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Al S. Andrea di Vercelli un liquido verde  traccia una “mappa” per i chirurghi durante le operazioni

La tecnologia, consistente in un dispositivo con telecamera a luce infrarossa che utilizza le proprietà di un pigmento detto “Verde d’Indocianina”, è dono della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli. La molecola iniettata in vena,consente uno studio in tempo reale della vascolarizzazione sanguigna e linfatica di diversi organi tra cui il colon e lo stomaco, oltre a facilitare lo studio anatomico dell'albero biliare.

05 NOV - Una nuova tecnologia in uso nelle sale operatorie della chirurgia generale del “S. Andrea” grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli. È già in funzione e utilizzata quotidianamente dai chirurghi una strumentazione per eseguire un test molto utile nel corso di interventi di asportazione di tumori del colon retto in laparoscopia. Vercelli è così diventato un ospedale che può contare su questo dispositivo costituito da una telecamera a luce infrarossa che utilizza le proprietà di un pigmento detto “Verde d’Indocianina”.

“Si tratta di una molecola – spiega in una nota diramata dalla Asl il dott. Silvio Testa direttore della chirurgia generale del S. Andrea –  sviluppata negli anni ’50 nei laboratori di ricerca della Kodak per la fotografia a raggi  infrarossi. Nel 1959 è stato approvato il suo utilizzo in ambito clinico (oculistico per esempio), ma solo ultimamente si è sviluppata la sua applicazione in campo chirurgico. Essa diventa fluorescente quando illuminata con luce a raggi  infrarossi; se iniettata in vena, consente uno studio in tempo reale della vascolarizzazione sanguigna e linfatica di diversi organi tra cui il colon e lo stomaco,  oltre a facilitare lo studio anatomico dell'albero biliare. È una sostanza sicura che non ha effetti collaterali”.

Uno strumento che traccia una sorta di “mappa” per i chirurghi e consente loro di avere un quadro più chiaro nel corso dell’operazione e che soprattutto consente di ridurre le complicanze, specie in quei pazienti più anziani che costituiscono spesso la maggioranza dei casi trattati. Più controllo, dunque, sia in fase di intervento, sia nel poter valutare l’efficacia nella rimozione del tumore, con la possibilità di eliminare linfonodi malati ma non visibili a occhio nudo.

“Grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli – ha sottolineato il direttore generale Chiara Serpieri – perché ancora una volta vi è attenzione e sensibilità verso la nostra realtà contribuendo in modo fattivo nell’ammodernamento delle nostre dotazioni; acquisizioni che ci consentono di migliorare ulteriormente la qualità e la sicurezza dell’assistenza”.  

"Si consolida sempre più il ruolo della chirurgia di Vercelli all’interno del percorso della rete oncologica per il trattamento dei tumori del colon retto e del tratto gastro intestinale", evidenzia quindi la Asl nellta nota. "L’approccio mini invasivo con la chirurgia laparoscopica senza incisioni - evidenzia - determina tempi di recupero più brevi, minore trauma e  riduzione della degenza, oltre che ottimi risultati in termini di radicalità oncologica. La tecnologia di cui oggi Vercelli dispone ben si inserisce in un contesto complessivo in cui la chirurgia è sempre più mini-invasiva e dove le “macchine” semplificano il lavoro del chirurgo garantendo buoni risultati anche in pazienti molto fragili e delicati".
 

05 novembre 2019
© Riproduzione riservata

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