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Telemedicina. L’Ospedale di San Gavino in prima linea nell’uso applicato ai pazienti cardiopatici

di Elisabetta Caredda

Ad oggi sono oltre 700 i pazienti portatori di pacemaker e defibrillatore seguiti a distanza da un’equipe dedicata. Delogu: “Il controllo remoto su tutti i dispositivi impiantati si è dimostrato fondamentale anche durante l’emergenza pandemica COVID per monitorare i pazienti direttamente a ‘domicilio’”. Soddisfazione per i risultati raggiunti dall’equipe del reparto espressa anche dal direttore generale e direttore sanitario della ASL Medio campidano.

30 AGO - Il reparto di Cardiologia dell’Ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale, afferente alla ASL del Medio Campidano, diventa punto di riferimento nel territorio sardo e nel centro sud Italia per la promozione della telemedicina applicata ai pazienti cardiopatici, avviata oramai da ben sette anni. Ad oggi sono oltre 700 i pazienti portatori di pacemaker e defibrillatore che sono seguiti a distanza dall’equipe ad essi dedicata.

Ma in che modo la Cardiologia del presidio di San Gavino si è distinta nell’utilizzo dei sistemi della telecardiologia nei dispositivi impiantati? Ad illustrare al nostro giornale i risultati raggiunti è il direttore di Cardiologia, il dott. Gianfranco Delogu, che ci spiega: “La Cardiologia del N.S. di Bonaria è nata come centro di elettrostimolazione nel 2016, e fondata dal sottoscritto insieme al cardiologo visionario Roberto Floris, si è pensato sin da subito all’attivazione di un centro moderno, scegliendo di utilizzare il controllo remoto su tutti i dispositivi impiantati, veramente “a tappeto” . Una scelta questa legata alla necessità, viste le scarse risorse, di poter effettuare il follow-up dei pazienti con una cadenza non troppo stretta delle visite”.

“Dopo pochi anni – prosegue il direttore -, questa scelta dapprima dettata da esigenze di strategia organizzativa per le ridotte risorse, si è dimostrata invece fondamentale nel momento in cui, con la pandemia COVID, si è assistito ad una inaspettata crisi del sistema tradizionale dei controlli effettuabili in presenza ma che ci ha permesso, per quanto riguardava i nuovi impianti di dispositivi (pacemaker, defibrillatori, sistemi di resincronizzazione, loop recorder etc), di affrontare l’emergenza sanitaria imprevista continuando a poter controllare e monitorare i pazienti direttamente a ‘domicilio’”.

Delogu approfondisce sottolineando: “La necessità successivamente di inserire in monitoraggio pazienti che ad esempio provenivano da altri centri, o che ci è stato chiesto di prendere in carico per motivazioni diverse, ha determinato il ripensamento del sistema: questi pazienti sono stati contattati telefonicamente, e, con la collaborazione delle case produttrici (tutte, prontamente disponibili), si sono visti recapitare a domicilio i comunicatori. Dopodichè sono stati ricontattati dagli operatori del nostro centro per l’addestramento all’utilizzo dei suddetti macchinari e per acquisire il consenso informato, registrando la conversazione in attesa di poter averne il supporto cartaceo. Si è inoltre proceduto ad una raccolta del feedback degli utilizzatori o dei caregivers mediante un apposito questionario, con dati decisamente positivi. I risultati di tale metodica e del rispettivo gradimento sono stati poi presentati ai congressi nazionali dell’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri ) e dell’AIAC (Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione)”.

“Per continuare – sottolinea il cardiologo -, oltre al controllo dei dati specifici dei dispositivi (funzionalità ed integrità del sistema), i dati rilevati dalla teletrasmissione hanno permesso di individuare molto precocemente la presenza di aritmie e l’inizio tempestivo della terapia appropriata nonché i segni di instabilizzazione dei pazienti portatori di scompenso cardiaco cronico. Si consideri che vengono rilevati e trasmessi tantissimi dati: la frequenza cardiaca e la sua variabilità, le aritmie, la frequenza respiratoria, la congestione polmonare, la percentuale di attività fisica, l’inclinazione del torace durante il decubito, la presenza di toni aggiunti, nonché un mix personalizzato di tali elementi. Per alcuni dispositivi sono inoltre stati forniti dispositivi aggiuntivi collegati wireless con il trasmettitore e quindi col nostro centro, quali una bilancia per il peso corporeo ed uno sfigmomanometro”.

“Si è perciò transitato dalla necessità della gestione dell’emergenza pandemica a quella di poter tenere sotto controllo i pazienti con patologie aritmiche e con scompenso cardiaco cronico pur con visite in presenza dilazionate. Tutto ciò con una organizzazione che fa capo ad un gruppo di infermieri formati specificamente ed agli specialisti dell’elettrostimolazione (tre infermieri e tre medici, di norma) che effettuano tale attività in modo non esclusivo; attualmente, su circa 1000 pazienti in carico, oltre 700 sono sottoposti al controllo remoto: una percentuale elevatissima, che è stato possibile raggiungere con un grande impegno dei professionisti e dell’organizzazione ma anche con l’opportunità offerta dall’apertura ex novo di un centro periferico quale il nostro” – conclude il direttore.

La soddisfazione dell’intera equipe di cardiologia rappresentata in questa illustrazione dell’attività assistenziale svolta dal direttore Delogu, viene condivisa ed espressa anche dal direttore generale Giorgio Carboni, e dal direttore sanitario Francesco Benedetto Ronchi, che aggiungono: “Le malattie cardiovascolari rientrano tra le cause principali di decessi in Sardegna. Poter dunque offrire un’elevata assistenza sanitaria anche di prevenzione che fa dell’ospedale del nostro territorio, il medio campidano, un punto di riferimento per tanti pazienti, è per noi un orgoglio. Così come lo sono tutti i medici, sanitari e personale tutto del reparto succitato che hanno reso possibile questo servizio sanitario, e che hanno cercato di mantenere con profitto anche durante l’emergenza pandemica. Lavorando come ben sappiamo con abnegazione. A tutti loro va con stima il nostro grazie, ed auspichiamo di poter proseguire sempre meglio in questa strada!”.

Elisabetta Caredda

30 agosto 2023
© Riproduzione riservata

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