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Covid. In Piemonte sospesi ricoveri no covid e attività ambulatoriali

La disposizione dell’Unità di Crisi regionale punta a recuperare posti letto covid passando dal 2.201 (20% del totale disponibile) a 4.403 (35-40%), come previsto dal piano pandemico, a fronte di una soglia di occupazione che negli scorsi giorni ha superato di due punti la soglia critica, attestandosi al 42%. Per le terapie intensive tasso di occupazione del 36%. “Abbiamo necessità di allentare la pressione sulla rete ospedaliera”, spiega Emilpaolo Manno, coordinatore dell’area sanitaria dell’Unità di Crisi.

11 MAR - A causa “dell’aggravarsi della pandemia” e della “necessità di ulteriori misure per garantire sufficienti posti letto a disposizione dei pazienti Covid”, l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha dato disposizione a tutte le aziende sanitarie del Piemonte di sospendere temporaneamente i ricoveri no Covid, escluse le urgenze, i ricoveri oncologici e quelli in cosiddetta fascia “A”, cioè da effettuare entro 30 giorni.
Differite anche tutte le attività ambulatoriali, ad eccezione di quelle contrassegnate con codice “U” (urgenti, da garantire entro 72 ore) e “B”, da assicurare entro i entro 10 giorni. Esclusi dal provvedimento anche gli screening oncologici.

In questo modo, spiega l’Unità di crisi in una nota, si punta a passare da un numero di posti letto dedicati al Covid di 2.201 (20% del totale disponibile) a 4.403 (35-40%), come previsto dal piano pandemico, a fronte di una soglia di occupazione che ieri ha superato di due punti la soglia critica, attestandosi al 42%.

“Per quanto riguarda le terapie intensive, si è arrivati a un tasso di occupazione del 36%. Per questo, il Dirmei ha chiesto alle Aziende sanitarie di incrementare di almeno il 20% i posti letto di terapia intensiva dedicati ai pazienti Covid”, spiega Emilpaolo Manno, coordinatore dell’area sanitaria dell’Unità di Crisi.

“La necessità di allentare la pressione sulla rete ospedaliera - argomenta Manno  - costringe il Dirmei a prendere nuovi provvedimenti, nella corretta applicazione del piano pandemico. Non vuol dire che siamo in affanno, visto che abbiamo ancora ampi margini di manovra sulla riorganizzazione delle nostre strutture in caso di peggioramento della situazione, ma occorre agire in considerazione dell’evolversi dell’epidemia”.

“Quanto alle prestazioni ordinarie procrastinate - conclude Manno -, queste verranno riprogrammate appena possibile e in ogni caso le urgenze, le patologie oncologiche e i percorsi nascita saranno tutelati come sempre. Inoltre, abbiamo raccomandato alle aziende che si cerchi il più possibile di sviluppare la gestione dei pazienti Covid a domicilio".

11 marzo 2021
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