Carenza personale, Nieddu: “Chiesti al Governo strumenti straordinari e flessibili”
Solinas e Nieddu hanno incontrato ieri il sottosegretario Sileri. Il Pnrr rappresenterà uno strumento di “forte sostegno per il Ssn” ma “restano molti problemi irrisolti”, ha detto il presiedere con particolare riferimento alla carenza di personale. Nieddu chiede al Governo “strumenti straordinari e flessibili in grado di consentire alle Regioni di mettere in campo soluzioni che, con le attuali norme, risulterebbero inattuabili”.
25 MAG - Pronti a raccogliere le sfide per consegnare ai cittadini sardi una sanità pubblica moderna ed efficiente, anche grazie al Pnrr, ma decisi a chiedere a Governo e Regioni soluzioni decisione per risolvere il gave problema della carenza dei personale. Questo lo spirito con cui l Presidente della Regione
Christian Solinas si è confrontato nell'aula magna della Facoltà di Medicina di Sassari con il sottosegretario alla Salute
Pierpaolo Sileri, analizzando insieme all'assessore
Mario Nieddu i problemi del sistema sanitario in Sardegna e nel Paese. Nel corso dell’incontro, inoltre, il Presidente ha annunciato la realizzazione del nuovo ospedale di Sassari nell’ex Istituto agrario.
Tra le priorità, quella di far fronte alla carenza di personale e medici: “Al Governo chiediamo strumenti straordinari e flessibili in grado di consentire alle Regioni di mettere in campo soluzioni che, con le attuali norme, risulterebbero inattuabili”, ha datto
Mario Nieddu. "La pandemia ha rappresentato un’emergenza senza precedenti e per la sua gestione sono state varate misure eccezionali, l’attuale situazione, però non è meno critica e necessita di essere affrontata con altrettanta forza. Con i colleghi della Commissione salute della Conferenza delle Regioni abbiamo realizzato un dossier di venticinque pagine con richieste e proposte che giacciono da diversi mesi sul tavolo del Ministro della Salute”.
"Ci auspichiamo - ha concluso Nieddu - che le risposte possano arrivare presto. Stiamo lavorando per la realizzazione di un nuovo modello di sanità, una sfida epocale che porteremo avanti grazie alle risorse del Pnrr, ma le nuove strutture devono essere riempite di contenuti e per questo serve ancora fare chiarezza. Da parte nostra continueremo a lavorare propostivi e con lo spirito di collaborazione che ci ha sempre contraddistinti”.
“Anche la Sardegna ha affrontato oltre due anni contrassegnati da un’emergenza sanitaria non ancora completamente alle spalle. La nostra Isola – ha detto il presidente
Christian Solinas – ha sofferto per gli effetti diretti e indiretti del Covi-19, ma ha saputo reagire, fin dal primo momento, dalle prime e incerte fasi della diffusione del contagio, davanti a un nemico totalmente sconosciuto del quale non si potevano comprendere la forza distruttiva, la capacità di evoluzione, i veri effetti sulla salute umana. Abbiamo saputo mostrare ancora una volta un carattere forte ed una notevole capacità di resilienza, quelle che contraddistinguono il nostro territorio e il popolo sardo”.
“La battaglia più dura – ha sottolineato il presidente – senza dubbio, è stata quella combattuta in prima linea, nelle trincee dei nostri ospedali e sul territorio. Abbiamo attivato un piano di potenziamento degli organici nelle aziende del sistema sanitario regionale. Circa 1.600 gli operatori reclutati, tra medici, infermieri, tecnici e amministrativi, arrivando a coinvolgere anche gli specializzandi e i laureati abilitati, e persino i medici in pensione. Per contrastare il virus abbiamo attuato iniziative che sembravano irrealizzabili, come lo screening di massa del progetto ‘Sardi e sicuri’, avviato nel gennaio del 2021, quando ancora non esisteva un vaccino contro il Covid: oltre 400 mila i test eseguiti sulla popolazione target sopra i dieci anni. Successivamente, il Covid ci ha messo di fronte a una nuova sfida, la più importante di tutte: la campagna di vaccinazione. Anche in questa circostanza siamo stati in grado di costruire un sistema di hub e di centri di vaccinazione a copertura dell’intero territorio, approntando un modello organizzativo capace di raggiungere risultati importanti. Nell’Isola sono state inoculate poco meno di 3,8 milioni di dosi e oggi la Sardegna è fra le prime dieci regioni per copertura vaccinale, con l’86,7% della popolazione che ha completato il ciclo primario a cui si aggiunge un ulteriore 1,4% di cittadini che hanno ricevuto almeno una dose. C’è stata un’adesione altissima da parte dei sardi, che hanno mostrato, anche in questa circostanza senso di responsabilità e fiducia nella scienza, testimoniata anche dai numeri della campagna sui più giovani. La Sardegna è, infatti, la quarta regione per copertura vaccinale nella popolazione tra i 5 e gli 11 anni, con il 43% della platea che ha completato il ciclo primario”.
