Polo universitario di Rovereto. Al via il progetto per un unico dipartimento di psicologia e neuroscienze
Il progetto avviato, spiega Yuri Bozzi, direttore del Centro interdipartimentale Mente/Cervello, “creerà uno spazio di discussione dove competenze non molto diverse potranno convergere e generare progettualità di ricerca e didattica all’avanguardia con successivi risvolti anche clinici”.
28 NOV - Nel polo universitario di Rovereto è stato avviato il progetto di fusione tra il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive e il Centro interdipartimentale Mente/Cervello. Questo permetterà di costituire un unico Dipartimento, che riunisce neuroscienze, psicologia e scienze cognitive. Innovativo nella formula, il Dipartimento diventa una soluzione che evita sovrapposizioni e permette di usare al meglio le risorse.
“A caratteri generali l’obbiettivo primario della fusione dei due Dipartimenti, nel polo universitario di Rovereto, ha come mission – spiega
Yuri Bozzi, professore ordinario e Direttore del centro interdipartimentale Mente/Cervello – CIMEC dell’Università di Trento – la razionalizzazione dell’offerta formativa e dell’utilizzo delle strutture di ricerca”.
“Però, vista la nascita del recente corso di laurea all’università di Trento di medicina e chirurgia – approfondisce il prof. Yuri Bozzi – è difficile pensare, che una volta unificati i due dipartimenti, che essi siano scollegati dal corso di laura di medicina e questo perché, l’attuale Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive e il Centro interdipartimentale Mente/Cervello sono due dei Dipartimenti fondatori del progetto medicina a Trento, con molti di noi che insegniamo nel corso di laurea a Trento”.
Questo per dire che, una volta unificate la disciplina della psicologia con le neuroscienze, ci saranno delle collaborazioni, se non le unificazioni anche per chi farà assistenza clinica negli ospedali.
“Esiste già sul territorio trentino un terreno di collaborazione fra psicologi, psicoterapeutici, riabilitatori con neurologi e neuro scienziati, che sta dando ottimi risultati sia a livello clinico che sulla ricerca. Il progetto che abbiamo avviato, creerà uno spazio di discussione dove competenze non molto diverse potranno convergere e generare progettualità di ricerca e didattica all’avanguardia con successivi risvolti anche clinici”. Conclude il prof. Yuri Bozzi.
Endrius Salvalaggio
28 novembre 2024
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