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Puglia: Confindustria e sindacati contro piano di riordino ospedaliero


Le preoccupazioni sono state esternate a seguito delle audizioni delle Commissioni sanità e bilancio riunite in seduta congiunta. Confindustria Puglia ha espresso la propria preoccupazione per il futuro delle aziende sanitarie private mentre Cgil, Cisl e Uil hanno presentato un pacchetto di modifiche, tra cui l’eliminazione del ticket di un euro sulle ricette per pensionati e incapienti.

25 GEN - Mancanza di confronto preventivo e di concertazione, grosse perplessità circa la contestualità tra soppressione dei posti letto e attivazione dei servizi territoriali e domiciliari, preoccupazioni forti legate al blocco del turn over,  laddove poco o nulla è stato fatto rispetto alla lotta agli sprechi che si annidano ancora nelle articolazioni del Servizio sanitario regionale (acquisizione di beni e servizi, spesa farmaceutica, etc.): queste le maggiori preoccupazioni emerse nel corso delle audizioni delle Commissioni sanità e bilancio riunite in seduta congiunta per discutere del riordino ospedaliero della sanità pugliese.
Grossa preoccupazione sul taglio di 300 posti letto previsti per le case di cura private accreditate è stata espressa da Confindustria Puglia, facendo presente che il relativo finanziamento avviene sulla base delle prestazioni erogate nell’ambito dei budget definiti. E questo nonostante la quota di spesa sostenuta dalla Regione per posto letto – secondo i dati citati nello stesso Piano di rientro - sia di 206.000 euro per il pubblico, a fronte dei 103.000 del privato accreditato. Da segnalare però come, da parte degli industriali, non siano arrivate solo critiche, ma anche un convinto sostegno nella battaglia portata avanti dall’assessore alla Sanità pugliese, Tommaso Fiore, su un più equo riparto del fondo sanitario nazionale, che, ad oggi, tiene conto solo del fattore età penalizzando ingiustamente il sud del Paese. “Questa iniqua politica di riparto è costata alla Regione Puglia oltre 7 miliardi di euro a partire dal 1997”.
Da registrarsi anche gli interventi dei rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil che hanno ribadito come, dopo le scelte miopi condotte negli ultimi 20 anni nella sanità pugliese, il Piano di rientro può diventare lo strumento per un riassetto dell’intero sistema, nel tentativo di farlo diventare meno ospedalocentrico. Tra le urgenze evidenziate dai sindacati, c’è l’esigenza di evitare il rischio di un aumento della mobilità passiva e di non lasciare la gestione della mobilità del personale alle singole direzioni generali delle aziende provvedendo alla definizione, da parte della Regione, di un accordo quadro. Chiesto anche un doppio livello di concertazione per quel che riguarda il Documento di indirizzo economico e funzionale (DIEF), sia con la Regione che con le Asl, con l’obiettivo di arrivare a un bilancio delle aziende di responsabilità sociale,  aperto al confronto con il sindacato. Infine eliminazione del ticket di un euro sulle ricette per pensionati al minimo e incapienti.
Le commissioni consiliari si sono aggiornate a venerdì 28 gennaio per l’ultima tornata delle audizioni.
 

25 gennaio 2011
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