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Medicina generale. Smi Sardegna: “I soldi per le agenzie di intermediazione e il governo cubano siano investiti negli Air” 


Il sindacato sollecita un tavolo di confronto per discutere il rinnovo dell’Air, che dovrà “dare risposte alla carenza dei servizi sanitari sul territorio; intervenire sulle incombenze burocratiche che pesano sul lavoro dei medici e puntare in modo deciso all’adeguamento salariale per rispondere alla crisi della categoria”. Lo Smi ha pronta anche una propria proposta da presentare al tavolo. IL DOCUMENTO

30 AGO - “Chiediamo subito un tavolo di confronto alla Regione Sardegna per affrontare i contenuti dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR) della medicina generale anche al fine di discutere delle indennità da corrispondere ai medici disposti a lavorare nelle zone disagiate e disagiatissime della Sardegna. Indennità che possono prevedere anche il doppio dello stipendio, così come succede in altre aree d’Italia, per far fronte ad una più complessa organizzazione di lavoro”. A dirlo, in una nota, Luciano Congiu, Vice segretario regionale Sardegna del Sindacato Medici Italiani (Smi).

Per Congiu si tratta di elaborare una riorganizzazione che permetterebbe “sicuramente” anche di risparmiare. “Considerato che, a fronte dei bassi stipendi dei medici cubani, il governo di Cuba e le agenzie di intermediazione si fanno pagare profumatamente la somministrazione di manodopera specializzata. È questa la sanità che l'Assessore Doria vuole garantire ai cittadini della Sardegna? Così devono essere spesi i soldi delle tasse dei cittadini ?”; si chiede il sindacalista del SMI.

Lo Smi è pronto a presentare anche una propria proposta per l’AIR della Sardegna per la medicina generale, “che mettiamo a disposizione di tutta la categoria medica e delle istituzioni regionali per dare un contributo costruttivo alla risoluzione dei problemi della medicina generale convenzionata”.

“Siamo convinti – aggiunge Congiu - che nella nostra regione siano a rischio i Livelli Essenziali Assistenziali che devono essere invece garantiti a tutti i cittadini sardi, dal momento in cui si sta riscontrando una grave carenza in molte ASL sia nel settore dell'assistenza primaria che della continuità assistenziale, con implicazioni in termini di riduzione dell'offerta assistenziale ai cittadini. È necessario, per queste ragioni, tenuto conto della morfologia del nostro territorio, che la Regione Sardegna e ogni ASL individuino le aree disagiate e disagiatissime che presentino obiettive e impegnative condizioni di erogazione dell’attività assistenziale”.

Per il sindacalista occorre, inoltre, di fronte all’invecchiamento della popolazione, “implementare le cure domiciliari territoriali e le prestazioni sanitarie a domicilio per tutti i pazienti over 65 pluripatologici o con gravi difficoltà ad accedere ai servizi territoriali, tenuto conto dell’invecchiamento della popolazione. Proponiamo che la Regione Sardegna, in accordo con le organizzazioni sindacali istituisca, un progetto per il paziente over 65 pluripatologico o con gravi difficoltà ad accedere ai servizi territoriali”.

Il prossimo Accordo Integrativo Regionale della Sardegna per la medicina generale, infine, “dovrà tener conto dello stato di difficoltà dei medici sardi, che si è acuito dopo la pandemia. Si dovranno dare risposte alla carenza dei servizi sanitari sul territorio; intervenire sulle incombenze burocratiche che pesano sul lavoro dei medici e puntare in modo deciso all’adeguamento salariale per rispondere alla crisi della categoria. Il Sindacato Medici Italiani della Sardegna è pronto a mobilitarsi in difesa della sanità pubblica per il diritto dei pazienti a ricevere cure migliori e per la tutela del lavoro dei medici”, conclude Congiu.

30 agosto 2023
© Riproduzione riservata

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