Infermieri. Gli Ordini ai vertici del Piemonte: “C’è un percorso da compiere, avviamo il confronto”
Per il Coordinamento degli Opi l’emergenza covid ha reso evidente l’importanza del ruolo degli infermieri. Per gli Opi è quindi arrivato il momento di intervenire sulle criticità che ostacolano la professione, tra questi: adeguamento degli organici e piani di fabbisogno, aggiornamento della programmazione degli accessi universitari con nuove risorse, gestione dei fondi contrattuali.
07 LUG - In rappresentanza di 31.847 iscritti agli albi provinciali, tutti gli Ordini delle Professioni infermieristiche del Piemonte vogliono far sentire la loro voce. “Ora tutti sanno chi siamo – dice
Massimiliano Sciretti, presidente di Opi Torino e del coordinamento delle professioni infermieristiche del Piemonte – cosa facciamo e quanto valiamo. Ora tutti hanno toccato con mano la nostra professionalità e disponibilità, la vicinanza ai cittadini e agli assistiti senza curarsi di turni mai interrotti e del rischio infettivo che ne ha fatto una categoria di operatori più colpiti da Covid19”.
In questa emergenza gli infermieri hanno messo in campo competenze, flessibilità nell’aggiornamento, disponibilità nell’assistenza e la loro stessa integrità per assicurare la migliore assistenza in un contesto che è stato considerato “di guerra”.
Ora, insieme al SIDMI (Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche), ai sindacati regionali ed al coinvolgimento di tutte le parti sociali, il Coordinamento OPI, con una lettere indirizzata al Governatore del Piemonte
Alberto Cirio e all’assessore regionale alla Sanità
Luigi Icardi, chiede alla classe politica un energico intervento. E di aprire un confronto "sull’adeguamento degli organici e dei piani di fabbisogno di personale infermieristico, sull’aggiornamento della programmazione degli accessi universitari con nuove risorse, sulla gestione dei fondi contrattuali. Senza dimenticare la possibilità di costituire rapporti di collaborazione con le Asl per fornire personale in prestazione aggiuntiva – indispensabile per far fronte all’emergenza e coprire la carenza di personale infermieristico nelle Rsa - e definire i titoli sull’accesso alla Direzione delle Aziende di servizi alla persona”.
A ciò si aggiungono le proposte avanzate da Fnopi che spaziano su più fronti:
1 - Una sezione contrattuale per le professioni infermieristiche che riconosca la competenza e capacità dimostrate in situazioni estreme;
2 - L’istituzione di una indennità infermieristica che sia parte del trattamento economico fondamentale;
3 - Adeguamento dei fondi contrattuali e possibilità di un loro utilizzo per un’indennità specifica per tutti i professionisti che assistono pazienti con un rischio infettivo;
4 - Adeguamento della normativa sul riconoscimento della malattia professionale in caso di infezione;
5 - Immediato adeguamento delle dotazioni organiche con l’aggiornamento altrettanto immediato della programmazione degli accessi universitari;
6 - Aggiornamento della normativa sull’accesso alla direzione delle aziende di servizi alla persona;
7 - Superare il vincolo di esclusività e dare anche agli infermieri pubblici una intramoenia infermieristica che consenta loro di prestare attività professionale a favore di strutture socio-sanitarie per far fronte alla gravissima carenza di personale.
8 - Norme relative di accreditamento delle strutture sanitarie private che tengano conto delle indicazioni definite per quelle pubbliche.
"La peculiarità delle nostre funzioni – conclude Sciretti – è stata messa in evidenza in modo inequivocabile nonostante le carenze infermieristiche oggettive nei numeri più volte segnalate. In questa circostanza gli infermieri hanno messo in campo l’impossibile per contenere l’emergenza Covid”.
07 luglio 2020
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