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Mancano i medici urgentisti all'Aso di Alessandria. Anaao: “Chiediamo soluzioni che tutelino pazienti ed operatori”

Turni scoperti “in pressoché tutti i PS piemontesi”, denuncia il sindacato. Per colmare il gap all’uso di Alessandria “saranno inseriti nei turni in DEA i medici afferenti ai reparti del Dipartimento internistico. Ovvero colleghi che non hanno mai lavorato nell’Emergenza - Urgenza e che per tale lavoro non sono formati”. L'Anaao avanza proprie proposte, ma evidenzia anche la necessità di soluzioni “strutturali e affrontate con urgenza”.

28 GEN - “La carenza di medici urgentisti nei Pronto Soccorso piemontesi non è una emergenza. E’ un problema gravissimo ma cronico, che si sta inesorabilmente estendendo”. A lanciare l’allarme è l’Anaao Assomed, in una nota in cui si spiega che mancano specialisti perché “molti colleghi raggiungono l’età pensionabile, il lavoro in DEA è usurante e non attrattivo, per cui in molti fuggono e nessuno arriva. Questi i motivi dei turni scoperti in pressoché tutti i PS piemontesi”.


Ora il problema coinvolge l’ASO di Alessandria: “Dal 1 Febbraio saranno inseriti nei turni in DEA i medici afferenti ai reparti del Dipartimento internistico. Ovvero colleghi che non hanno mai lavorato nell’Emergenza - Urgenza e che per tale lavoro non sono formati”.

Una situazione duramente contestata dall’Anaao, secondo cui “la gestione emergenziale di una criticità attesa e conosciuta è la soluzione meno favorevole, sia per i medici che per i pazienti. Stiamo aspettando da Aprile 2019 l’attuazione di una Delibera Regionale, ottenuta da Anaao, che favorisce la remunerazione del disagio per i medici del Dea, per render più attrattivo il lavoro. Stiamo aspettando da Maggio 2019 i Decreti attuativi del Dl Calabria, che permetterebbero l’assunzione degli specializzandi. Ma oggi, per coprire i turni in PS, si richiede a medici di altri reparti di lavorare in Pronto Soccorso”.

I medici, spiega il sindacato, “al solo scopo di garantire i servizi alla popolazione, con un’abnegazione che meriterebbe il riconoscimento dell’azienda, si sono resi disponibili per il periodo strettamente necessario ad attuare provvedimenti organici e definitivi”. Ma “a tutela dei colleghi” l’Anaao Assomed richiede:
1. "che venga chiarita la durata di questa soluzione emergenziale, che rischia di diventare strutturale”;
2. “che i medici siano adeguatamente formati per la gestione dei casi urgenti, ben consapevoli che i codici verdi sono notoriamente i più subdoli e rischiosi, sia dal punto di vista clinico che medico-legale”;
3. “che si precisi quali servizi dei reparti verranno ridimensionati, in considerazione del fatto che alcune risorse verranno distratte dai servizi per essere destinate al DEA. Il rischio reale è l’allungamento delle liste d’attesa e il rallentamento di tutte le attività di reparto”;
4. “che vengano precisate le iniziative che verranno messe in campo per risolvere l’emergenza".

Per l’Anaao “sarebbe per esempio necessario”:
- “coinvolgere i medici del 118"; 

- “siglare convenzioni con altri PS per offrire turni a gettone ad urgentisti di altri PS/DEA”; 

- recepire l’Accordo Integrativo Regionale che disciplina la presenza del Medico di Medicina Generale in DEA/Pronto Soccorso per i codici bianchi”; 

- “favorire le dimissioni dai reparti in lungodegenza, riducendo così l’effetto imbuto e  il conseguente sovraffollamento dei DEA”. 

“Se lo scopo della Direzione è quello di ottenere la massima collaborazione da parte del personale medico - conclude la nota Anaao -, appare assolutamente necessaria la completa condivisione delle decisioni con i Dirigenti Medici e con le loro Rappresentanze Sindacali. Questa ennesima criticità dei Pronto Soccorso, che coinvolge l’ASO di AL dopo numerosi altri DEA piemontesi, dimostra ancora una volta come le soluzioni necessarie debbano essere strutturali e affrontate con urgenza”.

28 gennaio 2020
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