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Allattamento materno in Toscana. Quello esclusivo raggiunge picco (82%) ad una settimana di vita. A 12 mesi il 48,7% delle mamme allattano ancora. Il monitoraggio del MeS del Sant’Anna di Pisa

di Manila Bonciani e Barbara Lupi

Tra i fattori che aumentano la probabilità di allattare in maniera esclusiva a 6 mesi e di continuare ad allattare ancora a 12 mesi, si evidenziano alcune prerogative dell’offerta assistenziale su cui è importante continuare ad investire. Le mamme identificano tra le principali difficoltà i problemi al seno, oltre alle preoccupazioni sulla capacità di nutrire in maniera adeguata il proprio bambino. Questi alcuni dati del monitoraggio realizzato nel biennio 2016-2018, che per la prima volta permette di presentare i dati di tutto il territorio regionale.

22 GEN - È stato pubblicato a dicembre 2018 il rapporto con i risultati finali del monitoraggio dell’allattamento materno in Toscana, realizzato dal Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa nel biennio 2016-2018, che per la prima volta permette di presentare i dati di prevalenza dell’allattamento nel primo anno di vita in tutto il territorio regionale, con dettagli per Zone-distretto e per Punti Nascita.

È il lavoro finale di un progetto regionale promosso dall’Osservatorio Regionale Allattamento, coerentemente con le linee d’indirizzo della Regione Toscana sulla promozione, protezione e sostegno dell’allattamento. Il monitoraggio si è posto l’obiettivo di misurare la prevalenza dell’allattamento materno al momento della dimissione, ad un mese di distanza dal parto, a tre mesi, sei mesi e ad un anno di vita del bambino, individuando in particolare la prevalenza dell’allattamento esclusivo nei primi sei mesi e la durata complessiva dell’allattamento, e definendo l’incidenza dell’interruzione dell’allattamento materno. Un ulteriore interesse è stato l’individuazione dei fattori che hanno facilitato oppure ostacolato l’allattamento materno e la caratterizzazione del supporto da parte dei servizi nel percorso nascita che può aver fatto la differenza per le utenti.

A tal fine è stata svolta un’indagine campionaria longitudinale che ha coinvolto una coorte di quasi 4.000 mamme residenti o domiciliate nel territorio regionale e partorienti in uno dei Punti Nascita regionali, con rilevazioni a cadenze prefissate dal momento del parto fino ad un anno di vita. Sono stati esclusi i nati pre-termine, sottopeso o ricoverati per qualsiasi causa in terapia intensiva neonatale durante il ricovero della nascita. Per la misurazione dell’allattamento è stata utilizzata la batteria di domande impiegata anche nell’ambito della Baby Friendly Community Initiative, che ha permesso di rilevare il tipo di alimentazione al compimento del mese di riferimento, chiedendo rispetto alle 24 ore precedenti ed effettuando un controllo sugli ultimi 7 giorni, in modo da ricavare la prevalenza dell’allattamento materno secondo le categorie indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: allattamento esclusivo (solo latte materno), predominante (latte materno con liquidi non nutritivi), complementare (latte materno con l’aggiunta di formule artificiali o alimenti semisolidi o solidi) e non allattamento.

La raccolta dei dati sull’allattamento attraverso il coinvolgimento diretto delle mamme si è basata sulla decennale esperienza del Laboratorio MeS nella conduzione di indagini trasversali periodiche sull’esperienza delle utenti nel percorso nascita, che ha arricchito negli anni il Sistema di Valutazione della performance in sanità della Regione Toscana in un’ottica multidisciplinare e di percorso. L’innovazione dell’utilizzo di una raccolta prospettica di dati ha permesso di indagare con più precisione i fattori protettivi per l’allattamento e di identificare gli ambiti di miglioramento del supporto offerto dai servizi, rafforzando la valorizzazione del punto di vista delle utenti.

L’indagine ha avuto complessivamente una buona adesione (84% delle eleggibili), alti tassi di risposta (alla prima rilevazione 84% delle aderenti, corrispondente al 71% delle eleggibili) ed una contenuta perdita al follow up (14%), con un elevato utilizzo del canale web per la compilazione dei vari questionari previsti dalla rilevazione (dal 62% iniziale all’88% al termine del follow up). A ottobre 2017 era stata presentata la prima parte del report, con i risultati relativi alle prime tre rilevazioni, mentre la seconda parte mostra i dettagli della rilevazione a 6 e 12 mesi con valutazioni complessive sull’intero follow up.

L’allattamento esclusivo risulta essere il 75% durante la degenza in ospedale e raggiunge un picco ad una settimana di vita (82%). Ad un mese la prevalenza dell’allattamento esclusivo è del 68%, a 3 mesi del 63% e poi si riduce a 16% a 6 mesi. Dalle analisi effettuate, il compimento del 5° mese rappresenta la soglia critica dell’interruzione dell’allattamento esclusivo perché si introducono alimenti diversi dal latte materno in vista del rientro a lavoro o comunque in base alle indicazioni ricevute sullo svezzamento. La quota di non allattamento diminuisce invece in maniera più graduale, passando dal 7% a 1 mese, al 17% a 3 mesi, al 28% a 6 mesi. A 12 mesi il 48,7% delle mamme allattano ancora, dato che, seppur lontano dall’obiettivo dell’80% indicato dalla Global Breastfeeding Colletive per il 2030, è certamente confortante a livello italiano, dove l’ultima indagine Istat riportava valori medi intorno al 33% (Nord al 35,5%, Centro 34,7% e Sud 29,1%).

