Dieta iperproteica e dieta ipoglucidica, il Ministero fa il punto tra “suggestioni e realtà”
Elaborato dal Tavolo tecnico sulla sicurezza nutrizionale un documento che analizza la diffusione dei queste diete ‘particolari’ e “definisce delle linee di indirizzo, supportate da evidenze scientifiche, con lo scopo di uniformare strategie d’intervento, al fine di scongiurare comportamenti di “autoprescrizione “, senza alcun controllo specialistico”. IL DOCUMENTO
02 DIC - “Si sta verificando una preoccupante diffusione, attraverso i mass media ed il web, di indicazioni relative a diete iperproteiche ipoglucidiche, ed eventualmente ipocaloriche, suggerite non solo per il controllo del sovrappeso/obesità, ma anche per preservare lo stato di salute, in particolari condizioni, o per supportare le pratiche sportive. Tali indicazioni vengono proposte alla popolazione generale senza alcun distinguo e perlopiù senza dichiarare gli eventuali effetti collaterali e senza suggerire la necessità di una valutazione medica specialistica quale elemento necessario per la protezione della salute. Risulta quindi importante, ai fini della tutela della salute, definire linee di indirizzo, supportate da evidenze scientifiche, con lo scopo di uniformare strategie d’intervento, al fine di scongiurare comportamenti di “autoprescrizione “, senza alcun controllo specialistico”.
È questo il motivo per cui il
Tavolo tecnico sulla sicurezza nutrizionale (Tasin) del Ministero della Salute ha elaborato un documento in cui analizza il fenomeno “tra suggestioni e realtà”.
I punti cardine da tenere a mente:
A) Le prescrizioni dietetiche devono essere sempre definite e valutate in ambiente medico. La tutela della salute della persona deve essere il primo obiettivo. L’autoprescrizione di regimi dietetici può rappresentare un rischio per la salute
B) Le migliori strategie di cura e prevenzione in campo nutrizionale sono rappresentate da cura personalizzata, educazione e supporto nutrizionale alla persona, correzione delle abitudini alimentari e miglioramento dello stile di vita
C) La dieta bilanciata mediterranea resta a tutt’oggi la migliore strategia di prevenzione nutrizionale per mantenere lo stato di salute in tutte le fasce d’età. Vi sono solide evidenze degli effetti positivi di questo regime alimentare rispetto alla riduzione del rischio cardio-vascolare e al processo di invecchiamento fisiologico
D) Le diete ipoglucidiche con quote proteiche personalizzate sulla base di osservazioni 7 cliniche, all’interno di un progetto terapeutico di più ampio respiro che tenga conto anche degli effetti sulla salute a lungo termine, possono essere prescritte e supervisionate da medici specialisti del campo internistico-nutrizionale ed endocrino-metabolico, per periodi congrui e comunque limitati, per il raggiungimento dei risultati metabolici desiderati. In considerazione degli incoraggianti risultati, non solo rispetto alla riduzione della massa grassa nell’obesità, ma anche per i loro significativi effetti nel diabete di tipo 2, nella sindrome metabolica, nell’obesità con Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS), nell’obesità sarcopenica (10), rivestono particolare interesse le diete a ridotto contenuto di carboidrati (Low-CarbohydrateDiet e Very-Low-CarbohydrateKetogenicDiet), ma normoproteiche. Le diete chetogeniche normo-energetiche troverebbero applicazione in altri campi (es. patologie neurologiche). Si suggerisce comunque la possibilità di ampliare gli studi in tal senso e di valutarne gli effetti con follow-up a lungo termine
E) Le diete ad aumentato contenuto di proteine ad alto valore biologico assumono un ruolo di rilievo nell’anziano sarcopenico con o senza obesità (5, 14, 15, 16) F) L’intervento nutrizionale nello sportivo dovrebbe, prima di tutto, avere l’obiettivo di preservare lo stato di salute della persona e in età evolutiva favorire un sano accrescimento staturo-ponderale. Non vi sono evidenze che oltre un certo limite (2g/kg/ die) l’introito proteico nel soggetto sano ed atletico possa produrre risultati in termini di implementazione della massa muscolare. Deve essere sempre garantito all’atleta e allo sportivo un adeguato apporto energetico e di glucidi, non solo per sostenere lo sforzo fisico, ma anche a sostegno delle funzioni vitali
G) A tutt’oggi non esistono prove conclusive sugli effetti a lungo termine delle diete iperproteiche sulla funzionalità renale, ne deriva che vi sono importanti riserve a tal riguardo. Ciò porta ancora a ribadire la necessità di una approfondita valutazione medica che tenga conto dell’anamnesi e della funzionalità renale del paziente che venga sottoposto, anche per periodi limitati, ad una dieta ad aumentato contenuto proteico.
02 dicembre 2021
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