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Lombardia. Sono 8000 i bambini e adolescenti con gravi disturbi di comunicazione


Di questo si discuterà domani in un Convegno presso l'Irccs Mario Negri. Da gennaio 2010 l'Asl Milano ha attivato un progetto per garantire ai pazienti la possibilità di accedere agli interventi di supporto indispensabili. Nel Convegno verranno descritti i risultati ottenuti attraverso le parole dei protagonisti.

21 OTT - Tra 0 e 18 anni, 5 persone ogni 1.000 non parlano, fanno fatica a capire le parole degli altri o presentano gravi disturbi della comunicazione. Si tratta di circa 8.000 ragazzi in Lombardia, in Italia quasi 50.000. Di questo si discuterà domani e dopo nel Convegno “Bisogni comunicativi complessi e partecipazione nei contesti di vita: verso una conoscenza diffusa?” che si terrà presso l’Irccs Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, a cui si sono già iscritti oltre 300 partecipanti.

“Alcuni hanno anche problemi motori - ha sostenuto Antonella Costantino, Direttore Uonpia della Fondazione Irccs Ca’ Granda - altri una sindrome genetica o un disturbo autistico. Per tutti, crescere e apprendere senza la possibilità di comunicare è molto difficile, e sono necessarie modalità che permettano di comunicare lo stesso anche senza la voce, attraverso interventi di Comunicazione Aumentativa”.
 
“Al riguardo - ha aggiunto Maurizio Bonati, Capo del Dipartimento Salute Pubblica dell’Irccs Istituto di Ricerche Farmacologcihe Mario Negri - possono essere utilizzati sistemi di simboli o di immagini, in cui tutte le figure usate hanno scritta sopra la parola o il verbo che rappresentano. Il bambino può così riconoscere le immagini e l’interlocutore leggere le parole. Possono essere usati strumenti digitali programmati per 'prestare' la voce quando necessario, o avanzate tecnologie informatiche. L’intero ambiente deve utilizzare un linguaggio scritto, parlato, visivo adeguato alle capacità del bambino e che deve essere implementato e garantito nel tempo, con il continuo coinvolgimento di genitori e insegnanti”.
 
Troppo spesso però gli utenti non riescono ad accedere agli interventi di supporto alla comunicazione indispensabili, o devono farlo in centri molto lontani da casa. E’ per questo motivo che, a partire dal gennaio 2010 e con il contributo della Regione Lombardia, Asl Milano ha attivato uno specifico progetto con la finalità di garantire a tutti i pazienti con bisogni comunicativi complessi e alle loro famiglie la possibilità di accedere precocemente e nel proprio territorio. Il progetto ha visto la partecipazione di 22 Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Uonpia) lombarde e dell’Irccs Mario Negri ed è coordinato dal Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa della Fondazione “Ca’ Granda” Ospedale Maggiore Policlinico.

“I risultati ottenuti - ha concluso Antonella Costantino - possono essere così sintetizzati: formazione degli operatori sanitari, dei genitori e degli insegnanti; strutturazione di nuove modalità di supporto e consulenza a distanza; sensibilizzazione del territorio attraverso iniziative a cui hanno partecipato più di 4000 persone; creazione e diffusione di materiali informativi mirati; strutturazione di gruppi di operatori competenti in CAA in più dell’80% delle Uonpia lombarde”.

Il Convegno andrà a descrivere il percorso del progetto e i risultati ottenuti attraverso le parole dei protagonisti, genitori, insegnanti, operatori. Approfondirà inoltre come strumenti nati per bambini con grave disabilità siano divenuti importanti supporti alla crescita di tutti i bambini.
L’evento è aperto alla partecipazione di genitori, insegnanti e operatori del settore. 

21 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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