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Ogni malato spende 2.600 euro l'anno per la salute. Più del doppio dei cittadini senza diabete


08 NOV - È uno dei dati emersi alla I Conferenza Nazionale sul Diabete, aperta oggi in Senato. La pandemia uccide 3 milioni di persone all’anno nel mondo ma si può fermare solo con uno sforzo congiunto di cittadinanza e istituzioni, chiamate in causa nel documento conclusivo che verrà presentato giovedì in commissione Igiene e Sanità. Presto pronto anche il primo Piano nazionale per il diabete.

È la persona ad essere al centro dell'attenzione, in questa prima Conferenza Nazionale sul Diabete in Italia. La persona diabetica, non la malattia in sé, al centro della giornata. Perché? "La patologia ha un forte impatto umano, sanitario e sociale", ha spiegato il Ministro della Salute Ferruccio Fazio, intervenuto a Palazzo Giustiniane per aprire i lavori e annunciando che sarà presto pronto il primo Piano nazionale per il diabete che indicherà le linee giuda uniformi per fronteggiare a 360 gradi la malattia, dalla prevenzione all'assistenza.
Una pandemia, così l'ha definita l'Onu nell'ultima Dichiarazione Politica sulle malattie non trasmissibili. E secondo l'Oms sarà entro il 2030 la quarta causa di morte in Europa. "Già oggi uccide 3 milioni di persone l'anno nel mondo", ha spiegato Ignazio Marino, senatore e presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale. "Un dato impressionante, soprattutto se confrontato con quello delle tre patologie che consideriamo come le più spaventose dei nostri tempi: Aids, malaria e tubercolosi, tutte insieme, arrivano appena a 5 milioni di morti l'anno", ha continuato il senatore.
Una patologia che interessa tutti i cittadini, visto che nell'arco di soli 9 anni (dal 2000 al 2009) la percentuale di malati nel nostro paese è passata dal 3,7% al 4,9%. "Ogni minuto a qualcuno in Italia viene diagnosticata questa malattia. Ogni 3 minuti e mezzo un diabetico ha un attacco cardiaco, ogni dieci muore", questi i dati spaventosi, riportati al convegno da Antonio Nicolucci del Consorzio Mario Negri Sud.
Un problema sociale, ma che grava soprattutto sulla persona diabetica, e non solo in termini clinici. In media ogni malato spende 2.600 euro l'anno per la sua salute, più del doppio rispetto ai concittadini senza diabete. Di questi soldi solo il 7% deriva dalla spesa per i farmaci, mentre il 25% è legato alle complicanze cardiovascolari, renali, oculari e neuropatiche. Si calcola infatti che il costo per i pazienti che presentano complicanze sia addirittura quadruplo rispetto agli altri e che circa il 20% delle persone in ricovero ospedaliero sia affetto da questa patologia.
Il peso sul Sistema sanitario non è dunque banale. Ma il quadro dell'assistenza a livello nazionale non è ancora omogeneo. Anche per questo la prima Conferenza Nazionale sul Diabete ha prodotto un documento, che verrà presentato il prossimo 10 novembre alla commissione Igiene e Sanità del Senato. Al centro del documento? Il fatto che per avere un sistema di cura del diabete efficace ed efficiente c'è bisogno di un sistema sanitario integrato, che vede le strutture che erogano il servizio collegate e coordinate tra loro. "Non è possibile che una persona diabetica che vive a Milano veda garantito e tutelato il suo diritto alle cure adatte, mentre se vive in altre città o regioni si vede meno tutelato, o addirittura per niente", ha spiegato nella conferenza la senatrice Emanuela Baio, presidente del Comitato per i Diritti della Persona con Diabete, che ha accolto l'annuncio del ministro Fazio sul Piano nazionale per il diabete come "un risultato importante per il quale ringrazio tutte le associazioni, gli operatori del settore e le famiglie dei pazienti diabetici che, insieme a me, si sono impegnati per questo obiettivo comune. Abbiamo ancora tanto lavoro da fare - ha aggiunto Baio - ma da oggi siamo in possesso di uno strumento essenziale affinché i diritti della persona con diabete siano finalmente rispettati senza se e senza ma".
Quello che si cerca è un dialogo con le istituzioni, e anche il documento che sarà presentato in commissione Igiene e Sanità del Senato ne è prova. Ma con alcuni paletti fermi. "Tanto clamore per una sola malattia? Sì, per la pandemia in sé e anche per le conseguenze che ha", come spiegato da Antonio Tomassini, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato. "Il cammino è unico ed è già segnato: il futuro sono prevenzione e ricerca. E questo va fatto capire a tutti i governi, di qualunque segno siano".
 
L.B.
 

08 novembre 2011
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