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Depressione post partum. In Piemonte parte il piano della Regione per prevenirla

Il progetto può contare su un finanziamento ministeriale di 232.000 euro e prevede la revisione dell’Agenda di gravidanza con l’introduzione di domande mirate all’individuazione delle situazioni a rischio; l’avvio di corsi di formazione specifici per gli operatori di consultori, punti nascita e della rete di presa in carico; il potenziamento dei servizi offerti, in particolare attraverso l’aumento dell’orario di servizio degli psicologi coinvolti.

09 NOV - Combattere fin dalla gravidanza il rischio di depressione post partum, costruendo percorsi di assistenza adeguati e in modo tempestivo e offrendo il supporto psicologico necessario sia alla mamma che alla coppia. È l’obiettivo del progetto di cura della depressione post partum che la Giunta regionale ha varato questa mattina approvando una delibera presentata dall’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta.

“Con questo piano, oltre a mettere in pratica un’intesa fra Governo e Regioni, rafforziamo e uniformiamo in tutto il Piemonte i servizi offerti da consultori e punti nascita per la cura di questa sindrome – sottolinea l’assessore Saitta -. Attraverso un percorso di diagnosi e di assistenza unico si potrà intervenire per tempo e in modo mirato, migliorando l’effettiva presa in carico da parte delle aziende sanitarie”.

Il progetto può contare su un finanziamento ministeriale di 232.000 euro e prevede in dettaglio:

-    la revisione dell’Agenda di gravidanza, che la Regione Piemonte mette a disposizione dal 2009, con l’introduzione di domande specifiche mirate all’individuazione delle situazioni a rischio;

-    l’avvio di corsi di formazione specifici per gli operatori di consultori, punti nascita e della rete di presa in carico;

-    il potenziamento dei servizi offerti, in particolare attraverso l’aumento dell’orario di servizio degli psicologi coinvolti.

L’attività di screening preventivo contempla, insieme alla revisione dell’Agenda di gravidanza, colloqui psicologici presso i Punti nascita e i servizi sanitari territoriali rivolti ai genitori. Successivamente è previsto l’avvio di un percorso di presa in carico per le donne a rischio all’interno dei servizi già esistenti.

A coordinare il progetto dal punto di vista scientifico sarà Maria Rosa Giolito dell’Asl Città di Torino, referente del Coordinamento regionale consultori, mentre quattro aziende sanitarie in particolare - Città della Salute, Asl Cn1, Asl Biella, azienda ospedaliera di Alessandria – si occuperanno dell’organizzazione dei corsi di formazione per gli operatori.

09 novembre 2018
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