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A rischio non solo le articolazioni, ma anche organi e apparati


25 NOV - Polmone, cuore, rene, sistema nervoso centrale: sono alcuni degli organi e apparati compromessi in caso di malattia reumatica che solo in Italia sono oltre 5 milioni. In particolate i pazienti colpiti da malattie autoimmuni hanno una maggiore probabilità di andare incontro ad aterosclerosi, con conseguente alto rischio di complicazioni cardiovascolari. È quanto sottolineato in occasione XLVIII Congresso nazionale della Società Italiana di Reumatologia (Sir) in corso a Rimini.
“È opinione diffusa che le malattie reumatiche colpiscano pressoché esclusivamente le articolazioni - ha spiegato Gianfilippo Bagnato, professore ordinario di Reumatologia all’Università degli Studi di Messina – Se questo è probabile per malattie come l’artrosi, bisogna tuttavia considerare una serie di altre malattie in grado di interessare altri organi ed apparati, con conseguenze altrettanto rilevanti sulla qualità della vita dei pazienti. L’esempio più eclatante riguarda le connettiviti, malattie che colpiscono il tessuto connettivo, presente in ogni organo del nostro corpo. Nel Lupus Eritematoso Sistemico, ad esempio, il rene può perdere la sua funzione di filtro del sangue o possono manifestarsi crisi epilettiche, ictus o episodi psicotici a causa degli effetti sul sistema nervoso centrale”.
Studi recenti, in particolare, hanno evidenziato come tra i pazienti con malattie autoimmuni quali artrite reumatoide e spondilite anchilosante, è maggiore la frequenza di aterosclerosi, processo che determina un accumulo di grassi nel sangue con formazione di depositi (placche aterosclerotiche) di materiale grasso, prevalentemente colesterolo, conseguente restringimento dei vasi sanguigni e alto rischio di embolia, ischemia, infarto e trombosi. Secondo i reumatologi riuniti a Rimini, il processo aterosclerotico non è legato solo ed esclusivamente allo squilibrio dei grassi, ma anche al processo infiammatorio, tipico delle malattie reumatiche autoimmuni.
“I dati emersi da alcuni studi scientifici evidenziano come il trattamento precoce dell’infiammazione possa ritardare la comparsa di aterosclerosi – ha sottolineato Giovanni Minisola, presidente della Sir e direttore della Divisione di Reumatologia del San Camillo di Roma – Le complicanze cardiovascolari possono essere prevenute grazie alla diagnosi precoce e al controllo clinico regolare. I farmaci biologici, inoltre, si sono dimostrati in grado di aiutare a prevenire i danni extra-articolari. È quindi importante che queste terapie, che hanno letteralmente rivoluzionato il trattamento delle malattie reumatiche migliorando la qualità di vita dei pazienti, siano rese accessibili a tutti coloro che ne possono trarre giovamento”.
 

25 novembre 2011
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