Lazio: gli ambulatori privati in stato di agitazione
Tariffe ferme dal 1991, pagamenti bloccati anche per due anni, eun progressivo spostamento delle risorse a favore dei “classificati” e dei Policlinici universitari privati. Queste le ragioni della protesta delle associazioni del settore che chiedono un incontro immediato con la presidente Polverini.
24 GEN - Gli ambulatori privati del Lazio stanno vivendo una crisi gravissima, tanto da convincere le associazioni del settore, in passato spesso in contrasto tra loro, a dare vita ad un Comitato unico intersindacale per la specialistica accreditata. Il Cuisa, costituito il 15 gennaio dalle rappresentanze regionali di Anisap, Confindustria Sanità, Federlab e Ursap, ha convocato venerdì scorso un’assemblea generale, alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle oltre 600 strutture ambulatoriali private accreditate che operano nel Lazio.
L’assemblea ha proclamato lo stato di agitazione del settore, chiedendo un incontro immediato con la presidente Polverini per l’apertura di un tavolo di concertazione tra la Regione Lazio e il Cuisa.
Proprio la mancanza di “concertazione” con la Regione è tra le criticità indicate dalle associazioni, che lamentano una riduzione del budget complessivo per la categoria, ridotto in 4 anni del 30%; il blocco delle tariffe, ferme al 1996 e, per i laboratori di analisi, al 1991; i ritardi nei pagamenti, che in alcuni casi sono in sospeso da oltre due anni.
I rappresentanti degli ambulatori privati denunciano soprattutto uno spostamento delle risorse a favore di altri operatori della specialistica, operato in modo non trasparente e non direttamente legato ai vincoli imposti dal Piano di rientro sottoscritto dal Lazio. Il periodo preso in esame, infatti, è più ampio: tra il 2006 e il 2010, vi sarebbe stata una riduzione del 30% del budget per gli ambulatori privati, mentre sarebbe cresciuto dell’88% il budget riservato alle strutture “classificate” (di matrice religiosa) e del 245% quella a favore di Policlinici universitari privati, Gemelli e Campus Biomedico.
24 gennaio 2011
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