I dati di prevalenza dell’allattamento materno in Toscana 2016-2018 evidenziano i risultati postivi del lavoro svolto in Toscana a partire dal 2003-2004, sia a livello formativo che organizzativo con il raggiungimento dell’accreditamento secondo l’Iniziativa degli Ospedali Amici dei Bambini (Baby Friendly Hospital Initiative, BFHI) in ben 9 dei 24 punti nascita toscani (Montepulciano, Borgo San Lorenzo, Pistoia, S. Maria Annunziata, Nuovo S. Giovanni di Dio, Careggi, Lucca, Poggibonsi, Apuane) e una Comunità Amica del Bambino (Massa e Carrara), e costituiscono un preziosissimo riferimento per sostenere, progettare e valutare le modifiche alle politiche ed i programmi attuati a livello regionale.

Tra i fattori che aumentano la probabilità di allattare in maniera esclusiva a 6 mesi e di continuare ad allattare ancora a 12 mesi, si evidenziano alcune prerogative dell’offerta assistenziale su cui è importante continuare ad investire: l’essere stata seguita al consultorio in gravidanza, l’aver partecipato a Corsi di Accompagnamento alla Nascita, l’aver partorito in un Punto nascita BFH, il ricevere informazioni concordanti sull’allattamento da parte dei professionisti, l’essersi rivolta al consultorio per cercare supporto in caso di difficoltà con l’allattamento nei primi mesi.

Dal bilancio che le mamme fanno ad un anno di vita del figlio, il 47% dichiara di non averne avute, proporzione che cresce tanto più a lungo le donne hanno allattato. Tra coloro che riferiscono di aver incontrato difficoltà, una donna su cinque indica nei primi giorni dopo al parto il momento più critico. Anche tra coloro che hanno avuto una lunga durata dell’allattamento, tuttavia, rimane analoga la percentuale di chi dichiara di aver avuto difficoltà nei primi giorni, a conferma che si tratta del periodo più delicato per evitare l’insorgenza di problemi o per affrontarli tempestivamente in modo da non esserne sopraffatti.

Le mamme identificano tra le principali difficoltà nell’allattamento i problemi al seno che hanno dovuto affrontare e su cui non erano spesso preparate, oltre alle preoccupazioni sulla capacità di nutrire in maniera adeguata il proprio bambino ed alla fatica fisica e psicologica. Riferiscono anche delle pressioni ricevute da parenti ed amici, ma anche della mancanza di sostegno riscontrata in generale nella società, che bene si sintetizzano in questo commento scritto da una mamma: “L’allattamento diventa bello con il tempo. Nello stesso momento in cui diventa bello, iniziano a chiederti quando smetterai”.

L’86% delle donne che hanno avuto difficoltà con l’allattamento si sono rivolte a qualcuno, prevalentemente cercando aiuto solo da professionisti (55%), sebbene quasi una donna su quattro si sia rivolta anche ad aiuti di tipo informale. È stato cercato supporto principalmente al consultorio, soprattutto facendo riferimento alla figura ostetrica, da cui si sono sentite maggiormente sostenute nell’allattamento. “È importantissimo l’aiuto delle ostetriche nei primissimi giorni dopo il parto, e molto utile un punto allattamento al quale rivolgersi con il passare dei giorni”.

Dai suggerimenti delle madri emergono molte proposte per rendere il sostegno all’allattamento sempre più efficace, all’interno ed all’esterno del sistema sanitario: dal mettere a disposizione maggiori informazioni per le mamme e consigli concreti perché si sentano più preparate ad affrontare le difficoltà che possono insorgere nell’allattamento, all’aggiornamento continuo dei professionisti per migliorarne le capacità di counselling e le competenze relazionali; dal pubblicizzare meglio l’offerta assistenziale disponibile, al rafforzare il supporto emotivo e psicologico per le mamme; dal sensibilizzare maggiormente la società a sostegno dell’allattamento, al garantire maggiori tutele per le madri lavoratrici.

I principali risultati del monitoraggio dell’allattamento materno in Toscana sono stati presentati anche alla Seconda Conferenza Nazionale su Protezione, Promozione e sostegno dell’allattamento, svolta a Roma presso il Ministero della Salute il 23 gennaio 2019.
 
I due report relativi al monitoraggio dell’allattamento in Toscana pubblicati dal Laboratorio MeS della Scuola Sant’Anna di Pisa sono disponibili al seguente link.
 
Manila Bonciani e Barbara Lupi
Laboratorio Management e Sanità
Istituto di Management, Scuola Sant’Anna, Pisa 


22 gennaio 2019
© Riproduzione riservata

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