Sindacati contro il riassetto organizzativo della sanità trentina
Distretti sanitari potenziali e ospedali periferici policentrici con funzioni di specializzazione per determinate malattie croniche, mentre il riferimento per le urgenze e alte specialità saranno Trento e Rovereto. Cimo: “Non si corra l’errore di abbandonare l’ospedale, luogo di diagnosi e cura, per rincorrere modelli organizzativi prevalentemente finalizzati all’assistenza”. Anpo:” Questo modello sembra rispondere più ad una esigenza di tipo ideologico che ad un nuovo riassetto organizzativo”. DELIBERA
23 MAG - La Giunta provinciale di Trento, con la delibera di fine aprile, ha approvato il Piano operativo provinciale (Pop) individuando così gli interventi della cosiddetta missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che consentirà di accedere ai fondi dell’Unione europea per la ripresa dopo la pandemia. Il Pop prevede una spesa complessiva pari a 68.031.923,20 euro di cui 64.655.823,20 di risorse derivanti dal PNRR.
Tra gli obiettivi che fissa il Pop vi sono quelli di prevedere un potenziamento sul fronte dell’assistenza territoriale, rafforzare le strutture, i servizi sanitari di prossimità e i servizi domiciliari, sviluppare la telemedicina avanzata ed, inoltre, rinnovare e ammodernare le strutture tecnologiche e digitali esistenti, rafforzando competenze formazione del personale.
Tutti questi ambiziosi obiettivi si dovranno raccordare con quanto previsto dal precedente e nuovo modello organizzativo e gestionale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) individuato dalla giunta provinciale nell’agosto scorso con delibera n° 1432 “direttive in ordine all'organizzazione e alla gestione dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari ai sensi dell'art. 7, comma 1 lettera c) della legge provinciale 23 luglio 2010, n. 16”.
Le Organizzazioni sindacali dei medici ospedalieri sin dal giorno seguente l’approvazione della delibera sulla nuova organizzazione ed oggi con il Pop, lamentano come provvedimenti di indirizzo così importante e prodromici, non possano essere stati presentati preliminarmente agli stakeholder.
“Ad oggi, noi diretti interessati, ci troviamo ancora una volta in cui tutte le scelte politiche sono già scritte e senza darci la possibilità di intervento – rivendicano Cimo Trentino con il segretario
Sonia Brugnara e Anpo con il presidente
Fulvio Campolongo -. Il tempo massimo che la giunta Fugatti ha dedicato per presentare la nuova organizzazione sanitaria è stata una lettura di alcune slide con modalità a distanza in un arco di un paio d’ore. Sul metodo è mancato ancora una volta considerazione e coinvolgimento, sul merito mancano dati e condivisione negli obiettivi”.
Il DNA della nuova riorganizzazione sanitaria che incardina il nuovo Pop, è quella di ridefinire una nuova cornice di assistenza con l’innesto di particolari distretti sanitari, oltre a degli ospedali periferici di tipo policentrico con funzioni di specializzazione per certe malattie. Con la delibera n°1432 la nuova organizzazione sanitaria, l’assistenza sanitaria ospedaliera e territoriale, saranno governate e coordinate attraverso dei dipartimenti, reti cliniche (funzionali) e incarichi di percorso (funzionali). I dipartimenti avranno invece funzioni di governo, di programmazione e di supporto alla produzione aziendale. La direzione dei dipartimenti territoriali e dei dipartimenti ospedalieri-territoriali sarà collocata presso, appunto, i distretti sanitari secondo il modello di “territorio policentrico”.
“La pandemia ha dimostrato chiaramente come fosse necessario riformare l’organizzazione del territorio – puntualizza Sonia Brugnara - ma ha altrettanto messo in evidenza quanto sia importante avere un sistema ospedaliero in grado di corrispondere alle esigenze delle urgenze e delle complessità. I fondi messi a disposizione dal PNRR ci vengono incontro. Non si corra tuttavia l’errore di abbandonare l’ospedale, luogo di diagnosi e cura, per rincorrere modelli organizzativi prevalentemente finalizzati all’assistenza”.
“Relativamente alle considerazioni sulle novità della nuova organizzazione sanitaria– continua Brugnara - rileviamo che stiamo in questo periodo, assistendo alla preoccupante fuga di medici dagli ospedali del Trentino. Riteniamo questo un primo e allarmante segnale di quanto già avviato con la precedente riorganizzazione sanitaria e non corretto dall’attuale. L’avere cioè ridotto le unità complesse (i primariati) ha portato a rendere meno appetibili le sedi periferiche, con le evidenti conseguenze che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Si pensi, prima di qualsiasi ulteriore ragionamento di carattere organizzativo, a ripristinare quello che è stato immotivatamente modificato, diversamente ci dovremo confrontare con la fuga definitiva dei professionisti dagli ospedali periferici”.
Per Anpo invece, la volontà della giunta provinciale di voler tracciare una linea di discontinuità rispetto al modello adottato dal precedente governo provinciale, in assenza di un’analisi di quanto il medesimo ha prodotto un impianto organizzatico che “sembra rispondere più ad una esigenza di tipo ideologico che ad un nuovo riassetto organizzativo”.
Secondo il presidente Anpo il nuovo riassetto organizzativo dell'APSS, volto a valorizzare la prossimità al cittadino dei servizi territoriali e ospedalieri, “nel proporre il modello di ospedale policentrico, difficilmente potrà attuarsi, soprattutto in ragione di non apprezzabili investimenti rispetto alle risorse professionali necessarie. Il voler mettere in risalto le specializzazioni delle singole strutture ospedaliere pubbliche della provincia ovvero, centri specializzati per ogni rete di patologia, incontra un ostacolo di difficile rimozione nel breve/medio periodo sia perché inserito in un contesto nazionale caratterizzato da una particolare carenza di risorse professionali sia per capacità di attrattività e trattenimento dei professionisti che, in APSS, sembra aver toccato i minimi storici”.
Endrius Salvalaggio
23 maggio 2022
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