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Lazio: istituito un gruppo di lavoro per la medicina penitenziaria


L’idea, elaborata nel corso di una seduta congiunta delle commissioni Sanità e Lavoro e politiche sociali, presiedute rispettivamente da Alessandra Mandarelli e Maurizio Perazzolo, ha lo scopo di favorire quel delicato passaggio di competenze, in questo settore, dalle strutture del ministero della Giustizia alle Aziende sanitarie locali, e dunque alle Regioni. Una riforma datata 1999 che, tuttavia, non ha ancora trovato completa applicazione nelle 14 carceri laziali.

19 GEN - Novità in tema di medicina penitenziaria. A quasi 12 anni di distanza da quella riforma mai del tutto applicata, che decretava il passaggio di competenze per questo settore dal ministero della Giustizia alle Asl locali e quindi alle Regioni, si è stabilita, nel corso di una seduta congiunta delle commissioni Sanità e Lavoro e politiche sociali, l’istituzione di un gruppo di lavoro ad hoc per la medicina penitenziaria. Il primo passo in questo senso sarà costituito da uno scambio tra i due presidenti, rispettivamente Alessandra Mandarelli e Maurizio Perazzolo, di tutte quelle informazioni acquisite finora dalle commissione nel corso delle audizioni su questa tematica. Il materiale verrà quindi recapitato ai commissari e a tutti i consiglieri che ne faranno richiesta, insieme alle relazioni su questi argomenti elaborate dagli uffici competenti. Verranno inoltre programmate ulteriori audizioni con i direttori degli istituti di pena regionali.
"Nel nostro caso - ha spiegato la presidente Mandarelli - i dati forniti in audizione dal Garante dei detenuti sono stati estremamente preziosi per leggere la difficile situazione patita dai detenuti tossicodipendenti, con gravi malattie, o anche delle detenute che vivono i vari momenti della maternità dietro le sbarre. Per dare piena attuazione alla riforma nazionale della sanità penitenziaria - ha proposto - abbiamo già richiesto alla Giunta di prevedere la presenza dei direttori degli istituti di pena all'atto di definire i piani di zona socio-sanitari, ossia i principali documenti di programmazione territoriale".
Secondo il presidente Perazzolo, che dall'agosto 2010 ha intrapreso una serie di visite presso le case circondariali regionali, per raggiungere questi e altri obiettivi "si rende necessaria la creazione di un gruppo di lavoro che ponga attorno allo stesso tavolo i principali enti decisori in tema sanità penitenziaria: la Regione, le Asl, il Garante, il ministero di Giustizia, le carceri stesse. Questo organismo avrebbe un duplice scopo: fotografare la situazione esistente ed elaborare al contempo ipotesi di lavoro per la risoluzione delle criticità emerse".
Alla seduta hanno partecipato quattordici consiglieri (di maggioranza e opposizione) e rappresentanti degli assessorati competenti, tutti sensibili alla tematica e favorevoli alla proposta.
Particolare sensibilità è stata infine manifestata sul fenomeno delle morti nelle carceri: sia relativamente ai suicidi, sia ai decessi 'naturali', spesso dovuti a patologie non individuate e curate tempestivamente.
 

19 gennaio 2011
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