Toscana: dalla Regione partono diffide su errata certificazione bilancio Asl 1 di Massa e Carrara
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (nella foto), ha avviato le procedure per denunciare per danno erariale e di immagine la società incaricata (Deloitte&Touche) della certificazione del bilancio della Asl 1 di Massa e Carrara, i membri del collegio sindacale e i vertici della azienda sanitaria apuana. “Chiederemo un indennizzo di almeno 60 milioni”.
08 NOV - “Abbiamo preso una decisione severa, ma legittima e necessaria – spiega Rossi - per tutelare la Regione e soprattutto i cittadini toscani, che in questa vicenda sono parte lesa. La Toscana ha costruito in questi anni un sistema rafforzato di controlli sulla gestione del suo sistema sanitario, introducendo, per prima in Italia, la certificazione obbligatoria dei bilanci. Questa vicenda dimostra che anche a fronte di un non adeguato funzionamento di questi livelli di controllo, la Regione è in grado di individuare l’esistenza di anomalie e di reagire, come è stato fatto in questo caso, nominando tempestivamente un commissario e avviando le procedure per identificare problemi e chiarire le responsabilità. L’intervento è stato quindi immediato all’interno di un sistema sanitario che funziona ed è sano e che rapidamente ripristinerà anche nella Asl 1 condizioni di piena correttezza e funzionalità. I toscani, e in particolare i cittadini apuani, possono stare tranquilli”.
La ricostruzione degli eventi secondo la Regione Toscana. Sia nel bilancio 2008 che in quello 2009 era stato inserito dalla direzione della Asl e validato dai sindaci revisori e dalla società di certificazione un credito nei confronti della Regione di 60.389.021 euro. Il presunto credito si fondava su un documento regionale falso, tanto che la allora responsabile del settore finanza della Direzione generale diritto alla salute ha provveduto a presentare denuncia alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. In realtà questo inesistente credito, come emerge dalle verifiche del commissario della Asl 1, è servito ad occultare maggiori e ingiustificati costi di esercizio nel 2008 e nel 2009.
Al direttore generale e a quello amministrativo la Regione contesta dunque una condotta negligente e dolosa che ha creato le condizioni per un’erronea certificazione dello stato patrimoniale 2008, ripresentata anche sul successivo bilancio 2009.
Al collegio sindacale, cui spetta l’obbligo di effettuare il controllo contabile sulle singole voci di bilancio, la diffida della Regione contesta di non aver rilevato alcuna incongruenza sia nel bilancio 2008 che in quello 2009. Il collegio, in particolare, si è affidato, per la verifica delle poste di credito, alle sole dichiarazioni del direttore amministrativo e alla documentazione fornita dalla direzione.
Per quanto riguarda la società Deloitte & Touche, che ha certificato la correttezza dello stato patrimoniale dell’esercizio 2008 senza rilevarne anomalie, la contestazione riguarda le modalità con cui è stata effettuata la certificazione stessa, risultando particolarmente grave che la Società abbia basato le sue valutazioni su un documento palesemente falso, omettendo ogni verifica e ogni accertamento in merito. Sarebbe bastato chiedere la conferma del credito vantato dalla Asl all’Ente debitore, cioè la Regione, per appurare la assoluta inesistenza di quel credito e quindi far emergere l’alterazione del bilancio e l’assenza delle condizioni per la sua certificabilità.
Nelle lettere di diffida e messa in mora firmate dal presidente e inviate il 5 novembre a tutti gli interessati, si contestano le illegittimità che stanno emergendo dalle verifiche dalla gestione commissariale della Asl 1, insediata l’11 ottobre, relativa al bilancio di esercizio 2008 e alla gestione amministrativa del 2009. I responsabili saranno chiamati a rispondere davanti alla Corte dei Conti e al Tribunale civile degli eventuali danni arrecati con la presentazione e la certificazione di un bilancio non veritiero. Per gli aspetti di carattere penale nei giorni scorsi il presidente Rossi si era già recato presso la Procura della Repubblica di Massa, consegnando documentazione e offrendo la piena collaborazione della Regione.
“La puntuale attività della gestione commissariale ha evidenziato dunque come in questa vicenda vi siano stati comportamenti attivi e omissivi che senza dubbio hanno arrecato un grave danno al sistema sanitario regionale. Tutto ciò ha spinto la Regione Toscana ad attivarsi per tutelarsi sia in sede di danno erariale, presso la Corte dei Conti, che di danno di immagine, presso il Tribunale civile”. “Chiederemo alla società di certificazione – conclude il presidente – almeno 60 milioni di indennizzo, più i danni di immagine”.
08 novembre 2010
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