Il biotech farmaceutico in Italia
11 GIU -
Il settore biotech è una forte leva di crescita, trainato dal red biotech
Il red biotech è il più importante ambito di intervento del settore delle biotecnologie e contribuisce per il 58% al numero di imprese (235), con risultati importanti in termini di fatturato (95%), investimenti (92%), addetti in R&S (81%). I trend sono in crescita per quanto riguarda fatturato e investimenti, mentre si registra una diminuzione del numero di imprese (circa -4%).
Il settore del farmaco biotech: una risorsa per il Paese
Nell’ambito del red biotech, il settore del farmaco biotech è il comparto principale e, in Italia, è composto da 175 tra imprese del farmaco e altre biotech del farmaco (tra cui, ad esempio, aziende che si dedicano in modo esclusivo alle biotecnologie). Per le sue caratteristiche si configura come una risorsa per il Paese in termini di investimenti, fatturato ed occupazione, ma soprattutto per la rilevanza della ricerca e dell’innovazione rispetto agli altri settori.
Si assiste ad un trend pressoché stabile del numero di addetti in R&S (4.846), con un numero di imprese in diminuzione (-4,9%), ma investimenti in R&S (pari a 1.410 milioni) e fatturato (6.052 milioni) in crescita rispetto allo scorso anno, rispettivamente del 3,1% e del 5%.
Una pipeline di farmaci ricca e in fase avanzata di sviluppo
I prodotti farmaceutici in sviluppo in Italia sono 359: il 59% è in fase avanzata di sperimentazione. Le imprese del farmaco hanno il 60% dei progetti in sviluppo mentre è in capo alle altre biotech del farmaco il restante 40%. La fase di preclinica (27% del totale) è l’attività principale di altre biotech del farmaco (58%), mentre le imprese del farmaco si concentrano sulle fasi di sviluppo più avanzate (44% in Fase III, 35% in Fase II). L’oncologia continua ad essere l’area terapeutica con il maggior numero di progetti di R&S (44%), con gran parte dei prodotti in fasi conclusive di sviluppo.
I farmaci biotech una realtà, non solo futuro
Sono 109 i farmaci biotecnologici disponibili (80% dei quali coperto da brevetto), relativi a 11 aree terapeutiche e commercializzati da 18 imprese. L’area più rilevante è l’infettivologia con 37 farmaci, seguita dall’area cardiovascolare ed ematologia (22) e dalle malattie metaboliche, epatiche ed endocrine (20). Si evidenza una prevalenza di vaccini (34) e di proteine ricombinanti (31).
Dei 109 farmaci disponibili, 20 hanno ottenuto la designazione di farmaco orfano e riguardano prevalentemente patologie connesse a malattie metaboliche, epatiche ed endocrine (7) e malattie infettive (7).
Le 175 imprese del settore: diverse e tutte importanti sul territorio
Le micro e piccole imprese (114) sono soggetti importanti perché tendono alla specializzazione in Fase di discovery e in aree terapeutiche di nicchia. In termini di attività industriale, si registra un aumento del fatturato complessivo del 5,6% (283 milioni) ed una contrazione (-2,7%) del numero di addetti in R&S (712 unità). Gli investimenti in R&S sono cresciuti del 3,2% attestandosi a 287 milioni (pari al 20,4% del totale). La strategia di impresa più adottata si conferma essere quella orientata alla pipeline e la partnership la forma di accordo preferita. L’autofinanziamento e i finanziamenti pubblici rappresentano invece le principali fonti utilizzate per il sostentamento delle relative attività.
Le medie imprese (29) hanno assistito ad una riduzione degli investimenti in R&S fino a 213 milioni (-1,4%) con un fatturato pari a 479 milioni in Italia e 900 dipendenti occupati in R&S. In prevalenza orientate alla pipeline (45%) e alle competenze (37%), utilizzano soprattutto partnership quali strategie di accordo, mentre a livello fonti di finanziamento le scelte risultano eterogenee.
Le grandi imprese (32) confermano il proprio ruolo di traino: la fotografia della loro pipeline, complessivamente composta da 186 progetti, evidenzia la presenza di 79 progetti in Fase III e 59 in Fase II. Tali imprese, che generalmente autofinanziano le proprie attività e sono interessate ad accordi di in-licensing e co-licensing, sono rilevanti in tutte le dimensioni di analisi: in termini di fatturato (5.290 milioni), di investimenti in R&S (910 milioni) e di addetti impiegati in R&S (3.234 unità).
11 giugno 2013
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