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Suicidi giovanili. L’allarme del Regina Margherita di Torino: “Dal 2009 ad oggi quadruplicati i ricoveri per tentato suicidio”

I dati della Neuropsichiatria infantile dell’ospedale torinese mettono in luce una vera e propria emergenza. Nella fascia di età 10-17 anni anche sul territorio dell’Asl Città di Torino il trend è in vertiginoso aumento: tra il 2009 e il 2019 il ritiro sociale è aumentato di ben 28 volte, i disturbi depressivi di 26 volte, i disturbi bipolari di 12 volte. La questione sarà approfondita domani nel webinar che sarà anche l’occasione per fare il punto sul Progetto pilota “Un ponte tra ospedale e territorio”.

11 DIC - L’emergenza psichiatrica in preadolescenza e in adolescenza “è in esplosione”. A lanciare l’allarme è la Città della Salute di Torino spiegando come le linee Guida  della Società di Neuropsichiatria infantile per emergenza urgenza psichiatrica riportino che  gli accessi in Pronto soccorso tra 10 e 17 anni sono aumentati di circa il 30% negli ultimi anni. Crescita dei ricoveri ordinari tra 12 e 17 anni dell’8% dal 2004. Le giornate di degenza sono aumentate in media di 47 giorni. Ciò testimonia un aggravamento del disagio adolescenziale. E i dati della Neuropsichiatria infantile dell'ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Benedetto Vitiello) non fa che confermare l’incremento del disagio adolescenziale.

Negli ultimi 10 anni, infatti, la Neuropsichiatria infantile dell'ospedale Regina Margherita ha registrato che:

-  i ricoveri per Tentativi Suicidio (TS) sono passati da 7 nel 2009 a 35 nel 2020

- nello stesso periodo (2009-2020), nel Day hospital psichiatrico, l’ideazione suicidaria è passata dal 10% all’80% dei pazienti in carico

- nel 2014 è stata aperta all’interno del DH psichiatrico terapeutico una sezione per il post ricovero (nella logica della “stepped care”), in cui il 30-40% dei pazienti ha effettuato ricovero in NPI per un tentativo di suicidio.

“Nell’ambito della emergenza-urgenza psichiatrica (10-17 anni) - spiega la Città della Salute in una nota - anche sul territorio dell’Asl Città di Torino (NPI SUD, diretta dal dottor Orazio Pirro) il trend è in vertiginoso aumento. Nel  periodo  2009 -2019  il ritiro sociale è aumentato di ben 28 volte, i disturbi depressivi di 26 volte, i disturbi bipolari di 12 volte, i disturbi della condotta alimentare di 9 volte e quelli della condotta di 1 volta e mezza”.

Questi dati, spiega la Città della Salute, “trovano una risonanza nella letteratura internazionale e nazionale: in USA il suicido in adolescenti  (15-19 anni) è aumentato da circa 13 su 100.000 maschi nel 2000, a 18 su 100.000 nel 2017. Nelle femmine, da 2,5 nel 2000 a 5,5 su 100.000 nel 2017. In Italia su dati fino al 2016, i numeri sono 1,71 nei maschi e 0,65 nelle femmine, sempre su 100.000 adolescenti. L’impatto dei disturbi neuropsichici (burden of disease), secondo un articolo del 2016 (Jama Ped, 2016), per disturbi neuropsichici (DALY) sale progressivamente dall’11% (1-4 anni), al 24 (5-9), al 36 (10-14), al 40% in adolescenza”.

La recente pandemia da Covid 19 non ha fatto che aggravare la situazione, con le sue misure di confinamento dentro casa ed il distanziamento sociale. “Studi recenti, che si riferiscono a ricerche in continua espansione, esplorano gli effetti dell’isolamento forzato (lockdown), della quarantena e del distanziamento sociale. Una review recente (J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 2020;59(11):1218–1239.) dice che i bambini e gli adolescenti hanno probabilmente maggiori probabilità di sperimentare alti tassi di depressione e molto probabilmente ansia durante e dopo la fine dell'isolamento forzato. Questo può aumentare man mano che l'isolamento forzato continua. Dalla letteratura emerge inoltre un aumento della violenza domestica ed un maggior rischio di suicidi/tentativi di suicidio (JAMA August 18, 2020 Volume 324, Number 7; Gunnel D., 2020). I suddetti lavori raccomandano che i servizi clinici offrano un supporto preventivo ed un intervento precoce, dove possibile, ed essere preparati all’aumento dei problemi di salute mentale”.

A Torino è attiva il Progetto pilota “Un ponte tra ospedale e territorio”, che propone un programma integrato di cura che punta alla ripresa evolutiva degli adolescenti con psicopatologia complessa. Il progetto sarà illustrato nel dettaglio domani nel corso di un webinar da Antonella Anichini ed Orazio Pirro.

