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Tumore: Aiom-Favo, “Inserire in milleproroghe una norma contro disparità di accesso a farmaci innovativi”


Per le due Associazioni di malati, i ritardi di alcune Regioni sono “inaccettabili”. Ma basta una norma nel mille proroghe per far sì che, “una volta approvati dall’Aifa, questi farmaci vengano resi subito disponibili in tutto il Paese, senza ulteriori passaggi dalle Regioni e costi aggiuntivi per il Ssn”.

08 NOV - “Basta un semplice emendamento per far sì che i farmaci innovativi antitumorali vengano garantiti immediatamente a tutti i pazienti italiani. Con una norma inserita nel milleproroghe è possibile prevedere che, una volta approvati dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), vengano resi subito disponibili in tutto il Paese, senza ulteriori passaggi dalle regioni. E senza costi aggiuntivi per il servizio sanitario nazionale”. È la proposta congiunta dell’Associazione Italiana di Oncologica Medica (Aiom) e della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), che al XII Congresso nazionale Aiom in corso a Roma denunciano la situazione di disparità territoriale.

Il ministro della Salute, assicurano i due presidenti, “ha già sposato e condiviso questa proposta, da oltre un anno, ma la Conferenza Stato-Regioni non ha ancora affrontato il tema. Chiediamo una decisa svolta i malati di cancro e le loro famiglie non possono più tollerare questo inaccettabile ritardo”.

“I tempi della sanità non coincidono con le esigenze dei pazienti: le inutili procedure burocratiche ritardano anche di anni l’accesso a farmaci oncologici innovativi in alcune parti d’Italia. Attualmente la disponibilità automatica è garantita solo per il 30% dei malati. Una situazione non più accettabile – afferma Francesco De Lorenzo, presidente Favo -. Come sub-emendamento si può prevedere la possibilità per le Regioni di modificare il regime di prescrizione, ma solo con provvedimento formale motivato”.

Attualmente la situazione prevede sostanziali difformità sia nella composizione dei Prontuari terapeutici ospedalieri regionali (PTOR), che nelle modalità di composizione e di funzionamento delle commissioni tecniche. Il risultato? Variazioni di 50,5 mesi per cetuximab, 45,4 mesi per ibritumomab, 36,3 mesi per sorafenib, solo per citare alcune delle molecole biologiche di recente introduzione. “Si tratta di farmaci salvavita che costituiscono Livello Essenziale di Assistenza di rilevanza nazionale, a tutela del diritto di malati dei tumore ad un trattamento terapeutico uniforme su tutto il territorio – afferma Carmelo Iacono, presidente Aiom -. Su questo tema stiamo lavorando in maniera congiunta da mesi: in particolare abbiamo attivato un Osservatorio permanente. Come tutti i medicinali, anche questi subiscono una rigorosa verifica ed autorizzazione da parte degli enti regolatori europei (Ema) e italiani. In particolare, in Aifa sono rappresentate anche le regioni. Risulta quindi superfluo e inopportuno un ulteriore passaggio a livello locale”.
 

08 novembre 2010
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