Sardegna. Nieddu: “Ecco il mio bilancio di fine mandato”
di Elisabetta Caredda
Con la nomina del successore Carlo Doria all’assessorato alla Sanità, Mario Nieddu termina il proprio mandato, incarico vissuto nel periodo di piena emergenza pandemica. L’ex assessore fa una sintesi dell’operato svolto in questi ultimi quattro anni e raccomanda: “Ora la nuova Giunta non disperda quanto di buono è stato fatto. Si riparta subito dalla riforma sanitaria”.
01 DIC - In seguito al
rinnovo della Giunta del governatore
Christian Solinas e la nomina di
Carlo Doria all’assessorato alla Sanità,
Mario Nieddu termina il proprio mandato. L’ex assessore alla Sanità saluta, e fa una sintesi a
Quotidiano Sanità su quanto fatto durante gli anni del proprio incarico, vissuto nel periodo di piena emergenza pandemica.
“Con l'ufficialità della nuova Giunta è arrivato il momento di interrompere questo viaggio”, dichiara
. “Una occasione per condividere con tutti voi alcune riflessioni e tracciare un bilancio di quanto fatto in questi quattro anni di lavoro intensi, oltre la metà impegnati a gestire una pandemia, un'emergenza storica epocale, non ancora completamente alle spalle. Per dare risposte alla necessità di cure e assistenza dei sardi abbiamo affrontato sfide impegnative guardando ad obiettivi spesso ambiziosi. Primo tra tutti l'attuazione di una riforma che, con le Asl, ha riportato la gestione dei servizi sanitari sui territori, vicino ai cittadini e ai loro bisogni di salute. Abbiamo gettato le basi per un nuovo modello d’assistenza attraverso il Piano dei servizi sanitari e lo abbiamo integrato con quello dei servizi alla persona che in Sardegna mancava da quasi sedici anni, inaugurando un modello di sanità moderno ed efficiente".
“In particolare - spiega Nieddu - per la nuova sanità territoriale abbiamo programmato risorse per circa 290 milioni di euro, tra PNRR, PNC e fondi regionali, per la realizzazione di 20 Ospedali della Comunità e cinquanta Case della Comunità, a cui si aggiungono investimenti per la realizzazione delle Centrali operative territoriali e per l’ammodernamento tecnologico dei nostri ospedali, compresa la telemedicina. Un avanzamento tecnologico su cui abbiamo puntato sin dall’inizio del mio mandato attraverso un piano triennale da 136 milioni di euro che include anche l’edilizia sanitaria, oltre alle risorse per il rinnovo delle radioterapie di Cagliari, Sassari e Nuoro. Abbiamo inoltre avviato numerosi cantieri; ultimo, e solo in ordine cronologico, la posa della prima pietra del nuovo ospedale di San Gavino Monreale, un'opera moderna e strategica finanziata con 68 milioni di euro che il territorio attendeva da vent’anni)”.
“Lavoro, impegno e dedizione che, purtroppo - dice l'ex assessore -, si scontrano quotidianamente con la madre di tutti i problemi nella Sanità: la carenza cronica di personale, in particolare medici specialisti, figlia di una programmazione miope aggravatasi nell'ultimo decennio. Ma non siamo stati con le mani in mano, tantomeno a piangerci addosso. Abbiamo affrontato la situazione mettendo in campo ogni strumento a nostra disposizione, a partire dalla formazione, per cui, in anticipo rispetto alla linea assunta a livello nazionale con l’arrivo del Covid, abbiamo incrementato le borse di studio aggiuntive regionali per le scuole di specializzazione portandole da poco meno di una trentina a oltre 250 nuove borse a disposizione ogni anno”.
“Per potenziare il nostro sistema sanitario regionale - racconta ancora l'ex assessore - abbiamo bandito oltre 160 concorsi in quattro anni a cui si aggiungono centinaia di selezioni e stabilizzazioni. Nel corso dell’emergenza pandemica siamo arrivati a reclutare ogni medico disponibile sul nostro territorio che fosse in possesso di un’abilitazione. E proprio negli anni più bui del Covid non dobbiamo dimenticare la gestione della pandemia negli ospedali e sul territorio con l’attuazione di una campagna di screening massiccia, unica in Italia, e una campagna di vaccinazione complessa e di dimensioni di cui mai si è avuta esperienza in precedenza“.
Ancora, “abbiamo riattivato i corsi EST per l’abilitazione dei medici del 118 che mancavano da quindici anni, un’inerzia che ha messo in forte sofferenza il comparto dell’emergenza urgenza anche nella nostra Isola. Siamo partiti in questi giorni da Olbia con il Numero Unico dell'Emergenza (NUE) 112, dando così attuazione alla direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Unione europea cheaccorpa sotto una Centrale Unica di Risposta i numeri di emergenza di 118, Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco e Capitaneria. Un'importante innovazione nel sistema dell'emergenza urgenza che inserirà l'isola tra le regioni italiane che hanno già avviato il modello. Siamo intervenuti anche sull’assistenza primaria che, ovunque in Italia, registra pesanti deficit, recuperando gravissimi ritardi. Come? Assegnando le sedi carenti dal 2014 e riportando in linea coi tempi i bandi regionali. Inoltre per incentivare i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta a prendere servizio nei piccoli centri, dove oggi si fa sempre più fatica a trovare personale disponibile ad assumere incarichi, abbiamo approvato le linee di indirizzo per l’individuazione delle sedi disagiate e disagiatissime”.
