Quali rimedi per rilanciare la sanità pubblica? Doria (Sardegna): “Ridurre il ricorso alle esternalizzazioni”
di Elisabetta Caredda
L’assessore alla Sanità della Regione Sardegna pone l’accento su alcune problematiche che sta sollevando al tavolo nazionale per il rilancio della sanità pubblica e quindi anche della macchina regionale sanitaria. “Il mio impegno è finalizzato a proporre tempestive misure per rinnovare e incentivare l'interesse verso il Ssn, da parte di tutti i professionisti sanitari, per evitare le fughe sempre più frequenti verso il privato o verso realtà estere più remunerative”, spiega.
24 MAR - Il rilancio della sanità pubblica, che abbraccia anche quella della macchina regionale sanitaria della Sardegna, per l’assessore regionale alla Salute,
Carlo Doria, passa attraverso le osservazioni critiche sul ricorso alle sempre più frequenti ‘esternalizzazioni’ dei servizi sanitari e le iniziative propositive per invertire la rotta. Temi su cui Doria lavora anche in seno alla conferenza Stato-Regioni e che annuncia sul nostro giornale.
“In Sardegna tutti i provvedimenti che localmente possono essere messi in campo per ottimizzare le performances della macchina regionale sanitaria – spiega il Professore - sono oggi stati adottati con il massimo impegno da parte di tutto l’assessorato e di tutti i direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere. Il mio compito, anche nella veste politica che occupo in seno alla conferenza Stato-Regioni, è quello di avanzare e condividere proposte normative finalizzate ad assicurare il potenziamento delle risorse umane soprattutto nei servizi vitali e indispensabili per garantire i LEA fra cui spicca quello della emergenza-urgenza”.
“Tale comparto – prosegue l’assessore -, di fondamentale importanza per la sanità ospedaliera e territoriale, è ormai in preda ad un ‘mercato’ fuori controllo causato dal ricorso a forme di ‘esternalizzazione’ dei servizi sanitari che si traduce in un impiego a carattere saltuario e precario di professionisti esterni, da parte delle aziende, a decremento della qualità del servizio con un costo economico estremamente rilevante”.
“Il cronicizzarsi della carenza di personale sanitario soprattutto nei reparti di emergenza-urgenza – evidenzia l’esponente di Giunta -, con lo scarso indice di gradimento che riscontrano le scuole di specializzazione in medicina e chirurgia d'urgenza, anestesiologia ed altre, ha spinto le aziende stesse a forme d'ingaggio atipiche, attraverso affidamenti di appalti esterni, talvolta di interi reparti, con costi crescenti contabilizzati non più tra i costi del personale, ma tra quelli per beni e servizi. L'uso distorto delle esternalizzazioni, peraltro, non soltanto ha generato in sempre più gravoso onere in capo alle strutture, ma ha comportato gravi criticità anche in termini di sicurezza delle cure”.
“Il mio impegno – continua Doria - è finalizzato a proporre sul tavolo nazionale tempestive misure per rinnovare e incentivare l'interesse verso il SSN, da parte di tutti i professionisti sanitari per evitare le fughe sempre più frequenti verso il privato o verso realtà estere più remunerative. Voglio sempre ricordare il detto francese ‘l’Argent fait la guerre’ ed in particolare invito il legislatore nazionale a studiare quanto prima la possibilità di un incremento delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive, per l'abbattimento delle liste di attesa, così da rendere il ricorso a tali prestazioni da parte delle aziende e degli enti del SSN più incentivante per i professionisti sanitari destinatari, nonché più utile per la collettività”.
“È necessario prevedere misure di premialità di carriera per chi accetta di prestare il proprio servizio nei reparti più impegnativi e di prima linea – sottolinea il Professore -, nonché pensare ad eventuali misure di defiscalizzazione del lavoro aggiuntivo e della indennità di specificità della dirigenza medica sanitaria. Sarebbe certamente utile pensare di adottare il prima possibile ulteriori iniziative normative che tengano in considerazione, anche per una valorizzazione ai fini previdenziali, la difficoltà e il disagio del lavoro prestato nei servizi di emergenza-urgenza, nella consapevolezza della centralità delle risorse umane per lo sviluppo ed il funzionamento dei servizi ospedalieri”.
“L'emergenza di personale sanitario ha origini lontane a cui hanno concorso numerosi fattori – conclude l’assessore -, non ultimi una errata valutazione e programmazione nel tempo dei fabbisogni, con il crescente innalzamento della relativa età media del personale e una eccessiva rigidità dei limiti alla spesa del personale dipendente che ha reso nel tempo scarsamente attrattivo il lavoro prestato presso gli enti e le aziende del SSN. Oggi è giunto il momento di un drastico cambio di rotta investendo maggiori risorse sulla sanità pubblica che deve continuare ad essere universalistica garantendo elevati standard qualitativi delle prestazioni”.
Elisabetta Caredda
24 marzo 2023
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