Donazione organi a cuore fermo. La Regione avvia l’istituzione del tavolo tecnico regionale
di Elisabetta Caredda
Bartolazzi: “Il numero di donazioni di organi da donatori con accertamento di morte con criteri neurologici sono stabili. Per aumentare il numero di donatori, in diverse realtà italiane ed europee si stanno sviluppando dei programmi di donazione di organi da soggetti deceduti per arresto cardiocircolatorio e sottoposti ad accertamento di morte con criteri cardiologici. I risultati dimostrano la valenza strategica di questo programma”. LA DELIBERA
10 SET - Ben presto anche in Sardegna potrà essere avviato il tavolo tecnico regionale che si occuperà di predisporre il ‘Programma di donazione di organi da donatore a cuore fermo (DCD)’, progetto
accennato al nostro giornale dal dottor Lorenzo D’Antonio, coordinatore del Centro Regionale Trapianti, e già attuato in altre dodici regioni italiane. Ecco che la Giunta nei giorni scorsi ha deliberato le modalità di istituzione di suddetto organismo che vedrà coinvolgere gli specialisti del campo, a partire dai professionisti dell'Arnas ‘G. Brotzu’ e dell'AOU di Sassari.
“Ricordo che la legge del 91/1999 – spiega l’assessore
Armando Bartolazzi a
Quotidiano Sanità - che riguarda le disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti, disciplina il prelievo di organi e di tessuti da un soggetto di cui sia stata accertata la morte e regolamenta le attività di prelievo e di trapianto di tessuti, e di espianto e di trapianto di organi, anche da soggetto vivente”.
“Anni dopo la Giunta regionale, nell’anno 2017 – prosegue l’assessore -, ha deliberato la nuova articolazione organizzativa del sistema regionale di donazione e trapianti al fine di rafforzare la struttura della rete regionale trapianti con lo scopo di potenziare i percorsi e le aree di attività. Ha quindi confermato le funzioni del Centro regionale trapianti (CRT) e la sua collocazione presso il presidio ospedaliero Binaghi dell'ASL n. 8 di Cagliari, e, contestualmente, ha deliberato che le attività del Centro regionale trapianti sono coordinate, in armonia alla legge, da un Coordinatore regionale nominato dall'assessore della Sanità”.
“Successivamente, con deliberazione dell’anno 2020, sono stati invece recepiti gli Accordi tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, che riguardano il Programma nazionale donazione di organi 2018-2020 e i requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi delle strutture sanitarie per lo svolgimento delle attività di trapianto di organi solidi da donatore cadavere. Quindi i criteri e le procedure per l'autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie, singole o afferenti ad un programma regionale di trapianto, comprese le attività di trapianto pediatrico; ed i volumi minimi di attività e degli standard di qualità delle strutture autorizzate”.
“Continuando, nell’Accordo succitato si parla poi di Protocollo per la valutazione di idoneità del donatore di organi solidi, nonché di requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici degli Istituti dei tessuti per la qualità e la sicurezza nella donazione, l'approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umane”.
“Il trapianto di organi sappiamo bene rappresenta un'attività sanitaria ad alta valenza sociale, il cui potenziamento in termini numerici e di qualità dei risultati costituisce il presupposto per garantire una migliore qualità di vita a un sempre più elevato numero di persone affetta da gravi insufficienze d'organo. Attualmente, i risultati delle donazioni di organi da donatori con accertamento di morte con criteri neurologici sono mantenuti relativamente stabili in termini numerici, ma non più in crescita. Per aumentare dunque il numero di donatori, si stanno sviluppando in diverse realtà dei programmi di donazione di organi da soggetti deceduti per arresto cardiocircolatorio e sottoposti ad accertamento di morte con criteri cardiologici (DCD)”.
