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Vaccino covid. Regione Piemonte firma accordo con medici di famiglia e farmacie

"Rimettiamo in pista il collaudato tandem farmacisti-medici di famiglia che in appena due mesi ha permesso di vaccinare quasi un milione di piemontesi contro l’influenza”, commenta Icardi. I mmg potranno vaccinare nei loro studi, nelle strutture Asl o a domicilio dei pazienti. I farmacisti si occuperanno sia della consegna su prenotazione dei vaccini ai medici di famiglia che della vaccinazione direttamente in farmacista, sotto la supervisione di un medico. Il compenso sia per i mmg che per i farmacisti sarà di circa 6,50 euro a dose.

20 GEN - Nella campagna di vaccinazione contro il covid-19 in Piemonte scenderanno in campo anche i medici di medicina generale e i farmacisti. Ieri la Regione ha infatti siglato due specifici accordi (il primo con Fimmg, Snami, Smi e Intesa sindacale, il secondo con Federfarma e Assofarm) per definire le modalità in cui mmg e farmacisti potranno contribuire alla campagna.

“Rimettiamo in pista il collaudato tandem farmacisti-medici di famiglia che in appena due mesi ha permesso di vaccinare quasi un milione di piemontesi contro l’influenza. Un sistema di distribuzione e somministrazione dei vaccini – commenta in una nota l’assessore alla Salute Luigi Genesio Icardi  - che ha dimostrato di funzionare bene e che sarà determinante anche sul fronte del covid19”.

Il Piemonte è quindi pronto alla “vaccinazione di massa attraverso le sue oltre 3.200 ‘sentinelle' sul territorio, cioè i propri medici di famiglia - commenta il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Sono grato a tutti perché il Piemonte è tra le prime regioni a siglare un accordo di questo tipo, che ci permetterà di raggiungere in modo capillare tutti i cittadini e in particolare le fasce più fragili. Siamo pronti a partire non appena arriveranno le dosi del vaccino Astra Zeneca, la cui validazione è attesa a fine gennaio con prima consegna alle regioni intorno al 10 febbraio. Il Piemonte ci crede e sta mettendo il suo massimo impegno, perché prima vaccineremo tutti e prima usciremo da questa grave crisi”.

Per Icardi il risultato è strategicamente molto importante anche “perché ribadisce il ruolo di primo piano dei farmacisti nell’ambito della medicina territoriale, consentendo una copertura vaccinale assolutamente capillare ed efficace”.


LE RISORSE
Icardi ha quindi fatto sapere che al momento i due accordi saranno coperti con risorse regionali, "ma ho già convocato la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, che coordino, alla quale parteciperà anche il ministro Speranza, dove chiederemo che questa importantissima attività sia finanziata, perché è forse la più importante che l’emergenza Covid abbia messo in evidenza. La squadra con i medici di famiglia e con i farmacisti sono certo che sarà una vincente”.

L’ACCORDO CON I MEDICI DI MEDICINA GENERALE
Operativamente, spiega la nota della Regione, i medici entreranno in azione non appena sarà disponibile il vaccino Astra Zeneca, o altro con analoghe caratteristiche, che consente modalità di conservazione (normali frigoriferi) compatibili con la somministrazione anche a domicilio, oltre che in ambulatorio.

I medici di medicina generale potranno effettuare la somministrazione del vaccino direttamente nei propri studi, avvalendosi delle strutture messe a disposizione delle Aziende sanitarie (o dagli enti locali), oppure a domicilio degli assistiti, in caso di persone non deambulanti.

Il target degli assistiti da coinvolgere in una prima fase sarà rappresentato dalle persone in età avanzata, in primo luogo ultraottantenni, e dalle persone non deambulanti già seguite presso il proprio domicilio, che si sono già sottoposte a vaccinazione antinfluenzale. Un coinvolgimento che aumenta la protezione anche delle persone con fattori di rischio clinici, vista la prevalenza di comorbidità, mentre il rapporto di fiducia che lega gli anziani al medico di medicina generale consentirà di realizzare una maggiore copertura vaccinale.

Nelle fasi successive il target di popolazione da vaccinare seguirà le indicazioni nazionali e regionali.

