Ricerca e innovazione. E’ il momento del biotech e delle malattie rare
04 LUG - L’industria del farmaco a livello mondiale è il primo settore per investimenti in ricerca: tra le prime 10 aziende per livello di spese in R&S cinque sono farmaceutiche.
Una leadership che si conferma anche in Italia, con un’intensità – in termini di addetti e investimenti – più che doppia rispetto ai settori a media-alta tecnologia e circa 5 volte la media manifatturiera. In Italia sono impiegati 6.000 Ricercatori – più della metà dei quali donne – che nel 2011 hanno potuto contare su investimenti pari a 1.250 milioni di euro.
La farmaceutica rappresenta il 12% degli investimenti totali in R&S dell’industria manifatturiera, 3° settore per valore assoluto degli investimenti (dopo aeronautica e mezzi di trasporto e meccanica). In rapporto al mercato è il primo comparto e ha la più alta quota di imprese che svolgono attività innovativa (81%), dato per il quale l’Italia è seconda solo alla Germania.
Biotech
Un primato rafforzato dalla sinergia con le biotecnologie per la salute con una significativa crescita rafforzata da quasi 319 prodotti in sviluppo: 239 in fase clinica e 80 in pre-clinica, oltre a 84 molecole in fase di discovery.
Tra i farmaci in sperimentazione prevalgono le aree dell’oncologia (45%), delle malattie metaboliche, epatiche ed endocrine (9%), della neurologia (8%).
Malattie rare
I farmaci biotech sono fondamentali per il trattamento delle malattie rare che colpiscono non più di 5 persone su 10 mila; se ne conoscono oltre 7 mila di cui almeno l’80% di origine genetica. I pazienti raggiungono circa i 2 milioni in Italia e in Europa rappresentano il 6-8% della popolazione, ossia tra 24 e 36 milioni di persone.
Dal 2000 a oggi, inoltre, sono state presentate all’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) 1.454 domande per la qualifica di farmaco orfano, 989 medicinali hanno ottenuto la designazione di farmaco orfano e 64 sono state le autorizzazioni all’immissione in commercio.
Fonte: Farmindustria
04 luglio 2012
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