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Test genetico BRCA1 e BRCA2. Manca (Cor): “Le donne pugliesi devono avere le stesse opportunità di Angelina Jolie”


Il vicepresidente della Commissione Sanità annuncia di avere presentato una mozione urgente per impegnare la Giunta a predisporre “adeguate politiche di informazione e pubblicizzazione del test genetico” sui tumori femminiili, e a costituire centri specializzati con personale “dalla professionalità riconosciuta”.

16 DIC - La decisione dell’attrice Angelina Jolie di farsi asportare le ovaie e le tube di Falloppio aprì a livello mondiale, nel mondo scientifico ma anche sociale, il dibattito sull’opportunità di sottoporsi alla mastectomia e all’asportazione dell’utero nel caso di rischio ereditario/familiare che porterebbe alcune donne ad essere rispetto ad altre quasi sicuramente nelle condizioni di sviluppare il cancro. Un’opportunità, quella di sottoporsi al test genetico del BRCA1 e BRCA2, che secondo il consigliere regionale dei Conservatori e Riformisti, Luigi Manca, vice presidente della Commissione Sanità, “devono avere anche le donne pugliesi”.

“In Puglia – osserva il consigliera in una nota - non esiste né un Centro Spoke, né un Hub per la diagnosi e il loro successivo trattamento dei pazienti a rischio. Per questo ho presentato una mozione urgente per impegnare la giunta regionale a predisporre adeguate politiche di informazione e pubblicizzazione del test genetico. Non solo la Giunta deve impegnarsi a costituire nelle strutture idonee (penso alle Breast Unit) centri specializzati con personale dalla professionalità riconosciuta, attualmente nella nostra regione mancano figure del genere nelle strutture oncologiche e nei laboratori di Analisi e Genetica”.

“I tumori alla mammella e all’ovaio – prosegue Manca - sono tra i più diffusi nella popolazione femminile, ora le donne a rischio hanno l’opportunità di effettuare un test e sottoporsi a trattamento successivo questa opportunità deve essere garantita anche in Puglia. Anche perché a fronte dei costi sostenuti per la prevenzione (test genetico) si ha un risparmio sui costi legati, invece, all’insorgere delle patologie tumorali nelle successive fasi. Meglio garantire alla donna di essere in buona salute che di avere ottime cure contro il cancro”.

16 dicembre 2016
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