Sul nuovo assetto della sanità sarda il Presidente ha precisato: “La pandemia ha rallentato, ma non ha fermato la riforma che l’Isola attendeva da tempo e che ha riavvicinato la governance sanitaria ai territori, con le loro peculiarità e i loro bisogni. A questo si ispira la riforma, con la nascita delle nuove otto Asl. Non certo un poltronificio, come ingiustamente sostenuto da chi vorrebbe continuare a confondere le acque, non certo uno spreco di risorse, ma uno strumento valido per restituire dignità e vigore a un sistema fortemente indebolito dall’esperienza di un modello eccessivamente accentrato, paralizzato su sé stesso, che ha portato grandi diseguaglianze fra i territori, sprechi di denaro pubblico e impoverimento dei servizi”.
“La riforma – ha detto ancora il presidente – non è stata e non vuole essere un colpo di spugna. Con la nascita dell’Ares abbiamo mantenuto e migliorato alcuni degli aspetti già presenti in Ats, come la gestione unitaria del personale, del patrimonio, dei concorsi e degli acquisti, funzioni in grado di generare economie di scala, altrimenti non possibili in un sistema parcellizzato. Siamo convinti che questa sia la strada giusta e il nuovo assetto sta rapidamente entrando a regime”.
In merito alle tante sfide del post-Covid il Presidente ha sottolineato la priorità per l’abbattimento dei tempi d’attesa e il recupero di tutte quelle prestazioni rimaste indietro a causa del virus: “Ancora prima che il Covid arrivasse sul nostro territorio – ha dichiarato – avevamo posto questo punto fra gli obiettivi preminenti. Purtroppo, nonostante i numerosi sforzi organizzativi attuati nelle fasi in cui il quadro epidemiologico risultava più favorevole, la pandemia ha sempre rappresentato un forte ostacolo. A fine gennaio abbiamo approvato una rimodulazione del piano per il recupero delle liste d’attesa, con l’assegnazione di 11,6 milioni di euro alle nostre Asl e aziende ospedaliere e 2 milioni di euro ad Ares per l’acquisto di prestazioni dalle strutture convenzionate dell’Isola. Con la fine dello stato d’emergenza e la riduzione della pressione dei contagi sul nostro sistema sanitario le attività dei nostri ospedali e delle strutture territoriali stanno progressivamente tornando alla normalità. Ora occorre accelerare per continuare a garantire a tutti il diritto alle cure e all’assistenza”.
Il Presidente ha infine parlato delle prospettive del post-pandemia legate al nuovo modello di sanità: “Sarà fondamentale potenziare i presidi, implementare la telemedicina e realizzare le strutture intermedie. Per raggiungere questo obiettivo – ha dichiarato – abbiamo approvato il piano che declina sul nostro territorio quanto previsto dalla Missione 6 del Pnrr e dal Piano degli investimenti complementari: 271 milioni di euro a cui si aggiungono ulteriori 21,6 milioni dal cofinanziamento regionale. Abbiamo un dettagliato piano d’azione per la sanità in cui oltre alla destinazione delle risorse abbiamo definito un cronoprogramma per le due componenti in cui si articolano gli investimenti. Per la Sardegna e per i sardi intendiamo impiegare tutte le risorse a nostra disposizione. Nel nuovo assetto un ruolo fondamentale sarà rivestito dalle Case della comunità, dagli Ospedali di Comunità e dalle Centrali operative territoriali”.
“Restano aperti molti problemi, restano molte pagine bianche da scrivere. Una di quelle che hanno pesato di più in questa fase, e che purtroppo peserà ancora gravemente sull’intero sistema, è quella della carenza degli organici – ha detto il Presidente Solinas –. Oggi paghiamo il prezzo di scelte sbagliate, gravissime, operate nel passato. Il blocco del turn over in sanità ha impoverito gravemente gli organici delle strutture pubbliche. Altro problema che il nostro sistema sanitario sconta a livello nazionale e regionale è quello di decenni di mancata programmazione per ciò che attiene il personale sanitario e, in particolare, i medici specializzati. Su questo fronte, già all'inizio della legislatura in corso, la Regione ha intrapreso un netto cambio di marcia negli investimenti per la formazione con l'assegnazione di importanti risorse regionali per le borse di studio nelle scuole di specializzazione sanitarie di area medica e non medica (farmacologia, microbiologia, biochimica) con una programmazione pluriennale (2021-2023) di 30 milioni che consentiranno il finanziamento di 253 nuove borse di studio ogni anno. Dopo anni di tagli progressivi e mancata programmazione, nel 2018, alla fine della passata legislatura, le borse di studio regionali per le scuole di specializzazione medica si erano ridotte a poco più di una trentina, e poco più di una decina quelle per l'area non medica. Occorre dunque – ha detto il Presidente – che le Regioni e il Governo, in un’ottica di piena collaborazione istituzionale che prescinda da ogni diversità politica, mettano a fuoco gli interventi da attuare con urgenza per fronteggiare gli anni che verranno”.
25 maggio 2022
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