Per rafforzare la sanità territoriale, spiega poi Nieddu, “abbiamo incrementato il monte ore (oltre 100 mila in più) per la specialistica ambulatoriale con la possibilità di aumentare il volume e l’offerta di prestazioni nei nostri poliambulatori e nelle case della salute e abbiamo stanziato risorse per le prestazioni aggiuntive equiparando gli ‘straordinari’ degli specialisti ambulatoriali a quelli dei medici ospedalieri, con l'obiettivo di abbattere le liste d’attesa. E proprio la riduzione dei tempi d’attesa per l’accesso alle prestazioni rappresenta oggi non solo la sfida più importante, ma un’autentica necessità. Non è un caso quindi lo stanziamento di decine di milioni di euro di risorse, tra fondi regionali e nazionali, nonostante i gravi limiti dettati dalla carenza di specialisti. In questo quadro la pandemia ha sicuramente peggiorato la situazione. Nonostante questo, stiamo vedendo i primi risultati ed entro la fine dell'anno, in poco più di sette mesi dalla fine dello stato d’emergenza, puntiamo a recuperare il 30% di tutte le prestazioni rinviate nei due anni precedenti”.
L'ex assessore rinvedica, inoltre, come “in questi anni non è mai mancato il confronto su temi importantissimi per la Sardegna. Abbiamo costituito per la prima volta la Commissione sull’endometriosi, per l’attuazione di una legge regionale rimasta nel cassetto per troppo tempo, e, solo per fare alcuni esempi, abbiamo dato nuovo impulso alla Commissione Sla e alla Consulta diabetologica e avviato il primo tavolo regionale per le malattie neuromuscolari. Sul diabete, patologia che in Sardegna registra un’incidenza altissima a livello mondiale, abbiamo reso accessibile a tutti i pazienti i dispositivi di monitoraggio flash, con la distribuzione gratuita attraverso il sistema sanitario regionale, stanziando 30 milioni di euro nel triennio e approvando nuove linee di indirizzo per la prescrivibilità e la dispensazione di strumenti in grado di migliorare la vita di migliaia di diabetici sardi”.
C'è anche il fronte della sanità animale, “dove abbiamo gestito diverse crisi: dalla maedi-visna alla tubercolosi bovina passando per la blue tongue e ultima, in ordine di tempo, la malattia emorragica del cervo, comparsa nell’isola da alcune settimane. Sul fronte della peste suina africana abbiamo portato la Sardegna a un passo da un risultato storico che attende solo di essere formalizzato a metà dicembre, con la revisione delle restrizioni all’esportazione dei capi e dei prodotti che pesano sugli allevatori dell’Isola dal 2011”.
In questi quattro anni, sottolinea Nieddu, “abbiamo svolto un importante lavoro anche sulle politiche sociali. Basti pensare che per le sole misure a sostegno delle persone con disabilità, nell’anno in corso, abbiamo messo a disposizione risorse per 292 milioni di euro. Parliamo di interventi strategici come il programma Ritornare a casa plus e i piani personalizzati della Legge 162/98. Abbiamo, inoltre, portato a termine un progetto tecnologico sul linguaggio dei segni per le persone affette da ipoacusia, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e valutato come il migliore tra quelli presentati dalle altre Regioni. Siamo orgogliosi, perché oggi la Sardegna è considerata un punto di riferimento per le politiche a sostegno delle persone con disabilità come ha avuto modo di toccare con mano in questi giorni lo stesso Ministro Alessandra Locatelli. Ma le politiche sociali, in Sardegna, significano anche welfare. Abbiamo attivato l’Osservatorio delle povertà, dopo diciassette anni d’attesa, abbiamo varato diverse misure a favore delle famiglie, tra cui i contributi per i nidi gratis, e abbiamo dato piena attuazione al reddito di libertà per le donne vittime di violenza, oltre a raddoppiare le risorse a favore dei centri antiviolenza e delle case d’accoglienza”.
“Non posso che ringraziare - conclude l'ex assessore - il mio prezioso staff, il personale delle due direzioni dell’Assessorato che ha lavorato instancabilmente per il raggiungimento di questi obiettivi, con professionalità e dedizione, ma soprattutto gli operatori sanitari, dai medici al comparto, a cui mi sento di raccomandare di tenere sempre la barra a dritta. La Sardegna continuerà a contare su di voi. E spero, nel mio piccolo, di aver contribuito a rendervi orgogliosi di lavorare per la nostra sanità”.
Elisabetta Caredda
01 dicembre 2022
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