Qual è il principale valore lavorativo dei Millennials? “Lo status”
Al secondo posto “La competenza”, al terzo “Lo sviluppo di sé”. I risultati della ricerca condotta dall’Istituto Europeo Neurosistemica di Genova saranno discussi giovedì in un convegno promosso all’Ao di Alessandria da Federsanità Anci Piemonte in collaborazione con l’Azienda ospedaliera alessandrina, il Rusan, l’Università di Genova e l’Anci Piemonte.
21 NOV - Qual è il principale valore lavorativo dei Millennials?
Marco Rotondi, dell’Istituto Europeo Neurosistemica di Genova, lo ha chiesto agli studenti di psicologia del lavoro dell’Università di Genova che, tra qualche anno, entreranno a far parte del mondo del lavoro. Alla ricerca hanno partecipato circa 146 ragazzi, in prevalenza femmine tutti nati tra i primi anni ottanta ed i primi anni duemila. E le loro risposte saranno discusse in un convegno promosso all’AO di Alessandria, il prossimo 24 novembre, da Federsanità Anci Piemonte in collaborazione con l’Azienda ospedaliera alessandrina, il Rusan, l’Università di Genova e l’Anci Piemonte.
Una nota che annuncia l’evento anticipa intanto i risultati della ricerca. Il primo valore lavorativo per i giovani intervistati è
“lo status” (22%) inteso come “propensione alla carriera, ottenimento di una elevata retribuzione ed il raggiungimento di uno status sociale e professionale che susciti rispetto, ammirazione ed autorità”. “Questo risultato è in linea con quelli ottenuti da altre ricerche secondo i quali i Millennials sono ambiziosi, desiderosi di fare carriera, vogliono guadagnare e sviluppare la leadership molto più dei loro colleghi più anziani”, spiega la nota.
Al secondo posto, con il 21% troviamo
“la competenza”: “I Millennials vogliono poter utilizzare le proprie attitudini, le proprie capacità e le proprie competenze ed esprimere attraverso il lavoro i propri interessi. Sono desiderosi di mostrare le loro abilità, vogliono ottenere riconoscimenti per i loro sforzi e accrescere costantemente le proprie competenze tecnico-professionali”.
Il terzo interesse emerso è
“lo sviluppo di sé” (17%) inteso come “la possibilità di crescere personalmente e professionalmente attraverso esperienze significative, sviluppare la creatività e avere la possibilità di assaporare la bellezza dell’ambiente naturale, fisico ed umano”. La stessa percentuale di partecipanti da una grande importanza a
“l’indipendenza” (17%): “Essere autonomi nel prendere le proprie decisioni, poter agire secondo il proprio stile di vita preferito e svolgere attività multiformi e variegate, che richiedono cambiamenti continui”.
“La stabilità” è un tema importante per il 14% degli intervistati: “Poter contare su un reddito regolare, avere un posto stabile che permetta di conciliare gli interessi e le esigenze personali con il lavoro ed avere un bilanciamento fra famiglia e lavoro”.
Infine, nelle ultime posizioni troviamo
“il senso sociale” (7%) inteso come “lo svolgimento di attività che siano di servizio agli altri e che contribuiscano a migliorare la società e
“le relazioni” (2%) con colleghi e con i capi affinché si possa operare in un clima buono, accogliente che permetta un elevato senso di partecipazione”. Questo dato “conferma quanto emerso da altre ricerche secondo cui i Millennials sono comunicativi e costantemente connessi ma indipendenti e cercano un posto di lavoro amichevole, con spazi in cui le persone possano socializzare e collaborare, ma che garantisca loro la giusta privacy”.
Altri aspetti significativi emersi da questa ricerca sono che il 28% dei partecipanti afferma di avere
tanti contatti su Facebook, ma pochi amici con cui parlare delle cose importanti ed il 65% è d’accordo sul fatto che il
“lavoro di squadra è importante”.
21 novembre 2016
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