Bologna. Infermieri “vendevano” i morti alle onoranze funebri, 30 arresti. Venturi: “Gravità inaudita”. Ma Fnopi insorge: “Nessun infermierie coinvolto”
Alcune impresi di pompe funebri avrebbero avuto così il controllo delle camere mortuarie dell'Ospedale Maggiore e del Sant'Orsola-Malpighi. Gli infermieri avrebbero ricevuto tra i 200 e i 350 euro per “agganciare” i famigliari del defunto e favorire le ditte. L’assessore regionale alla Salute evidenzia: “Come Regione abbiamo fornito alle Asl le indicazioni per garantire correttezza e rispetto per le salme”. Ma la Federazione degli infermieri evidenzia che “nessun professionista è coinvolto". Si tratta di operatori tecnici.
17 GEN - I carabinieri di Bologna hanno smantellato un'organizzazione di imprese di pompe funebri che controllavano le camere mortuarie dei due principali ospedali cittadini (Ospedale Maggiore e Policlinico Sant'Orsola-Malpighi) riuscendo in pratica ad avere il monopolio nell'aggiudicazione dei servizi funebri. Sono 30 le misure cautelari eseguite. Sarebbero coinvolti anche degli infermieri che avrebbero avuto un ruolo fondamentale di “agganciare” i famigliari dei defunti per favorire specifiche imprese funebri. Per ogni servizio ottenuto, gli infermieri avrebbero intascato una somma tra i 200 e i 350 euro. In serata è arrivata però la precisazione dell'Ausl di Bologna e del S. Orsola in cui si spiegava che non si tratta di infermieri bensì di "operatori tecnici".
Sulla vicenda è intervenuto anche l'assessore alla Salute, Sergio Venturi, che ha parlato di “un fatto gravissimo, intollerabile, ancor più perché riguarda
una dimensione così delicata per l’insieme di emozioni e stati d’animo nei quali si trova una famiglia che ha appena perso una persona cara. Ringraziamo la Magistratura e l’Arma dei Carabinieri per aver denunciato l’esistenza di comportamenti gravi, e ci auguriamo che vengano accertate al più presto le responsabilità. Perché, se quanto sta emergendo sarà confermato, stiamo parlando di comportamenti disgustosi: è incredibile pensare di poter speculare sui morti e approfittare, nel momento della perdita di una persona cara, della buona fede e della comprensibile debolezza dei familiari”, ha commentato in una nota l’assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna,
Sergio Venturi.
“Da parte nostra – ha aggiunto l’assessore - come Regione abbiamo sempre tenuta alta l’attenzione sul tema, consapevoli della sua delicatezza. Già in marzo dello scorso anno abbiamo fornito a tutte le Aziende sanitarie indicazioni organizzative da seguire quando in una struttura sanitaria muore un paziente. Con un preciso obiettivo: garantire correttezza e rispetto per le salme, correttezza e trasparenza reciproca nei rapporti tra familiari, operatori sanitari e delle imprese di onoranze funebri. Proprio per prevenire episodi inadeguati, scorretti o addirittura criminosi”.
“Le indagini faranno chiarezza su quanto è avvenuto e sulle specifiche responsabilità penali dei singoli - conclude Venturi-. E le Aziende continueranno a prestare alla Magistratura, come già stanno facendo in queste ore, la massima disponibilità e collaborazione”.
17 gennaio 2019
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