Si tratta di un progetto avviato nel 2009 e sostenuto fin dall’inizio dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, è implementato da una partnership che vede la Neuropsichiatria universitaria dell’ospedale Infantile Regina Margherita, l’ASL Città di Torino, l’Associazione CasaOz, la Cooperativa Mirafiori Onlus, la Scuola in Ospedale (SIO) e l’Istruzione domiciliare (ID). Nel 2017 è stato stipulato il Protocollo d’intesa tra i partners fondatori, l’Ufficio scolastico regionale, l’UTS-NeS. Un recente Protocollo d'intesa ha inoltre rafforzato la collaborazione con le reti artistiche cittadine (Museo Nazionale del Cinema di Torino).

Il lavoro di misurazione circa la valutazione e gli indici di efficacia (SROI) del programma di reinserimento sociale adolescenti con psicopatologia complessa sarà un tema importante dell’evento. Il Progetto Ponte, infatti, si rivela essere un forte moltiplicatore di risorse, a dimostrazione che l’effetto complessivo di una progettualità è molto più della mera somma delle singole attività.

Il Ponte sostiene e valorizza le “risorse” degli adolescenti (resilienza), offre l’opportunità di una casa ambiente (CasaOz) che funziona da area intermedia durante o dopo un ricovero in neuropsichiatria infantile. CasaOz promuove le relazioni e la socializzazione tra pari, consentendo ai ragazzi di fare esperienze nella propria età e di ritornare gradualmente alla normalità. I gruppi/laboratori a mediazione artistica (Cooperativa Mirafiori) e le attività didattiche (docenti Scuola ospedaliera) si svolgono “in rete” con gli interventi multidisciplinari istituzionali e facilitano il transito dall’azione espressiva alla funzione riflessiva.

Il modello del Ponte è di tipo integrato, caratterizzato dall’incontro tra culture professionali capaci di dialogare tra loro, si basa quindi sulla multidisciplinarietà e sull’interistituzionalità. Vede la centralità del gruppo come setting specifico per la riabilitazione della psicopatologia in adolescenza e come strumento di formazione degli operatori.

Ad oggi hanno beneficiato delle attività del Ponte oltre 200 adolescenti tra 14 e 20 anni.  Il bilancio è positivo: il 90% dei ragazzi seguiti grazie alle attività in rete è riuscito a diplomarsi, si è inserito in una rete solidale di coetanei, ha mantenuto una buona compliance alle cure, con netto abbassamento del rischio NEET.  Nel 7% dei casi è stato effettuato un intervento “a ponte” con i Servizi di salute mentale dell’adulto, anche attraverso attività di ri-orientamento, stage lavorativi e formativi. Nel tempo, il Ponte ha saputo espandere le sue reti e creare importanti spazi di dialogo tra Sanità e Scuola, in interazione con tutta la Comunità.

Nonostante l’emergenza sanitaria, il Progetto Ponte non si è fermato. La sfida posta dalla pandemia da Covid-19 ha portato a ripensare, reinventare e ricostruire un nuovo “Ponte sul Ponte”, attraverso la telemedicina, nuovi progetti artistici e gruppi sperimentali di supporto ai docenti nelle scuole. Con le parole dell’ultimo progetto “Insieme ri-usciamo!” si intende rilanciare un messaggio di speranza, con la convinzione che le sinergie generano nuove energie e consentono di affrontare meglio gli ostacoli attuali, mantenendo aperto ed efficace il percorso di cura dei ragazzi. Marco Canta e Luca Cordaro illustreranno le prospettive di sviluppo del progetto.

Tiziana Catenazzo affronterà il rapporto tra Scuola e Salute illustrando il Servizio di scuola in ospedale (SIO) ed istruzione domiciliare (ID). Con le nuove Linee di indirizzo del MIUR la Scuola in ospedale sostiene la costruzione di “un ponte” con le Scuole di appartenenza, restituisce un progetto di futuro, nella direzione di una ritrovata normalità.

Infine, il tema della valutazione sarà affrontato anche da Daniele Biondo che interverrà proponendo strumenti originali di valutazione per valutare in termini quantitativi e qualitativi l’impatto dei progetti rivolti ad adolescenti difficili. Questa esperienza decennale è racchiusa nel suo ultimo libro “Gruppo Evolutivo e Branco”. In questo libro Biondo presenta un inedito strumento: la “Griglia Gruppo-Branco”, che fornisce un sistema di valutazione lineare basato su precisi parametri valutativi per analizzare il funzionamento di un gruppo di adolescenti e valutarne il percorso evolutivo.

11 dicembre 2020
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