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Quando la malasanità si inventa

di Cesare Fassari

01 FEB - Un filmato di un minuto nei corridoi dell'Obi (Osservazione breve intensiva) del Pronto soccorso di un ospedale. Letti e anche alcune barelle accostati al muro tutti occupati. Ambienti puliti. Nessuna tensione apparente.
 
Eppure questo filmato di “denuncia”, che a noi sembra non denunciare un bel niente - tranne quella ovvia atmosfera dismessa, triste, di attesa che chiunque di noi sia stato mai in un pronto soccorso ha provato - diventa la prova a sostegno di questi titoli su due testate web: “Questa notte 69 pazienti in barella e nessun medico di turno” e “71 pazienti su lettini e barelle nei corridoi. In turno solo due infermieri”.
 
L’ospedale incriminato è il Policlinico Tor Vergata di Roma che però ha subito smentito la notizia dando i dati ufficiali (sui quali esistono pubblici e dettagliati registri) delle presenze reali di personale di turno quella notte: 5 medici, uno specializzando con il suo tutor, otto infermieri, un operatore sanitario e due ausiliari. Evidentemente e giustamente impegnati ad assistere i malati e non a passeggiare per i corridoi per far contenta la telecamera.
 
Pochi giorni fa alla presentazione della ricerca annuale condotta da Ermeneia "Ospedali & Salute 2018" (diretta dal serissimo e competente Nadio Delai) mi ha colpito un dato: il 73,2% di chi ha avuto una recente esperienza di pronto soccorso in Italia dichiara di avere ricevuto una prestazione più che adeguata o adeguata, cui si aggiunge un 16% di giudizi che danno comunque la sufficienza al servizio ricevuto.
 
Solo l’8% del campione (costituito da pazienti e caregiver) si è dischiarato insoddisfatto e solo il 2% ha rinunciato ad essere visitato perché l’attesa era troppo lunga (vedi tabella 28 a pagina 199 del rapporto).
 
Stiamo di fronte a percentuali di gradimento che oggi non ottengono nemmeno le istituzioni (ormai pochissime, Presidenza della Repubblica, Chiesa cattolica...) più amate dagli Italiani, che dovrebbero inorgoglire la sanità ma anche noi cittadini, tutti, cronisti compresi, che ne usufruiamo.
 
Questo non vuol dire rinunciare alla critica e alla denuncia delle cose che non vanno. Ma sulla base di quanto abbiamo visto in quel filmato e di quanto letto, con la smentita netta e precisa di Tor Vergata, riteniamo che, forse, questa volta è stato denunciato il nulla.
 
Cesare Fassari

01 febbraio 2019
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