la diabetologia negli anni futuri in termini di gestione del paziente”.

È importante la fornitura di un quadro clinico completo, invece che il deposito di dati riferiti a rilevazioni di mere glicemie, alla Infrastruttura Regionale di Telemedicina e, quindi, al Fascicolo Sanitario Elettronico. Il documento sottolinea, inoltre, la necessità prospettica di disporre di dati di Telemonitoraggio per scopi di survey epidemiologiche. Il Telemonitoraggio unificato alle attività in Cartella Clinica Elettronica rappresenta una modalità di espansione, e allo stesso tempo di continuità, dell’attività ambulatoriale all’esterno dell’edificio di visita in presenza, con notevoli vantaggi nella gestione del paziente e benefici sul piano organizzativo, dalla gestione delle agende ai tempi di attesa. Infine, il quadro clinico integrato di Telemonitoraggio con i dati in Cartella Clinica Elettronica rappresenta uno strumento utile per valutazioni di costo-efficacia degli approcci di Telemedicina e impatto positivo sulla razionalizzazione della spesa e delle risorse.



20 giugno 2024
© Riproduzione riservata

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