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Bimba morta di malaria in ospedale. Lorenzin: “Contagio avvenuto durante il ricovero. Non per punture di zanzara”

Lo ha detto ieri il ministro. Ma al momento dalla Procura di Trento, che sta indagando su quanto accaduto lo scorso 4 settembre a Brescia quando una bambina di 4 anni è morta per malaria dopo altri ricoveri precedenti a Portogruaro e a Trento, non conferma: “Non abbiamo ancora novità ufficiali”.

05 NOV - Per la morte della piccola Sofia le cause non sono da cercare fuori dall'ospedale di Trento. Emerge dalle dichiarazioni della ministra della salute, Beatrice Lorenzin, sul caso della bambina di 4 anni, Sofia, morta lo scorso 4 settembre agli Spedali civili di Brescia, dopo ricoveri a Portogruaro (Venezia) e a Trento.
 
Non giungono invece ancora conferme in tal senso dall'inchiesta aperta per omicidio colposo dalla Procura di Trento, né dagli accertamenti di rito dell'Istituto superiore di sanità.
 
Proprio a Trento, nello stesso periodo della piccola, erano stati ricoverati infatti altri pazienti con la malaria, alcuni in pediatria, poi guariti: da qui gli accertamenti di rito dell'Iss e quelli di perizie affidate a dei consulenti da parte della Procura.
 
"Possiamo escludere assolutamente - ha affermato oggi Lorenzin, a margine di un convegno a Milano - che la malaria sia stata presa in un contesto esterno all'ospedale" di Trento e "questo mi sembra un conforto, perché vuol dire che non abbiamo ceppi di zanzare che sono vettori malarici. Da un certo punto di vista siamo tutti più sicuri".
 
La novità sembra quindi essere stata annunciata in vista dell'arrivo degli esiti degli esami tecnici."Avremo adesso - ha spiegato Lorenzin - il report finale dell'Istituto di Sanità. Sono state fatte varie ricerche su questo e possiamo escludere assolutamente che la malaria sia stata presa in un contesto esterno all'ospedale. Le autorità competenti - ha aggiunto - interverranno sull'ospedale di Trento nel modo più consono e appropriato possibile".
 
"La Procura non ha alcuna novità ufficiale, di nessun tipo" ha riferito intanto il procuratore capo di Trento, Marco Galina, che ha aggiunto: "I nostri consulenti hanno chiesto una proroga per la consegna delle relazioni sul caso, per le difficoltà tecniche nel giungere ad ottenere qualche dato. L'accordo - precisa il procuratore – è stato dall'inizio di uno scambio informativo tra la Procura e l'Iss, che non è tra i consulenti della Procura. Dall'Iss ad oggi non è pervenuto nulla e i nostri consulenti non hanno ancora prodotto le relazioni".
 
Il primo punto che i dati cercati dall'Iss e le relazioni dei consulenti della Procura di Trento dovrebbero chiarire nero su bianco è se il ceppo di malaria che ha causato la morte di Sofia sia stato lo stesso degli altri ricoverati a Trento. La conferma aprirebbe la strada ad accertamenti sulle modalità del contagio.
 
Fonte: Ansa

05 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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