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Broncopneumopatia cronica ostruttiva riacutizzata: mortalità a 30 giorni dal ricovero


21 GIU - La Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) rappresenta una delle cause più importanti di mortalità e morbosità nei paesi industrializzati; è ritenuta attualmente la quarta causa di morte nel mondo e si prevede che raggiungerà il terzo posto nell’anno 2020. Le riacutizzazioni della malattia sono associate ad un aumento delle ospedalizzazioni e della mortalità. L’indicatore prende in considerazione la mortalità a breve termine nel caso di ospedalizzazione per riacutizzazione della Bpco e valuta l’esito a partire dalla data di primo accesso del paziente in ospedale e implica la valutazione non della qualità dell’assistenza, ma dell’appropriatezza ed efficacia del processo assistenziale. Il valore dell’indicatore può variare e può essere causato dalla eterogenea distribuzione, dovuta al case mix, di diversi fattori di rischio come ad esempio età, genere, condizioni di salute del paziente. Sono riportati i risultati delle strutture con un volume annuo di ricoveri per Bpco riacutizzata > 100. (media esiti Italia 6,87%)
 
Per quanto riguarda questo indicatore la Calabria colleziona il maggior numero di strutture con migliori esiti statisticamente certi: all’Istituto Ninetta Rosano a Belvedere Marittimo il tasso di mortalità a trenta giorni si attesta sullo 0,6%, mentre all’Ospedale Mariano Santo di Cosenza è allo 0,9% e al Pugliese di Catanzaro all’1,8%. L’esito più sfavorevole, ma in fascia grigia è emerso all’Ospedale S. Giovanni di Dio di Crotone (9,1%) seguito da quello dello Jazzolino di Vibo Valentia (8,1%).
 
Anche in Sicilia, l’Ospedale Carlo Basilotta a Nicosia si presenta con un dato certo e pari all’0,8%. In n fascia grigia si collocano poi la clinica Mons. Giosuè Calaciura (2,3%) e l’Ao Universitaria G. Rodolico a Catania (3,2%), seguita da Gecas srl Musumeci di Catania (3,7%) e dalla clinica Sant’Anna di Agrigento (3,8%). Ma in Sicilia ci sono anche le strutture con esiti da allarme rosso: all’Ospedale Piemonte di Messina il tasso di mortalità arriva al 46%. Seguono il Papardo di Messina con il 25,8% e l’Ao S. Giovanni di Dio ad Agrigento (15,9%).
 
In Sardegna esiti favorevoli si registrano all’Inrca di Cagliari (0,6%), in fascia grigia insieme al Presidio ospedaliero Zonchello di Nuoro (3,9%), all’Ao Universitaria di Sassari (4,8%) al Binaghi di Cagliari (5%) e all’Ao Brotzu di Cagliari 5,3%.
Giuda il gruppo delle cinque strutture con gli esiti più sfavorevoli il Presidio Ospedaliero Sirai a Carbonia (12,3%), seguito dai presidi ospedalieri S. Martino di Oristano (10,7%) e N.S. di Bonaria a S. Gavino Monreale (10%). Chiudono il gruppo con esiti superiori alla media italiana il SS Trinità (8,4%) e l’Ao S. Giovanni di Dio di Cagliari (7,9%).

21 giugno 2012
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