“I dati disponibili della letteratura internazionale, soprattutto quelli prodotti da Spagna e Regno Unito, indicano come il procurement di organi da donatori a cuore fermo sia una risorsa preziosa per i pazienti in attesa di trapianto, in particolare, l'esperienza di questi Paesi dimostra che la donazione ‘DCD controllata’ è quella che oggi consente di ottenere i risultati migliori in termine di riproducibilità ed anche di risultati dei trapianti effettuati. In Italia il primo programma di prelievo di organi da donatori a cuore fermo è stato elaborato e messo in pratica nel 2008 dal Policlinico S. Matteo di Pavia e, da allora, grazie all'estendersi dell'utilizzo della metodica DCD, in dodici regioni italiane viene attuata tale tecnica di donazione che ha visto coinvolgere nell'anno 2023 ben 72 ospedali, con l'utilizzo degli organi di 211 donatori DCD ed il trapianto di 444 organi, dimostrando la valenza strategica di questa tipologia di programma”.
Il citato Accordo Stato Regioni, che risale al 14 dicembre 2017, sul Programma nazionale donazione organi 2018-2020 evidenzia la valenza strategica del programma di donazione a cuore fermo e prevede la programmazione di questa metodica in tutte le Regioni e Province autonome, con il coinvolgimento delle Aziende ospedaliere, delle Aziende ospedaliero universitarie, degli IRCCS e le Aziende di alta specialità. Il Centro nazionale trapianti e la Rete nazionale trapianti hanno elaborato, in data 2 giugno 2021 e revisionato in data 25 gennaio 2023, un progetto concernente ‘Consenso su procedure di donazione DCD controllata in Italia: position paper e documento di indirizzo della rete nazionale’, con lo scopo di chiarire i principi di riferimento e gli scenari organizzativi possibili con particolare riguardo alle responsabilità dei diversi attori della metodica DCD”.
“In Sardegna è dal 1988 che l'attività di donazione e trapianto degli organi viene svolta esclusivamente con organi prelevati dopo accertamento della morte con criteri neurologici (donatori cosiddetti a cuore battente o DBD) e che, oltre all’Arnas ‘G. Brotzu’, sede dei centri trapianto degli organi rene, cuore, fegato e pancreas, partecipano alle attività di donazione tutte le altre aziende sanitarie tramite i presidi ospedalieri dotati di reparto di terapia intensiva. Oltretutto si è visto che l'attività di segnalazione dei potenziali donatori di organi del territorio ha avuto un incremento nel corso degli ultimi anni e l'Arnas ‘G. Brotzu’ e l'AOU di Sassari hanno maturato professionalità ed esperienza nella gestione organizzativa della donazione a cuore battente e sono dotati di tutte le specialità e attrezzature necessarie per intraprendere anche l'attività di donazione a cuore fermo”.
“In considerazione di quanto premesso, ho proposto ed abbiamo approvato in sede di Giunta di istituire un tavolo tecnico regionale che si occuperà del ‘Programma di donazione di organi da donatore a cuore fermo (DCD)’, ed avrà il compito di predisporre un protocollo specifico per il percorso multidisciplinare per la donazione multiorgano a cuore fermo ed elaborare programmi per la formazione e l'aggiornamento degli operatori sanitari; ciò, coinvolgendo eventuali altri specialisti e/o altre professionalità per lo svolgimento di specifiche attività. Il suddetto tavolo tecnico regionale opererà presso la direzione generale della Sanità, che assicurerà il supporto organizzativo e tecnico amministrativo”.
“Il ‘Programma di donazione di organi da donatore a cuore fermo (DCD)’ sarà avviato a partire dai presidi ospedalieri dell'Arnas ‘G. Brotzu’ e dell'AOU di Sassari, ed io mi occuperò di individuare i componenti del tavolo tecnico tra i professionisti di queste stesse due strutture sanitarie e di stabilire i termini di predisposizione del programma” – conclude Bartolazzi.
Elisabetta Caredda
10 settembre 2024
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Sardegna