Sardegna. Primo prelievo d’organi del 2024 all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia
di Elisabetta Caredda
Fegato e reni donati a tre pazienti sardi, il cuore a un paziente lombardo. Fonnesu: “Il lavoro della équipes medica e sanitaria è fondamentale ma il ruolo più importante è quello della famiglia che, dando l’assenso alla donazione, offre a malati in lista d’attesa una speranza e un trattamento a volte salvavita”. D’Antonio. “Siamo molto soddisfatti, questo per noi è motivo in più per perseverare e per proseguire su questa strada”.
09 SET - Fegato e reni donati a tre pazienti sardi, il cuore ad un paziente lombardo. Un prelievo multiplo di organi eseguito nei giorni scorsi nell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, il primo dell’anno in corso, grazie “all’atto d’amore della famiglia di un uomo quarantenne originario dell’Ecuador deceduto a causa di una lesione encefalica acuta irreversibile”, comunica la ASL Gallura.
“Un gesto che ha ridato una speranza di vita a quattro persone che erano in lista d’attesa per un trapianto – continua la ASL 2 -. Si tratta del primo prelievo d’organi del 2024 eseguito in Gallura ed è stato effettuato attraverso la struttura complessa di Anestesia e Rianimazione diretta dal dottor
Roberto Passaro, in coordinamento con il Centro Regionale Trapianti coordinato dal dottor
Lorenzo D’Antonio. L’attività in questa occasione ha potuto contare anche sul supporto di diversi medici della stessa Asl: il Chirurgo dottor
Daniele Bertulu coadiuvato dalla dottoressa specializzanda di Chirurgia
Arianna Meloni e l’Urologo
Sergio Lacquaniti, afferenti al dipartimento di Patologia acuta di Media Intensità diretto dal dottor Luigi Presenti, insieme alle équipes chirurgiche provenienti dai Centri Trapianti di Cagliari e della Penisola”.
“La donazione degli organi – spiega la dottoressa
Fabienne Fonnesu, Coordinatrice locale dei prelievi – è un processo complesso ed articolato gestito dall’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, dove purtroppo si verifica la morte encefalica di un paziente che ha subito una lesione cerebrale acuta, irreversibile, di natura traumatica, emorragica, ischemica o infettiva. Accertare la morte encefalica è un obbligo di legge ed avviene in Rianimazione con la convocazione del Collegio Medico, composto da un Rianimatore, un medico della direzione Sanitaria o Anatomopatologo e un medico Neurologo, che esegue tutte le verifiche previste dalla normativa vigente per sei ore. Al termine dell’accertamento vengono contattati i parenti e viene avvertito il Centro Regionale Trapianti che verifica se la persona, in vita, ha indicato volontà di donazione. In caso di mancata espressione saranno i familiari aventi diritto a decidere se dare l’assenso alla donazione degli organi”.
“Se si verifica una volontà donativa – prosegue la dottoressa Fonnesu – il donatore viene sottoposto al mantenimento della funzionalità degli organi e ad indagini cliniche, strumentali e sierologiche atte a valutare l’idoneità degli organi mediante la collaborazione della Radiologia, del Laboratorio analisi, del Centro Trasfusionale, dell’UTIC, degli Internisti esecutori di biopsia epatica e dell’Anatomia patologica dell’ospedale. Una volta stabilito quali organi siano idonei, il donatore viene trasferito presso il Blocco operatorio per effettuare il prelievo degli organi. Il lavoro di squadra è fondamentale ma il ruolo più importante è certamente quello della famiglia, che in un momento di sconforto per la perdita del proprio caro, dando l’assenso come in questo caso alla donazione degli organi, offre a malati in lista d’attesa una speranza e un trattamento a volte salvavita”.
Esprime soddisfazione il dottor Lorenzo D’Antonio che commenta a
Quotidiano Sanità: “L’intervento del prelievo multiorgano svolto presso l’ospedale di Olbia ha potuto dar luogo a ben quattro trapianti. Un risultato importante che ha messo in evidenza innanzitutto l’importanza della rete e del procurement della regione Sardegna, in quanto a questa attività, come accenna la ASL gallurese, hanno partecipato non soltanto i Centri trapianto di Cagliari, quindi l’ospedale ‘G. Brotzu’, ma anche il personale dell’ospedale di Olbia. Mi riferisco ai chirurghi ed urologi che hanno materialmente eseguito il prelievo”.
“Siamo dunque particolarmente orgogliosi – prosegue il coordinatore del CRT - perché ciò ha significato in quello che vogliamo raggiungere, cioè, rendere il sistema di procurement, e quindi di donazione di organi e di trapianto, un vero e proprio sistema regionale che possa utilizzare al meglio tutte le risorse regionali che abbiamo e che sono importanti perché questa attività sanitaria è una attività anche complessa, difficile; riuscire a portare avanti un processo di questo tipo significa essere particolarmente attenti e sintonici in quello che è l’obiettivo comune. Quindi con la consapevolezza di un obiettivo comune che porta una significativa energia pur tra mille difficoltà”.
“Considerate infatti le difficoltà che vive il nostro sistema sanitario non solo a livello regionale ma nazionale, rende ancora più merito alla nostra rete regionale quando poi si riescono a raggiungere questi obiettivi. Siamo dunque molto soddisfatti, questo per noi è semplicemente motivo in più per perseverare e per proseguire su questa strada. Abbiamo molti progetti, stiamo portando avanti il progetto di donazione a cuore fermo che entro la fine dell’anno vedrà deliberare il protocollo regionale, ed abbiamo anche il progetto del prelievo regionale: tutte attività che porteranno il sistema di donazione e trapianto della regione Sardegna al pari dei sistemi regionali più evoluti e virtuosi”.
“Già la regione Sardegna, ad oggi, è una regione che si colloca tra quelle più virtuose per quanto riguarda l’indice di donazione e quindi propria dell’attività del procurement, e devo dire che anche dal punto di vista del numero dei trapianti registrati questo anno, abbiamo rilevato che è superiore rispetto a quello dello scorso anno confrontato nel medesimo periodo dell’anno. Motivi che ovviamente, ripeto, ci danno forza di continuare; ovviamente è un sistema che necessita di risorse continue, ed in questo ci faremo promotori nei confronti della nuova giunta, del nuovo assessore regionale alla Sanità, che devo dire si sono subito dimostrati molto sensibili sia a questo settore, sia al cuore dell’attività nel suo specifico. E quindi contiamo di avere il supporto anche da parte della politica che è indispensabile per poter continuare ad avere sempre risultati maggiori” – conclude D’Antonio.
Elisabetta Caredda
09 settembre 2024
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