Infermiere di famiglia. Nursing Up: “Positivi incontri in Regione, presto il grande passo”
“Abbiamo ribadito ai vertici regionali che nella strategia di riorganizzazione del sistema territoriale l’infermiere di famiglia, per la sua fondamentale e insostituibile funzione di prossimità con il paziente, deve essere centrale. E abbiamo ottenuto diverse rassicurazioni in merito”, spiega il segretario Claudio Delli Carri. L’infermiere di famiglia sarà “un dipendente pubblico”, collaborerà con il medico ma “non sarà suo subalterno”, avrà “un suo profilo specifico e non un mansionario”.
07 LUG - In due incontri con l’Assessore alla Sanità
Luigi Icardi e con il Presidente della Regione
Alberto Cirio, svolti ieri, lunedì 6 luglio, e la scorsa settimana, il Nursing Up Piemonte ha più volte avuto modo di approfondire e ribadire la centralità e le necessità di una chiara e completa definizione e messa in atto della figura dell’infermiere di famiglia, all’interno della nuova rete territoriale che andrà a breve ridisegnata. E ha trovato la pronta disponibilità della Regione allo sviluppo di questa figura. A riferirlo è lo stesso sindacato in una nota.
L’infermiere di famiglia, spiega il Nursing Piemonte, è "una figura di professionista della sanità moderno, che collabora con il medico di famiglia, e che non è e non sarà mai un suo subalterno, concorrendo così ognuno con le sue competenze ad una maggiore e più incisiva offerta di salute, fondamentale nella gestione di emergenze quali quelle che abbiamo vissuto, fornendo un insostituibile raccordo tra rete territoriale e ospedaliera”.
“Abbiamo ribadito ai vertici regionali che nella strategia di riorganizzazione del sistema territoriale l’infermiere di famiglia, proprio per la sua fondamentale e insostituibile funzione di prossimità con il paziente, deve essere centrale. E abbiamo ottenuto diverse rassicurazioni in merito”, evidenzia il sindacato.
Il Segretario Regionale Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing Up, Claudio Delli Carri spiega: “La creazione dell’infermiere di famiglia è un grande passo avanti per la nostra sanità, concretizzando quello che può essere pensato come l’anello mancante della continuità assistenziale tra territorio e rete ospedaliera. Verrà creata questa figura, dunque, che non sarà subalterna o stemperata dalla funzione medica, ma avrà un suo profilo specifico e non un mansionario. L’infermiere di famiglia sarà, inoltre, un dipendente pubblico.
Si tratta di un passo importantissimo per il miglioramento della cura dei pazienti sul territorio, ma anche per la sorveglianza di esso, che permetterà una diminuzione degli accessi ospedalieri e un miglioramento dell’efficienza di reazione anche a necessità eccezionali come nella pandemia”.
“Per avere un'idea di quanto l'infermiere di famiglia possa essere importante . prosegue Delli Carri -, basti pensare che in Germania dove l’impatto pandemico è stato di un decimo rispetto a noi grazie alle strategie di cura messe in campo, proprio tale figura di prossimità è un cardine della rete sanitaria”.
“Siamo soddisfatti del dialogo instaurato con la Regione - conclude il sindacalista - e contiamo sulle rassicurazioni avute in assessorato per lo sviluppo dell’infermiere di famiglia, che avrà un banco di prova importante, appena approvata la legge che ne definisce il profilo e la funzione specifica. L’evoluzione e la preparazione della nostra professione saranno garanti di questa nuova e più incisiva modalità di cura territoriale”.
07 luglio 2020
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