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Tumori infantili. Trentino e Toscana insieme nella ricerca

Grazie alla collaborazione tra l’Unità di neuro-oncologia del Meyer e il Centro di protonterapia di Trento è in corso un progetto di ricerca attraverso la combinazione di chemioterapia e protonterapia. Quello di Trento è l’unico Centro in Italia ad essere dotato di gantry e della tecnologia PBS (pencil beam scanning) per l’erogazione del fascio di protoni

20 FEB - Trentino e Toscana si uniscono in favore della ricerca. Grazie alla collaborazione tra l’Unità di neuro-oncologia del Meyer e il Centro di protonterapia di Trento è in corso un progetto di ricerca sui tumori infantili attraverso la combinazione di chemioterapia e protonterapia.
 
Quello di Trento è tra le poche strutture europee dotate di tecnologia e di personale altamente specializzato per effettuare l’irradiazione con protoni su modelli sperimentali. Il progetto di ricerca coinvolgerà il personale medico, fisico e tecnico di Apss ed i ricercatori di TIFPA - Trento Institute for Fundamental Physics and Application.
 
 
E nei giorni scorsi al Centro trentino è arrivata la delegazione della Regione Toscana e dell’ospedale pediatrico Anna Meyer Onlus di Firenze. L’occasione: i Campionati Mondiali Junior Val di Fassa 2019 che, attraverso la mascotte Neif sostengono alcuni progetti rivolti ai più piccoli e divulgano l’attività della Fondazione dell’ospedale pediatrico Anna Meyer Onlus di Firenze, impegnata nella ricerca contro i tumori infantili del sistema nervoso centrale.
 
“Abbiamo voluto farvi conoscere una delle realtà più importanti che operano in Trentino– ha detto il presidente Maurizio Fugatti – un Centro di eccellenza dove opera personale ad elevata professionalità in uno dei compiti più delicati che vi sono, anche dal punto di vista emotivo, quello della cura delle neoplasie infantili. Auspico che in futuro la collaborazione fra le nostre realtà, in questo ambito, possa rafforzarsi”.
 
Anche da parte dell’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana l’augurio che in futuro i rapporti fra le due realtà possano farsi più stretti: “Per dare il massimo servizio e aiuto ai pazienti e alle loro famiglie, grazie a questa realtà straordinaria che abbiamo qui in Trentino”.
 
“Sono contenta di aver potuto conoscere da vicino questo Centro –  ha aggiunto l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi – un’occasione quella di oggi per migliorare la collaborazione con il nostro ospedale Meyer, un’eccellenza non solo toscana ma italiana, per riuscire a offrire ai bambini ogni opportunità per la loro salute. Grazie di cuore a questa provincia autonoma, per noi un punto di riferimento perché, soprattutto quando si è in presenza di alta tecnologia, dove ci sono eccellenze si va a collaborare, perché sappiamo bene che serve casistica, competenza e qualità per migliorare l’attività di ricerca”.
 
La delegazione ha potuto vedere gli spazi dedicato alla ricerca e quelli per la cura dei pazienti; presentato anche un caso specifico, che vede la collaborazione fra il Centro di protonterapia di Trento e l’ospedale Meyer nel curare un tumore a un piccolo paziente.  “Grazie del tempo che ci avete dedicato – ha concluso il direttore generale dell’Apss Paolo Bordon – in questo Centro, dove ci dedichiamo non solo all’assistenza clinica ma anche alla ricerca, grazie alla tecnologia molto innovativa ma anche e soprattutto alle forti competenze professionali che abbiamo all’interno. In questo senso il progetto di ricerca che abbiamo in corso con l’Ospedale Meyer arricchisce professionalmente entrambe le nostre equipe, trentina e toscana”.
Il Centro di protonterapia, Unità operativa dell’ospedale Santa Chiara di Trento, è una struttura altamente specialistica dedicata alla cura dei tumori, che inoltre svolge attività di ricerca nell’ambito clinico, preclinico, spaziale, dei sensori e delle infrastrutture. La protonterapia è un trattamento radiante di precisione che utilizza particelle pesanti – i protoni – per irradiare le cellule tumorali con estrema precisione, risparmiando i tessuti sani intorno alla lesione. Il Centro dispone di due sale dotate di gantry (ovvero la struttura che permette di indirizzare con grande precisione le radiazioni, ruotando a 360° intorno al paziente) e di una sala ad uso sperimentale e di ricerca, dotata di un fascio fisso.
 
La sala sperimentale sarà impiegata nel corso del progetto di ricerca svolto in collaborazione con la Fondazione Meyer. Attualmente, Trento è l’unico Centro di protonterapia afferente ad un’azienda sanitaria pubblica in attività in Europa ed è l’unico in Italia ad essere dotato di gantry e della tecnologia PBS (pencil beam scanning) per l’erogazione del fascio di protoni. Il primo paziente adulto è stato trattato il 22 ottobre 2014 ed il primo paziente pediatrico il 21 maggio 2015: nel corso dei primi quattro anni di attività, lo studio e l’esperienza maturate dal personale del Centro hanno consentito di allargare progressivamente le tipologie di tumore trattate, conseguendo una serie di importanti primati scientifici a livello nazionale ed internazionale. Nel corso del 2018 sono stati trattati 301 pazienti provenienti dal Trentino, dall’Italia e dall’estero.
 
Tifpa - Trento Institute for Fundamental Physics and Application, che si occupa di gestire la sala sperimentale del Centro di protonterapia, è il centro nazionale dell’INFN dedicato alla ricerca in fisica delle particelle e allo sviluppo di tecnologie d’avanguardia nei settori della sensoristica, della ricerca spaziale, del supercalcolo e della biomedicina. Con sede a Trento, il TIFPA nasce dalla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Università di Trento, la Fondazione Bruno Kessler e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e si avvale di infrastrutture quali il Centro Materiali e Microsistemi, il centro di fisica teorica ECT di FBK e l’acceleratore per la protonterapia oncologica di Apss.

20 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

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