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Spending review e centralizzazione degli acquisti: l’importanza dell’innovazione in sanità

di Sandra Zuzzi

E' giunto il tempo di considerare l’esigenza di favorire e gestire l’innovazione tecnologica in sanità oltre a quella, ben nota, di standardizzare gli acquisti, per evitare il rischio di togliere al sistema dinamicità nello sviluppo di nuove soluzioni che possono essere utili nell’erogazione delle prestazioni ai cittadini italiani

02 SET - Centralizzazione degli acquisti affidata a 30 centrali, oltre a quelle delle città metropolitane, la cui operatività sarà ordinata in un calendario, per gare nazionali e regionali articolato per soglie economiche e, immaginiamo, per tipologia di prodotti e di servizi, che a breve sarà definito dal nuovo guru della spending review, Yoram Gutgeld e che entrerà in vigore da gennaio 2016. L’annoso problema degli acquisti sanitari ha forse trovato così una soluzione grazie anche a quella sorta di ostinazione che sembra non voler prendere in considerazione le problematiche legate, a nostro avviso, alla centralizzazione e all’aggregazione dell’offerta e conseguentemente alla nascita o al rafforzamento potenziale di oligopoli e monopoli nei mercati della sanità. Per noi che siamo alle prese con le gare tutti i giorni la realtà appare per questo molto meno rosea di quanto la si dipinge e siamo costretti a rimanermi inermi di fronte a problematiche forti espresse dal mercato sanitario come quella che investe il settore tecnologico.

Quando si parla di innovazione tecnologica infatti, come si fa a non prendere in esame il ruolo che i soggetti aggregatori, primo fra tutti Consip, potrebbero avere quali partner e propulsori nel campo dell’innovazione. E se la parola d’ordine è, e deve rimanere “contenimento” della spesa sanitaria, va ricordato che per quanto riguarda l’utilizzo dei beni e servizi, questo non può essere pensato e cercato solo nella sistematica riduzione dei prezzi di acquisto o nell’uso poco appropriato dei prodotti e dei servizi stessi. E’ la nostra esperienza sul campo che ci fa dire che questi strumenti, per quanto importanti, non sono sufficienti, anzi, nel lungo periodo, possono portare ad una regressione nella qualità delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale.

L’innovazione è, ad avviso di chi scrive, uno strumento di basilare importanza per il futuro del nostro sistema. Ed allora come non denunciare che nella gestione delle gare centralizzate, si assiste generalmente ad un riproporsi di capitolati d’appalto standardizzati, che lasciano poco spazio a proposte innovative. E la standardizzazione è dimostrato che mal si coniuga con l’esigenza di sperimentare prodotti e schemi organizzativi diversi, utili sia in riferimento alla qualità delle prestazioni che al contenimento dei costi di produzione delle stesse. Le Amministrazioni, di fatto, sono tenute ad applicare i contratti assegnati a livello centralizzato e non possono discostarsene, anche quando il fornitore è pronto a proposte alternative.

Riteniamo pertanto giunto il tempo di considerare l’esigenza di favorire e gestire l’innovazione tecnologica in sanità oltre a quella, ben nota, di standardizzare gli acquisti, per evitare il rischio di togliere al sistema dinamicità nello sviluppo di nuove soluzioni che possono essere utili nell’erogazione delle prestazioni ai cittadini italiani. E così mentre attendiamo che Yoram Gutgeld annunci i nuovi tagli in Sanità, forse non per 10 miliardi come qualcuno ha sussurrato prima delle vacanze, ci accontentiamo di quella “specializzazione per categorie merceologiche” dei soggetti incaricati di gestire gli acquisti invocata dal Commissario. La velocità nell’evoluzione tecnologica di molti mercati di riferimento per la sanità, uno su tutti, quello dei dispositivi medici, chiede a gran voce, infatti, da tempo, la creazione di risorse dedicate seriamente all’approfondimento merceologico e organizzativo nell’uso dei diversi prodotti e servizi che utilizza il Sistema Sanitario Nazionale. 
 
Sandra Zuzzi
Presidente FARE

02 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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