Aids. Dagli Usa nuova terapia anti-Hiv. Tutto in una pillola. Ma è polemica
L’Fda ha appena approvato una nuova terapia basata sull’assunzione quotidiana di una sola pillola, ma le associazioni dei pazienti denunciano: “Costa troppo”. E ancora: “Esistono altri farmaci equivalenti, era necessario approvarne uno nuovo?”. Una questione di brevetti secondo il New York Times.
29 AGO - Non è la prima volta che viene approvato un farmaco contro l’Hiv che racchiude diversi princìpi attivi in un'unica pillola: dal punto di vista farmacologico non sembra essere un grande passo in avanti. Eppure il farmaco – che si chiama Stribild e contiene quattro sostanze diverse – è stato approvato dall’Fda e verrà presto commercializzato negli Stati Uniti. L’ok alla distribuzione ha sollevato le ire delle associazioni a sostegno dei pazienti, infuriate per il prezzo della terapia. Ma la polemica non riguarda solo questo: come riportato dal
New York Times, la motivazione per cui la casa produttrice Gilead ha cercato fortemente l’approvazione del farmaco è un mero tornaconto economico, che secondo molti poco ha a che fare con la reale efficacia della pillola.
Il prezzo
Sono due i livelli sotto cui guardare la questione. Il primo è quello del prezzo della terapia che arriverà a costare ai pazienti circa 28,500$ l’anno, ovvero poco meno di 23 mila euro. “È irresponsabile immettere sul mercato un nuovo farmaco di questo tipo, che avrà l’unico effetto di aumentare la pressione economica sui già provati programmi di salute pubblica che pagano la maggior parte delle spese sanitarie dovute per l’Hiv”, ha spiegato
Michael Weinstein, presidente dell’Aids Healthcare Foundation, organizzazione no-profit che fornisce supporto a oltre150 mila persone sieropositive in 26 paesi nel mondo. “A questi livelli non è una scelta sostenibile”.
Anche perché la nuova pillola sarebbe simile ad alcune già in commercio. Stribild, questo il suo nome, è la terza pillola unica giornaliera immessa sul mercato da Gilead, dopo Atripla nel 2006 e Complera appena l’anno scorso. Tra l’88 e il 90 per cento dei pazienti che lo assumono vede diminuire i livelli di virus nel sangue fino alla soglia rilevabile in 48 settimane, rispetto all’84% dei pazienti trattati con Atripla e l’87% di chi assume una combinazione di Truvada, Reyataz e Norvir.
Il passaggio dalle terapie precedenti a queste di nuova generazione ha sicuramente segnato una svolta nella vita dei pazienti sieropositivi: nella seconda metà degli anni Novanta, chi era affetto da Hiv doveva assumere fino a due dozzine di farmaci diversi, giorno e notte ognuno al suo orario, per tenere a bada l’infezione. Oggi ne basta uno solo. Peccato che Stribild – come riporta ancora il
New York Times – non sembra rappresentare un passo in avanti così grande rispetto ai suoi predecessori. La combinazione è sostanzialmente equivalente alla prima messa in commercio, e ne evita soltanto alcuni effetti collaterali in ambito psichiatrico.
Ma allora perché immetterlo nel mercato?
Il problema alla base della polemica scoppiata negli States, dice ancora il New York Times, è prevalentemente economico. Stribild potrebbe essere importante per Gilead perché è la prima pillola di cui la società possiede tutti gli ingredienti: Atripla contiene un farmaco di Bristol-Myers Squibb, Complera ne contiene uno di Johnson & Johnson, e così la casa farmaceutica deve spartire i profitti. Se – come emerge dalle proiezioni – Stribild dovesse aggiudicarsi una buona fetta di mercato rubandola alla gemella Atripla, per Gilead sarebbe un risultato molto favorevole dal punto di vista economico.
Anche perché, sebbene l’azienda abbia più volte ribadito che il prezzo del nuovo farmaco è paragonabile a quello dei precedenti trattamenti, in realtà la terapia annuale con Stribild costerebbe circa un terzo in più di quella con Atripla, il cui prezzo arriva intorno ai 21 mila dollari l’anno, ovvero ‘solo’ 17 mila euro.
L’ok dell’Fda, segue altri dati in questi mesi a Gilead: quello di Truvada, che non aveva mancato di
generare polemiche, o quello sul kit
fai-da-te per il test dell’Hiv. darà dunque all’azienda un grande vantaggio sui concorrenti, regalandogli quasi un monopolio sul trattamento dell’Hiv. Per questo, spiegano gli esperti, il prezzo può essere tanto più alto rispetto a quello delle altre terapie farmacologiche.
Per calmare le polemiche
Erin Rau, portavoce di Gilead, ha prima detto che “i prezzi non possono essere abbassati, poiché riflettono costi di produzione molto alti” e ha poi aggiunto che “l’azienda sta già pensando alla possibilità di applicare trattamenti di favore verso i programmi di assistenza che sono già offerti dalle assicurazioni sanitarie”. Aggiungendo poi che “presto si potranno cedere i diritti di sviluppo del farmaco generico di Stribild ad alcune aziende indiane, in modo che la pillola possa arrivare a prezzi ribassati anche nelle zone più povere del mondo”.
Se questo sarà abbastanza per calmare le acque e tranquillizzare i molti detrattori, soprattutto a fronte dell’enorme tornaconto economico dell’azienda per la commercializzazione della nuova pillola, lo si potrà dire solo nei prossimi tempi.
Laura Berardi
29 agosto 2012
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