"Non ci sono più le condizioni per assolvere al ruolo di Commissario al Piano di rientro della Sanità regionale. Dai tavoli romani ho riscontrato una certa flessibilità per le questioni che riguardano i privati accreditati, a dispetto di una totale inflessibilità per vicende altrettanto importanti che interessano la sanità pubblica, prima fra tutte l'affidamento del servizio del 118 in Molise. Ieri ci è stato inferto l'ultimo colpo: il parere non favorevole del tavolo tecnico che non ci consentirà di elargire un aumento assolutamente minimo, 300 mila euro in totale, a circa 40 medici che sono costretti a fare anche il doppio turno".
Con questa premessa, il presidente della Regione Molise Donato Toma ha annunciato questa mattina la sua volontà di rassegnare lunedì prossimo le dimissioni da 'Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario'.
"Una decisione sofferta - ha dichiarato Toma, nominato Commissario un anno e mezzo fa dal Governo Draghi. "Quando ho assunto l'incarico, godendo sempre della totale fiducia di quell'esecutivo, ho stabilito un cronoprogramma che prevedeva innanzitutto un passaggio sui tavoli romani per chiedere e ottenere risorse umane ed economiche al fine di imboccare la strada per azzerare il deficit del comparto. Ridare la potestà legislativa in materia sanitaria alla Regione era l'altro obiettivo, quello di fondo, molto importante, così come era mia intenzione ridare dignità e forza alla sanità pubblica. Ho lavorato in questo senso, ma nelle ultime settimane le cose sono cambiate e me ne rammarico. Indirizzi diversi e forti contrapposizioni hanno condizionato il mio lavoro. Prima di me il sub commissario Giacomo Papa era stato 'costretto' a rassegnare le dimissioni. Con la struttura commissariale ho messo le mani dove qualcuno non voleva fossero messe e avviato le procedure per ridare ai molisani il sacrosanto diritto alla salute. Lascerò con la consapevolezza di aver dato il massimo nell'interesse esclusivo dei cittadini molisani".