Lo studio dell'intelligenza artificiale nel settore della procreazione medicalmente assistita è in costante aumento e le reti neurali convoluzionali sono state fin da subito testate nel laboratorio di embriologia, con l'obiettivo di perfezionare la standardizzazione, l’automazione e la riproducibilità delle procedure. I nuovi tool promettono un importante avanzamento sia nella conoscenza dei processi biologici alla base della riproduzione, sia nel migliorare le probabilità di ottenere una gravidanza per le coppie in trattamento. Ma la produzione scientifica su questo argomento, che ha visto un andamento quasi esponenziale negli ultimi anni, ha evidenziato luci ed ombre sulle reali possibilità di utilizzo di questa tecnologia, almeno al momento attuale, che rischiano di creare false aspettative.
Il 13 maggio si tiene a Roma l’incontro annuale della Società Italiana di Embriologia, Riproduzione e Ricerca (SIERR) che quest’anno ha richiamato esperti da tutto il mondo e vede tutte le figure professionali del settore unite in un unico congresso. Il tema dell’evento è proprio quello dell’intelligenza artificiale nella PMA. “In un periodo storico in cui la denatalità rappresenta un'emergenza e sempre più coppie si affidano ai percorsi di PMA per problemi riproduttivi, l’evoluzione del settore rappresenta un aspetto cruciale con importanti risvolti sociosanitari”, evidenzia il presidente SIERR, Valerio Pisaturo. Tuttavia, “è fondamentale introdurre queste tecnologie con criterio e con un approccio matematico e computazionale ben progettato. L'obiettivo è quello di migliorare le procedure e la qualità dei trattamenti offerti, rispettando sempre le esigenze dei pazienti e garantendo un approccio etico e sicuro”.
Sono trascorsi ormai più di quarant’anni dalla nascita della prima bambina da tecniche di PMA e gli strumenti disponibili per i trattamenti dell’infertilità, da allora, sono notevolmente cambiati. Le tecniche impiegate nel laboratorio di PMA, inoltre, hanno ampliato lo scenario di applicazione che supera il mero trattamento delle coppie infertili per il successo riproduttivo. Tuttavia, per molte coppie infertili, il percorso verso la genitorialità attraverso la PMA è un processo lungo e impegnativo dal punto di vista emotivo e finanziario. Per questo, le nuove tecnologie rappresentano un importante strumento per l'evoluzione del settore. Come ribadisce Pisaturo, "vanno sempre introdotte con criterio in ambito clinico, per utilizzare al meglio le loro potenzialità". Danilo Cimadomo, Coordinatore Scientifico della SIERR, spiega: "esistono già dei sistemi di intelligenza artificiale nel nostro settore e verosimilmente l'applicazione di questi tool aumenterà. È fondamentale per gli esperti del settore essere informati anche per saper comunicare in modo corretto con i pazienti. Bisogna spiegare loro che avere a disposizione video in time lapse degli embrioni e poter applicare dei tool di AI che vanno a oggettivare e aumentare il livello di dettaglio, superiore a quello dell’occhio dell’embriologo, incrementa la qualità e la quantità di informazioni che possiamo ottenere sugli embrioni. E aumentando le conoscenze a livello teorico, possiamo tradurre tutto questo in un miglioramento della pratica clinica: sapere sempre di più su come gli embrioni si comportano in vitro permette di valutare meglio quali sono quelli con le maggiori chance di risultare in una gravidanza a termine. Questa è la vera promessa dell’intelligenza artificiale in questo ambito, e il nostro compito è anche quello di frenare entusiasmi relativi ad applicazioni pionieristiche e attualmente dai costi elevati, soprattutto in un ambito come quello della PMA”.