“Particolare attenzione - evidenzia la nota regionale - sarà rivolta nei confronti dei soggetti ‘scettici’ e non responder che saranno contattati e informati sull’importanza della somministrazione del vaccino, sulla sua sicurezza e sulle controindicazioni temporanee alla somministrazione”.

I medici potranno vaccinare non solo gli assistiti in carico, ma anche altri assistiti comunque residenti nel territorio della Asl di riferimento. Sarà ammessa l’adesione dei medici di continuità assistenziale, su base volontaria, in orario diurno e feriale ai quali verrà corrisposta la medesima remunerazione, che è di 6,16 euro ad inoculo (più oneri), come da contratto nazionale.

Per la Regione Piemonte, si stima un impegno finanziario tra i 30 e i 40 milioni di euro, calcolando, secondo i parametri nazionali, una platea tra i 2 e i 3 milioni di persone a carico dei medici di famiglia e tenendo conto anche della seconda inoculazione, prevista per il richiamo.

“Oggi è una giornata storica - è il commento di Roberto Venesia, segretario della Fimmg Piemonte, contenuto nella nota diramata dalla Regione  -. Siamo stati chiamati e la medicina generale risponde all’appello. Nessuno si salva da solo, ma tutti insieme potremo farcela per l’interesse e la salute dei nostri concittadini”.

“Da un anno ormai, come i colleghi ospedalieri, noi medici di famiglia siamo impegnati nella lotta contro questa pandemia - sottolinea Antonio Barillà segretario Smi Piemonte -. Ora è arrivato il momento dell’ultimo importante sforzo, che è quello di vaccinare al più presto i nostri pazienti”.

“Oggi è stato firmato un accordo importantissimo - aggiunge  Mauro Grosso Ciponte segretario Snami Piemonte - il primo passo per sconfiggere il male del secolo. I medici sono come sempre in prima fila e si sono resi disponibile a dare una mano al sistema per bloccare il virus Covid 19”.

“E’ un buon accordo – concorda Marcello Ardizio di Intesa sindacale -, guardiamo con fiducia al futuro”.
 
L’ACCORDO CON LE FARMACIE
Come nel caso dei medici di medicina generale, per il coinvolgimento dei farmacisti nel sistema della vaccinazione anti-covid19 bisognerà attendere la disponibilità del vaccino Astra Zeneca (o altro con analoghe caratteristiche), che consenta modalità di conservazione attraverso i normali frigoriferi in dotazione.

L’accordo con i farmacisti riguarda in particolare due aspetti fondamentali del sistema vaccinale: la logistica e la somministrazione diretta del vaccino.

Riguardo alla parte logistica, sulla quale la Sanità stanzierà circa un milione di euro, i farmacisti potranno occuparsi dello stoccaggio, della distribuzione e della consegna su prenotazione dei vaccini ai medici di medicina generale, secondo le collaudate procedure utilizzate nella campagna antinfluenzale.

In più, la somministrazione del vaccino potrà avvenire direttamente in farmacia, secondo quanto previsto dall’articolo 1 comma 471 della legge di Bilancio, con la supervisione di un medico. Sul piano economico, le inoculazioni verranno retribuite dalla Sanità pubblica alla pari di quelle effettuate dai medici di medicina generale (circa 6,50 euro a iniezione).

“Siamo molto soddisfatti di questo accordo con la Regione Piemonte, che riconosce il ruolo della farmacia, del farmacista e della distribuzione intermedia, consentendo di gestire ed eventualmente somministrare il vaccino covid in farmacia, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Anche in questa fase della pandemia la farmacia è quindi parte integrante della filiera sanitaria, accanto a medici e alla Regione sempre nell'interesse e a tutela del cittadino", dichiara Massimo Mana presidente di Federfarma Piemonte.

“Come coordinatore regionale delle farmacie comunali commenta Mario Corrado membro della Giunta nazionale Assofarm - sono anche io molto soddisfatto del risultato raggiunto oggi: farmacie pubbliche e private insieme alla regione Piemonte per fornire un servizio fondamentale per la cittadinanza. Questo accordo ribadisce il ruolo della farmacia tutta, in una ottica di tutela della salute, lavorando tutti insieme, ciascuno con il proprio ruolo”.

20 gennaio 2021
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